Pd: la grana di Firenze. Giani insiste per aprire a Renzi, Schlein fa muro

La segretaria dei dem non ha voluto fare le primarie ma adesso è un tutti contro tutti che rischia di fare seri danni e consegnare la città alla destra

di redazione politica
Eugenio Giani, presidente Regione Toscana 
Politica

Pd, Schlein ha mezzo partito contro: il caso Firenze rischia di scoppiarle in mano

Elly Schlein ha un grosso problema, a Firenze è scoppiata la grana "candidato". Scontro totale con il presidente della Toscana Giani, lui per il ruolo di sindaco ha idee molto diverse rispetto alla segretaria. Ha chiesto mille volte alla leader del Pd di organizzare le primarie. Dopo mesi di porte in faccia, la settimana scorsa ha annunciato (insieme a tre consiglieri comunali) la decisione di non voler rinnovare la tessera del Pd. Il governatore - si legge su Il Tempo - è consapevole che l'eventuale caduta di Firenze porterebbe, l'anno successivo, ad un pressoché certo cambio della guardia anche in Regione, ha invitato il centrosinistra alla riflessione. "A Firenze il Pd allarghi anche a Renzi". Un'ipotesi, al momento, assai improbabile. Un giallo intricato che ha, però, una data certa per la sua definitiva soluzione. Il prossimo 3 marzo ci sarà l'ultima chiamata designata da Matteo Renzi per le primarie di coalizione.

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"Chi ha paura delle primarie, ha paura della democrazia. Non siamo noi che siamo venuti via dal Pd. È il Pd fiorentino che sta tradendo se stesso". Anche il presidente del Pd Stefano Bonaccini manda un messaggio a Schlein sulla questione Firenze: "Le primarie - dice il governatore dell'Emilia Romagna a Repubblica - sono uno strumento: utile quando servono ad allargare la coalizione e a far decidere agli elettori tra proposte diverse, dannoso quando si riducono a una conta interna. È giusto valutare caso per caso quando attivarle e, se c’è un problema politico, a Firenze come altrove, lo si affronti insieme agli alleati per quel che è, posto che Sara Funaro è una candidatura validissima. Tutto possiamo fare fuorché dividerci per beghe interne, perché sarebbe un regalo immeritato alla destra. Gli elettori chiedono un’alternativa credibile e la nostra responsabilità è offrirgliela".

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