Pd, da Bonaccini a Schlein: il declino di un partito ormai in estinzione
Sono lontani i tempi in cui Walter Veltroni faceva il pienone di iscritti nel 2008 con quote di 830.000 e adunate oceaniche... Il commento
Pd, un partito in estinzione: le cause del crollo degli iscritti. Il commento
Sono lontani i tempi in cui Walter Veltroni faceva il pienone di iscritti nel 2008 con quote di 830.000 persone e adunate oceaniche non a Piazza Venezia ma a Piazza San Giovanni. Ma senza ritornare troppo indietro nel tempo basta guardare il 2021 in cui il Pd registrava 320 mila iscritti, mentre nel 2019 ne contava 412 mila. Insomma, non ci vuole la sagacia matematica di Cartesio per capire che la curva è una parabola –in tutti i sensi- discendente, pure abbastanza velocemente.
Ma dietro al calo delle tessere c’è naturalmente il calo dei voti e dietro il calo dei voti c’è la impreparazione di una classe dirigente accusata inoltre dalla base e dai militanti di non rappresentare più i valori. Lasciamo perdere l’impreparazione che non è ai livelli dei Cinque Stelle, ma poco ci è mancato con Enrico Letta.
Il problema invece è proprio quello dei valori, ma all’opposto, ce ne sono fin troppi, così tanti da far confondere gli elettori. Un partito che è per la tradizione, vedi Cuperlo – Bonaccini, un partito che è per i diritti civili vedi Schlein, un partito che è per non si sa bene cosa, vedi Paola De Micheli, generano uno stato di enorme confusione ideologica ancor prima che programmatica.
L’“iscritto di Voghera”, cioè l’idealtipo del Pd, al pari della famosa casalinga, non sa più che pesci prendere. E se si fa l’analisi con il partito di Veltroni ci si chiarisce le idee. Con tutti i suoi problemi almeno “Uolter” un’idea guida ce l’aveva e cioè quello del “partito unico” della sinistra, un partito a chiara vocazione maggioritaria capace comunque di infiammare i suoi sostenitori. C’era poi un avversario preciso, Silvio Berlusconi, c’erano delle battaglie da fare e la nave andava. La progressiva discesa c’è stata invece quando il nemico ufficiale è scomparso vuoi per l’età vuoi per le vicende contingenti vuoi perché si voleva (giustamente) godere la vita.
Nel frattempo è rimasta l’ambiguità a sinistra in cui scaltri “pinguini nucleari tattici” (pnt) come Bonelli e Fratoianni, emuli di Bertinotti, hanno trovato ampia cittadinanza. Appena il Pd si spostava un po’ a destra i pnt si spostavano un po’ a sinistra. Appena il Pd si spostava invece un po’ a sinistra comparivano altre specie aliene, come Matteo Renzi, che distruggevano l’immagine stessa della sinistra con misure come l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Poi mettiamoci, da ultimo, il Movimento Cinque Stelle o quello che di loro rimane, che dopo l’ebrezza del potere ha mangiato la polvere, è il caso di dire dalle stelle alle stalle. Il M5S è caduto però sotto l’azione del “mago di Oz” Giuseppe Conte, un vero caso di studio internazionale, una specie di Zelig politico che è riuscito a recitare qualsiasi ruolo: destro coi destri, sinistro coi sinistri, qualunquista con i qualunquisti, paperino coi paperini, topolino coi topolini. Risultato: fatti fuori nell’ordine Salvini, Di Maio e Draghi. Con Renzi c’ha provato ma non è riuscito perché il toscano ha preferito fare harakiri precipitando insieme a lui nel baratro da cui peraltro, l’avvocato pegliese è prontamente risalito.
Ora Conte sta sfilando metodicamente il Pd a Letta che ormai è considerato come l’ultimo imperatore romano, quel Romolo Augustolo che così fu chiamato dalla sagacia millenaria del popolo del Tevere in virtù del fatto che era solo una tragica copia dell’imperatore vero, Cesare Ottaviano Augusto. Ora si scopre che l’unica vera nuova iscritta nel Pd è lei, la mitica Laura Boldrini che dopo un po’ di peregrinazioni nucleari tattiche a sinistra è tornata prontamente all’ovile, quando ha visto la malaparata. Per ora è l’unica che sorride giuliva, mostrando la tessera nuova di zecca, sullo sfondo di un baretto del centro storico di quella Roma imperiale e sorniona che ne ha viste tante e sopravvivrà anche a questo.