Piantedosi smonta la protezione speciale: "Solo il 5% permessi crea lavoro"
Il ministro dell'Interno interviene al convegno Coisp e risponde sullo stato di emergenza migranti: "Arrivi ingestibili se ne arrivano 5 o 6mila ogni weekend"
Piantedosi sui migranti: “Sì agli obblighi umanitari ma anche a quelli costituzionali"
Il ministro Matteo Piantedosi ha chiarito la posizione del governo in merito alla protezione speciale per i migranti durante il convegno organizzato dal sindacato di polizia Coisp: “Sono convinto che i lavori parlamentari riusciranno a trovare il giusto punto di equilibrio tra il rispetto degli obblighi umanitari e costituzionali, ma nello stesso tempo senza svilire l’alto valore di un istituto giuridico trasformandolo certi istituti in un meccanismo surrettizio di elusione dell’accesso al soggiorno nel territorio nazionale”. Il ministro dell’interno ha esordito con queste parole durante il question time, per poi fare un paragone –azzardato o almeno improprio secondo alcuni – con la gestione dell’esodo dei rifugiati ucraini: “La dichiarazione dello stato di emergenza per la gestione dei flussi migratori non ha voluto significare qualificare ideologicamente i problemi che stiamo vivendo, di gestione del fenomeno degli sbarchi, come un’emergenza nell’accezione negativa del termine”.
Proprio su questo Piantedosi ha poi argomentato: “Si è fatto ricorso allo stato di emergenza anche per i profughi ucraini per avere strumenti di gestione del fenomeno che possano essere anche ai fini degli aspetti umanitari dell’accoglienza, adeguati al forte impatto concentrato degli arrivi delle persone. Il ministro conclude poi lo spazio delle domande con un esempio molto pragmatico: “Se in un fine settimana ne arrivano 5-6mila sfido chiunque con strumenti ordinari a trovare un’adeguata sistemazione nel giro di poche ore”.