Pd, Schlein parte 'soft'. Tutti i nomi della segretaria. La squadra

Pd, segreteria unitaria e nessuna chiusura al Terzo Polo

Di Alberto Maggi
Politica

Vicesegretari e capigruppo Pd, le soluzione della neo-segretaria


Ieri l'assemblea del Partito Democratico ha eletto il presidente, scontato Stefano Bonaccini, i due vicepresidenti (Chiara Gribaudo e Loredana Capone) e il tesoriere Michele Fina. Ora spetterà ad Elly Schlein, in direzione nazionale, indicare la segreteria, il o i (o la o le) vicesegretari e dare indicazione sui capigruppo in Parlamento.

Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, l'intenzione di Schlein è quella di non arrivare a rotture con la minoranza. E, quindi, la segreteria (organo esecutivo principale del Pd) dovrebbe essere unitaria e contenere anche esponenti che hanno sostenuto Bonaccini alle primarie e quindi anche di Base Riformista dell'ex ministro e presidente del Copasir Lorenzo Guerini.

"Lei è la segretaria e lei ha l'ultima parola, ma l'aria che tira è quella di tentare di non creare fratture", spiega un deputato vicino alla neo-leader Dem. Sui vicesegretari c'è ancora massimo riserbo, anche se potrebbe essere confermato per la sinistra del partito l'ex ministro Peppe Provenzano. E soprattutto potrebbe essere nominata Michela Di Biase, considerata una cerniera tra le correnti e le anime del Pd e di cui Schlein si fida molto.

L'attenzione si sposta sui capigruppo ed è praticamente certi che Debora Serracchiani e Simona Malpezzi verranno sostituite. Ma attenzione, l'ipotesi principale è quella di "concedere" alla minoranza interna uno dei due rami del Parlamento. Al momento le possibilità sono due: al Senato Schlein mette il suo fedelissimo Francesco Boccia (o in alternativa c'è anche il nome di Antonio Misiani) e quindi alla Camera va Simona Bonafè. Oppure il contrario.



A Palazzo Madama potrebbe anche andare un uomo della minoranza - in pole position Alessandro Alfieri - e di conseguenza a Montecitorio andrebbe la fedelissima della segretaria Chiara Braga. C'è poi il problema di Brando Benifei, capodelegazione al Parlamento europeo. Schlein vuole cambiarlo ma con Pierfrancesco Majorino (che sarebbe stato perfetto) ormai in regione Lombardia a fare opposizione ad Attilio Fontana restano pochi nomi (ipotesi Giuliano Pisapia).

Al momento, dunque, l'intenzione è quella di provare a tenere unito il partito, visto che anche sulle alleanze la segretaria è stata estremamente cauta e non ha chiuso la porta al Terzo Polo spalancandola ai 5 Stelle. Passo dopo passo, in Parlamento si cercherà di muoversi insieme per contrastare il governo Meloni. Una cosa alla volta, senza rotture o fughe in avanti.

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