Pd, ricatti e minacce al Nazareno. Schlein, De Micheli, Cuperlo: guerra

Volano gli stracci

Di Giuseppe Vatinno
Le frasi di Yogananda
Politica

Il Pd ha preso di nuovo coscienza, nonostante gli anticorpi che avrebbe dovuto avere dopo il periodo renziano, che qualsiasi “rottamatore”, una volta al potere, fa peggio dei rottamati

Chi avesse la ventura di essere passato per il Nazareno in queste vacanze pasquali avrebbe visto uno strano fenomeno atmosferico: stracci volanti, imbottiti d’acqua e veleno, solcavano il cielo sovrastante il famoso terrazzo radical chic vista Villa Borghese, in uno spettacolo poco edificante visto il clima irenico.

Ma cosa è di nuovo successo da quelle parti dopo la nomina della fluida Schlein e la composizione della sua segreteria?

Ovvio, il Pd ha preso di nuovo coscienza, nonostante gli anticorpi che avrebbe dovuto avere dopo il periodo renziano, che qualsiasi “rottamatore”, una volta al potere, fa peggio dei rottamati e la democrazia diventa un flebile lumicino stagliato contro il mondo della realtà.

E così la Schlein ha seguito quella che è semplicemente una legge dell’animo umano e s’è presa tutto ai danni delle minoranze credulone.

L’ “effetto Marchese del Grillo”, “Io so io e voi non siete un c.”, è stato sbattuto in faccia ai democratici che hanno assaporato una bella gengivata da parte della scaltra milionaria svizzero –bolognese, con buona pace delle solite frottole sul rinnovamento e sul cambiamento.

E così la pasionarina rossa ha fatto l’unica cosa che le conveniva: ha trattato solo che Bonaccini che è stato il solo vero rivale e non si è filata di pezza gli altri.

Per chi non lo sapesse il giochetto delle primarie funziona così. Ci sono due veri contendenti che potrebbero vincere a cui, strada facendo, si aggiunge una pletora di furbacchioni che non hanno alcuna speranza ma che solo partecipando alla competizione sperano di lucrare qualcosa, tipo uno strapuntino o una commisioncina.

Il giochetto è rafforzato poi da alcune considerazioni tecniche sulla composizione numerica di maggioranza e minoranza interna.

Nel caso della Schlein bastava sostanzialmente allearsi con Bonaccini, l’unico avversario delle primarie, per acchiappare tutto, avere la maggioranza e governare il partito.

E la rivoluzionaria Schlein questi giochetti li ha imparati all’oratorio, insieme al suo mentore Romano Prodi.

E così si è messa d’accordo solo con Bonaccini, che ha nominato –come da prassi- Presidente del partito e agli altri ha dato –si dice a Roma- “in c. e foco ai capelli”.

E così i trombati interni hanno cominciato ad agitarsi una volta che il temibile uccello padulo si è depositato nei loro preclari bassifondi.

In primis Paola De Micheli che tra una piadina romagnola e l’altra, masticando amaro e bevendo ancor più aspro calice ha dato di mugugno:

Elly Schlein ha ritenuto di non dare rappresentanza nella nuova organizzazione ad una parte vitale del partito. Espressa da due candidati al congresso. Lo ritengo un errore. Così si rinuncia alla pluralità di idee che è sempre una ricchezza e un bene per tutti. Ma continueremo a lavorare nel Pd e per il Pd con lealtà e senso critico”.

Per il lettore che ancora non sapesse decifrare le fregnacce del politichese la De Micheli sta dicendo alla sua segretariə, come ama farsi definire, che così non si sta comportando da personcina ammodo e che qualcosa deve ammollare anche a lei che ha avuto il coraggio di partecipare alle primarie e che si è dovuta organizzare e che è stata sui costi e così via. La minaccia sottesa e che se non le danno niente le farà casino interno mettendola in difficoltà.

Ma la segretaria è riuscita a far perdere alle staffe anche al solito moderato Gianni Cuperlo che ha twittato:

“Elly Schlein aveva parlato di unità e pluralismo ma in realtà non si è voluta riconoscere la ricchezza delle differenze espresse dagli iscritti nel congresso dei circoli. Lavoreremo lo stesso a un Pd più coraggioso e coerente”. E poi non potevano mancare loro, i democristiani non troppo furbi che non hanno “visto arrivare” la Schlein come invece ha fatto Franceschini e quindi sono finiti all’opposizione e così Lorenzo Guerini, ex leader potente di Base riformista e attualmente presidente del Copasir si è lamentato di Bonaccini che ha “trattato da solo” per sistemarsi non pensando agli “amichi” di un tempo.

E questa è una seconda strategia ben nota a chi bazzica un po’ la politica.

Guerini, date le scarse sue risorse, non attacca direttamente la segretaria che sarebbe inutile, ma attacca Bonaccini nel tentativo di divenire “minoranza della minoranza”, con la minaccia di fare casino non alla Schlein ma direttamente al governatore emiliano che non deve aver rispettato i patti.

Insomma, proprio un bell’ambientino questo nuovo Nazareno pieno di sogni di ulivi pasquali ed immerso in stracci volanti e veleni che manco a Kiev.

Buona Pasquetta.

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