Pd, pronta la 'vendetta' di Orlando contro Schlein. Alleanza con il correntone di Franceschini per commissariarla

Decisivo l'esito delle elezioni regionali in Umbria

Di Alberto Maggi
Politica

Pd verso la resa dei conti interna dopo la sconfitta alle elezioni regionali in Umbria


La vendetta è un piatto che si serve freddo, come dice un antico modo di dire. E mai come in questo caso la saggezza popolare può essere applicata alla politica. Specialmente al Partito Democratico dopo la figuraccia in Liguria con la vittoria del Centrodestra e di Marco Bucci, nonostante la tempesta giudiziaria che ha investito l'ex Governatore Giovanni Toti e malgrado sei mesi fa il Centrosinistra avesse nei sondaggi circa sei punti di vantaggio.

E' vero che il sindaco uscente di Genova è stato un candidato forte che ha saputo intercettare il voto moderato e che l'altissima astensione ha punito soprattutto il Centrosinistra e in particolare i 5 Stelle. Ma sinistra, fonti Dem, giurano che Orlando - ex ministro del Lavoro e della Giustizia - troverà il modo di 'vendicarsi' (politicamente) degli errori della segretaria del Pd che gli ha fatto fare una figuraccia mostruosa. Orlando, che ha sempre osteggiato la leader Dem, esce bene da questa sconfitta avendo preso più voti della coalizione e le colpe semmai sono del leader e delle sue scelte sulle alleanze elettorali.

Come si vendicherà? L'attesa si sposta ora sulle elezioni in Umbria e in Emilia Romagna del prossimo 17 e 18 novembre. Se, come dicono i sondaggi, il Centrosinistra dovesse vincere solo in Emilia Romagna (un rigore a porta vuota), e nemmeno senza un grande vantaggio, ma senza strappare l'Umbria al Centrodestra la partita delle Regionali dell'autunno 2024 finirebbe 2-1 per Giorgia Meloni e la sua maggioranza.

E a quel punto emergerebbero lampanti tutti i limiti dell'azione e della strategia politica di Elly Schlein con l'ostinata ricerca del campo largo che ha fatto scappare Matteo Renzi in Liguria proprio mentre il M5S stava auto-implodendo nella lite ormai a carte bollate tra Giuseppe Conte e il fondatore Beppe Grillo. Ed è così che, dopo l'Umbria al Centrodestra, all'interno del Pd potrebbero chiedere, quasi certamente, un chiarimento sulla linea politica convocando un'assemblea nazionale straordinaria.

E anche se il presidente Stefano Bonaccini è molto cauto nelle critiche a Schlein, i moderati e cattolici di ex Base Riformista sono in fermento e in fibrillazione e a microfono spento spiegano che "la segretaria non ne sta azzeccando una" malgrado il governo abbia varato una manovra economica deludente e per niente popolare (diciamo draghiana ed europeista, infatti lo spread è basso).

La mossa di Orlando alla ricerca della rivincita potrebbe essere quella di allearsi con il nascente correntone di Dario Franceschini e Roberto Speranza, che comprende non solo ex Area Dem e una parte della sinistra ma anche ex Margherita e cattolici democratici come Graziano Delrio, per mettere in minoranza Schlein. Che a quel punto, arroccata ormai con i suoi fedelissimi, potrebbe essere di fatto commissariata con un cambio di segreteria e messa in minoranza. Poi spetterà a lei decidere se proseguire come segretaria azzoppata o se lasciare con un nuovo congresso e nuove primarie all'inizio del 2025.




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