Pd, Bersani torna? Chi è ha favore e chi ha dubbi. Tutti i nomi. La mappa

Pd, le maggiori resistenze da Base riformista e dall’area di Orlando e Provenzano. Intanto Articolo uno va a congresso

di Paola Alagia
Enrico Letta, Pier Luigi Bersani, Massimo D'Alema e Roberto Speranza
Politica
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Pd, dalle agorà al ritorno di Articolo uno il passo…non è breve

Momento di scelte e cambiamenti per tutti i partiti, usciti abbastanza ammaccati dalle trattative per il Quirinale. Dopo una settimana sull’ottovolante, ora c’è chi è costretto a raccogliere i cocci, dal M5s alla Lega, e c’è chi, invece, prova a passare all’incasso sull’abbrivio delle elezioni quirinalizie. Il dinamismo al centro, con renziani e totiani protagonisti, ne è appunto la prova. E il Pd? Anche il Nazareno è a un bivio. Bisognerà insomma pur capire dove porteranno le agorà fortemente volute dal segretario Enrico Letta. La domanda delle domande è: come andrà a finire con Articolo uno? Alla fine, gli scissionisti (l’addio al Partito democratico si consumò durante la segretaria Renzi, ndr), da Pierluigi Bersani a Roberto Speranza, passando per Massimo D’Alema, faranno ritorno in casa dem oppure no?

Pd e Articolo uno di nuovo insieme? Tutti gli ostacoli in campo

Di ostacoli su questo cammino non ne mancano. E’ vero pure che forse la legge elettorale, se l’orientamento per il proporzionale dovesse alla fine prevalere, potrebbe aiutare un riavvicinamento. Di certo molto di più di alcune uscite mediatiche che, anziché agevolare, hanno frenato il percorso. Le parole di Massimo D’Alema (a fine anno definì la segreteria Renzi “una malattia terribile che è guarita da sola, ma che c'era”), ad esempio, “non c’è dubbio che abbiano ritardato il processo - dice ad Affaritaliani.it una fonte qualificata del Pd -. Troppi saccenti non aiutano”.

Anche quanto detto nei giorni scorsi da Pierluigi Bersani, in realtà, ha fatto storcere il naso tra le fila democratiche. Galeotta l’intervista a Metropolis in cui l’ex ministro dello Sviluppo economico si è detto pronto a rientrare nel Pd “anche domani mattina a patto che si dia il profilo di una moderna sinistra di combattimento”, ma ha anche chiesto a Letta l’impegno su una serie di questioni chiave, dal salario minimo allo sfoltimento dei contratti precari. Ed è su questo che si è creato un nuovo cortocircuito. “Ricordiamo - continua la fonte dem - che si tratta di persone che sono andate via dal Pd per un partito dell’1,5 per cento. Bisognerebbe evitare, insomma, che chi rientra cominci a farci lezioni di politica”.

Dalle parti di Articolo uno, la lettura è completamente diversa: “Figuriamoci se Bersani voleva dettare delle condizioni - spiega al nostro giornale una fonte del partito -. Se fosse stato così, avrebbero avuto ragione gli esponenti del Pd a sollevare obiezioni. Ma lui ha semplicemente detto che quattro o cinque idee le ha per aprire una fase nuova. Proprio perché il fine non è dar vita a un’operazione tra ceti politici, ma casomai recuperare credibilità e fiducia tra la gente che si è sentita spaesata e senza più un punto di riferimento”.

Pd e Articolo uno, chi rema contro

Ma proviamo a capire più nel dettaglio chi eventualmente nel Pd rema contro una rinascita della famosa “ditta”. Non è un mistero che la corrente di Base riformista non faccia proprio i salti di gioia. Un parlamentare dem di lunga data la mette così: “Il Pd lettiano vuole favorire un rientro di Articolo uno, nell’ottica dell’obiettivo di un campo largo, ma il mood di una parte del partito, soprattutto dell’area più riformista, rimane quello di voler evitare che ci si schiacci su posizioni unicamente di sinistra-sinistra”. E nelle altre correnti che aria tira? Incrociando fonti di Palazzo, si registra per esempio un atteggiamento “più amichevole” da parte di Dario Franceschini: “Ha sempre dimostrato grandi capacità di manovriere - dicono ad Affari -, ragion per cui è a suo agio in un campo largo”. Persino da uno storico fondatore e dirigente dem come Goffredo Bettini, che pure spinge per una terza gamba centrista, non ci sarebbero obiezioni a un ritorno all’ovile degli ex Pd. “Non foss’altro - sottolineano – per una ragiona sentimentale, al di là di una convergenza di idee, che pure c’è, su molte questioni. Del resto, Goffredo lo ha visto nascere questo partito”.

Paradossalmente qualche resistenza in più c’è da aspettarsela invece dalla corrente più di sinistra del Nazareno, quella incarnata da Andrea Orlando e Peppe Provenzano. E’ vero che il rapporto con i bersaniani non si è mai interrotto così come è vero che hanno partecipato insieme a diverse agorà, ma "una certa paura magari di perdere la patente di sinistra nel partito con il ritorno di personalità come Bersani e Speranza ci può stare”.

Pd e il partito che ha in mente Letta

Come finirà? E’ presto per dirlo. Difficile, comunque, “aspettarsi spostamenti verso sinistra del Pd - tira le somme l’esponente dem di lungo corso -. Credo che quella che abbia in mente Letta sia una formazione politica in grado di tenere insieme due registri, la questione sociale da un lato e lo sviluppo dall’altro”. Non a caso, dopo il discorso di insediamento del Capo dello Stato, l’inquilino del Nazareno ha voluto fissarne via Twitter un passaggio in particolare: “'Le disuguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono il freno alla crescita reale’. La frase più forte”, ha cinguettato.

Articolo uno, Bersani&co verso il congresso

La palla insomma passa ad Articolo uno. Da queste parti, intanto, i motori sono accesi. Come riferiscono dal partito, infatti, si sta preparando un percorso congressuale che avrà inizio già nelle prossime settimane. È abbastanza imminente, ma “di decisioni già prese non ce ne sono”. L’obiettivo rimane il campo progressista, a patto che sia costruito dal basso. “Fa parte di questo cammino, sicuramente, la presa d’atto che il progetto di Articolo uno ha rivelato dei limiti, ma sarebbe onesto che anche i dem facessero finalmente i conti con la stagione del Pd renziano. Anche perché Matteo Renzi non era un corpo estraneo al partito. Tutt’altro”…

 

 


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