Piantedosi, ipotesi dimissioni e Lollobrigida. Mantovano: "Fatto il possibile"
Si alza il pressing sul ministro sulla vicenda della strage dei migranti. Voci su Lollobrigida al suo posto. La Guardia Costiera scarica sulla Finanza
Pressing su Piantedosi, possibili dimissioni con arrivo di Lollobrigida?
Si alza il pressing su Matteo Piantedosi. Secondo Repubblica si fa strada anche l'ipotesi delle dimissioni. Ecco come racconta la sua situazione il quotidiano diretto da Maurizio Molinari: "Fa finta di niente, continua a girare come una trottola per l’Europa, grandi manifestazioni di sicurezza sul quadrato che il governo è pronto a fare attorno a lui. Ma Matteo Piantedosi è un ministro sulla graticola. E sta cuocendo a fuoco lento, l’occhio vigile a ogni sguardo che intercetta, l’orecchio attento alle voci di dimissioni che galoppano da quando la neosegretaria del Pd Elly Schlein ha messo il carico da novanta alla richiesta già avanzata da altri nell’opposizione. Il silenzio di Giorgia Meloni lo inquieta, così come le sortite di colleghi come Lollobrigida, Balboni, voci inattese nella richiesta di chiarimenti sulla tragedia di Cutro".
Secondo Repubblica e non solo proprio Lollobrigida potrebbe prendere il suo posto. Intanto, scrive la Stampa, polemiche sull'ipotesi dell'allerta meteo "ignorata". La Stampa dà conto del "primo step fino a ieri non noto: alle 23. 37 la Finanza di Vibo Valentia contatta la Capitaneria di porto di Reggio Calabria. Chiedono se sono al corrente del contenuto della segnalazione dell’Eagle (cioè di Frontex) aggiungendo che c’era una loro unità in mare (V5006), uscita da Crotone e pianificata sino alle ore 6 che avrebbe atteso l’arrivo del target. Reggio Calabria trasmette la disponibilità ad avvisare Roccella e Crotone (dove ci sono mezzi adatti ad uscire anche col mare in tempesta), ma al telefono l’articolazione locale della finanza precisa che per il momento «l’attività viene gestita dalla Gdf»".
Polemiche sull'allerta meteo
Secondo la Stampa "dunque il punto è chiaro: era una missione di law enforcement (di polizia marittima) e non Sar (di soccorso). Il nodo pare essere tutto qui e a dire il vero suona come una ulteriore divergenza di ricostruzioni tra i due interlocutori". Repubblica si concentra invece su un altro punto oscuro, legato "al bollettino meteo ufficiale diramato dall’Aeronautica militare alle 18 del 25 febbraio. Mancano 5 ore all’alert di Frontex. Si legge: «Jonio settentrionale, vento forza 7, mare molto mosso in aumento». Il dispaccio Meteomar disegnava già a quell’ora «e con validità fino alle 6 del mattino dopo» condizioni proibitive proprio in quel macro-tratto di mare. Annunciava «burrasca in corso» con mare anche forza 7.
Arriva poi l'alert di Frontex. Come spiega Repubblica, "nella segnalazione non vengono rimarcati «segni di pericolo», la galleggiabilità è buona. Ma in controluce qualche indizio c’è: Frontex segnala di aver captato una chiamata satellitare che dalla barca arriva in Turchia, dà atto che c’è una persona sul ponte, ma altre potrebbero essere sottocoperta, anche perché gli oblò a prua sono aperti e si registra “una significativa risposta termica”. E, prosegue Repubblica, "nonostante tutto, non vengono ravvisate le condizioni per dichiarare un “evento Sar”, l’operazione di salvataggio che prevede l’impiego di mezzi della Guardia Costiera".
Mantovano: "Fatto tutto il dovuto"
"Dalla ricostruzione, emerge che nessun allarme è stato lanciato. E invece da giorni leggo su alcune testate una tesi che sostanzialmente dice: siete voi che non avete voluto salvare quelle vite. Questa, me lo lasci dire, è una follia. Ma siamo impazziti?". Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un colloquio con Repubblica respinge le accuse al governo sul naufragio di Crotone.
"Il punto - prosegue Mantovano rispondendo a un appunto sulle parole delle dal ministro Piantedosi - non è se avrei detto più o meno quello che ha detto il ministro. Il punto non sono i suoi toni. Il punto è se è stato lanciato un qualunque segnale di allarme: per quello che mi consta no".
“Frontex non ha lanciato alcun allarme. Cosa dice la loro segnalazione? Che c’è un’imbarcazione con una persona visibile, indica la possibilità che possano essercene altre sottobordo: questo non è un allarme, vale anche se si fosse trattato di una normale barca da diporto, altrimenti dovremmo intervenire per ogni imbarcazione” spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. E la guardia costiera non si muove prima “perché le condizioni del mare sono peggiorate più tardi, poco prima del naufragio”. “Che non ci fosse allarme lo dimostra il fatto che il velivolo che raccoglie le foto non ha continuato a seguire quella imbarcazione dopo aver inviato la comunicazione” continua la spiegazione di Mantovano, che replica anche ai dubbi del comandante della Guardia costiera: "se sa qualcosa lo dica ai magistrati. Credo che gli inquirenti abbiano raccolte le carte e stanno ascoltando alcune persone".
Quanto alle polemiche sulla presenza o meno del ministro Salvini in Parlamento, “chiunque interverrà in Parlamento lo farà per tutto il governo e tenendo conto di tutto il quadro” conclude il sottosegretario.
De Micheli: "Toninelli si era piegato a Salvini"
Sempre sul tema migranti, sia Repubblica sia la Stampa hanno intervistato Paola De Micheli, ex ministra dem delle Infrastrutture. "Da ministra delle Infrastrutture ho scritto un atto di indirizzo che recepisse le modifiche al codice della navigazione internazionale per il salvataggio in mare. Con quel mio provvedimento c’era la copertura giuridica totale anche da parte dell’Italia sulle procedure internazionali già comunque applicate. La stella polare era: le operazioni di salvataggio devono scattare a qualsiasi condizione", dice De Micheli a Repubblica.
Poi una critica nei confronti del suo predecessore Toninelli del Movimento Cinque Stelle: "Guardi, il punto non è tanto giuridico. È che nel governo giallo-verde comandava Salvini e quindi il dicastero delle Infrastrutture mancava di autonomia. Valga per tutti l’esempio della nave Gregoretti, per dire del tipo di rapporti che c’erano in quell’esecutivo e come gli input erano salviniani e venivano eseguiti".