"Ppe e Ecr non hanno la maggioranza. La Lega c'è, ma via Von der Leyen"
Parla Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo. Intervista
"Abbiamo avviato un coinvolgimento della base e della classe dirigente, allo scopo di identificare quale sia il luogo in cui le idee della Lega possano essere espresse più liberamente"
Che cosa farà Matteo Salvini alle elezioni europee? Come intende collocarsi il Carroccio dopo le affermazioni del vicepremier e ministro dei Trasporti che il Centrodestra unito vince in Italia ma anche in Europa? Affaritaliani.it ha rivolto queste cruciali domande a Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo.
L'INTERVISTA
Come si sta organizzando la Lega in vista delle elezioni europee del 2024?
"In questi anni la Lega, partito italiano più grande al Parlamento Europeo, ha effettuato un presidio costante su tutti i dossier più importanti discussi e approvati dalle istituzioni Ue: questo ci consente di lavorare una campagna elettorale in cui sarà messa in evidenza la coerenza mostrata sin dal primo giorno in aula e fuori, nella forte opposizione e nel voto contrario su una lunga serie di follie di Bruxelles, a cominciare da quelle che colpiscono l’agroalimentare, il Made in Italy, il nostro saper fare e la capacità del nostro continente di essere produttivo. Nell’ultimo consiglio federale della Lega, Matteo Salvini ha ricordato come da parte sua ci sarà volontà di coinvolgere personalità di rilievo affinché le liste della Lega siano competitive e contribuiscano a eleggere parlamentari europei capaci e consapevoli del ruolo delicato e fondamentale che le istituzioni di Bruxelles purtroppo hanno assunto sulla vita di lavoratori famiglie e imprese. Noi siamo sempre stati in prima linea a difendere gli interessi degli italiani: non tutti possono affermare lo stesso".
Resterete nel gruppo ID o ci sono altre ipotesi allo studio?
"A differenza di altri, la Lega è un vero partito che può contare su organi, congressi, militanti, sezioni, confronto costante. Abbiamo avviato un coinvolgimento della base e della classe dirigente, allo scopo di identificare quale sia il luogo in cui le idee della Lega possano essere espresse più liberamente. Da parte nostra, crediamo fortemente che il gruppo Id abbia avuto in questi anni un ruolo fondamentale e che possa ancora sviluppare potenzialità ancora in parte inespresse. Stiamo lavorando per far crescere il gruppo, con l’aumento del numero dei partiti che ne fanno parte e assieme alla Lega avranno incarichi di governo. I sondaggi evidenziano la crescita dei nostri storici alleati di FPÖ in Austria, ma anche il Vlaams Belang in Belgio, guidato dall’ottimo Tom Van Grieken primo partito nelle Fiandre da almeno tre anni, per non parlare del Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, primo partito in Francia, pronto ad andare al governo, ereditando anni di disastri targati Macron. In Lega ci confrontiamo costantemente, e oggi siamo assolutamente convinti del percorso che abbiamo avviato, non ci sono alternative plausibili. Anzi: la Lega, che non è solo partito di protesta ma anche di governo a livello locale, regionale e nazionale, potrà anche aiutare i propri alleati europei ad affrontare un percorso simile al proprio, per governare ovunque in Europa: è solo una questione di tempo, i cittadini questo segnale lo stanno dando chiaramente".
Si parla di una possibile maggioranza Popolari-Conservatori, la Lega ne farà parte?
"Negli ultimi tempi si leggono molte analisi sul dialogo Ppe-Ecr. In merito ad alcune letture piuttosto fantasiose e distanti dalla realtà, io ringrazio gli insegnamenti della mia maestra Tina, che alle elementari mi aveva introdotto ai rudimenti dell’aritmetica: bastano quelli per capire che Ecr e Ppe, da soli, non sono sufficienti ad avere una maggioranza; e nemmeno se il gruppo Id fosse assieme a loro, ci sarebbe una maggioranza al Parlamento Europeo. La chiave è invece il gruppo dei cosiddetti liberali, quelli di Macron, Renzi e Calenda, che in questa legislatura non solo hanno fatto da stampella alla sinistra, ma persino hanno condotto a sostenere la deriva estremista e di sinistra della maggioranza anche buona parte del Ppe. Ciò che noi denunciamo da tempo è che il Ppe, incapace di costruire una maggioranza moderata, di centrodestra, ha preferito accodarsi a un’agenda ideologica, dettata e scritta da sinistra illiberali alle quali ha aderito Macron, portando a disastri come le politiche green e al pessimo lavoro condotto da questa Commissione guidata da Ursula Von der Leyen. Media e opinionisti spesso dimenticano che il dialogo Ecr-Ppe è funzionale per capire cosa avviene in Consiglio: negli ultimi mesi, i cambi di governi in Svezia, Finlandia, Italia, presto anche in Spagna, stanno portando mutamenti molto forti. In quel contesto, il Consiglio Europeo, è il Ppe a non avere più leader di governo in paesi importanti, oggi appannaggio di altri gruppi politici. Per questo, ciò che ha fatto Weber è naturale e doveroso, ma è legato a equilibri che riguardano il Consiglio, più che il Parlamento stesso. In ogni caso, Lega e Id sono al lavoro per essere determinanti e fare in modo che anche il Parlamento possa contare su una valida alternativa alla sinistra, che oggi purtroppo detta legge con una legislazione estremista su temi ambientali, ma anche con risoluzioni che ogni mese attaccano i governi di centrodestra, con strumentalizzazioni continue contro quei leader e governi sgraditi a Bruxelles. Un inaccettabile uso strumentale di istituzioni così importanti, che solo questa pessima sinistra porta avanti. Spiace purtroppo constatare come anche a molti europarlamentari italiani di sinistra, perdendo elezioni a tutti i livelli e dappertutto, non resta che aggrapparsi alle istituzioni Ue per provare a mettere in difficoltà il loro Paese. Questo accade tutte le volte che la sinistra non ha il potere in Italia, purtroppo non ci aspettavamo nulla di diverso. E ricordiamoci che nella Commissione Europea siede ancora un commissario italiano con la tessera del Pd in tasca.
Matteo Salvini, commentando le elezioni in Spagna, ha detto che il Centrodestra unito vince in Italia e in Europa. Come realizzare questo risultato?
"Matteo Salvini ha fatto bene a invocare un centrodestra unito, la nostra coalizione ben governa da molto tempo in Italia a livello locale, nella maggior parte delle regioni e da qualche mese anche il Paese. Il grande tema su cui tutti dovrebbero fare una seria analisi è comprendere cosa vuole fare il Ppe nel proprio futuro prossimo. Noi lavoriamo bene e a stretto contatto con diversi partiti che fanno parte dei Popolari, non solo con gli amici di Forza Italia, ma sappiamo bene che quasi metà dei partiti dell’ex famiglia democristiana a Bruxelles, a casa loro, governano in coalizioni di centrosinistra. All’interno del Ppe devono confrontarsi e capire cosa fare, se vogliono che questo disastroso Green Deal vada avanti in questo modo, a danno della nostra competitività, perché credo che gli stessi loro elettori siano in difficoltà, su temi sui quali Id ed Ecr hanno idee molto più chiare e nette. Sulla transizione ecologica abbiamo dimostrato di comprendere l’importanza di interpretare un processo che deve esser determinato in equilibro sociale ed economico, senza sacrificare interi settori sull’altare dell’ideologia green, perché temiamo che le conseguenze su famiglie, lavoratori e imprese saranno molto gravi, mentre il Ppe si è purtroppo reso complice di tutto questo e che il loro ravvedimento di queste settimane sia soprattutto un calcolo elettorale. Per fortuna, il nuovo governo in Italia sta facendo sentire la propria voce, dopo anni di assenza e silenzio è presente sui dossier europei in maniera tempestiva, anche su argomenti dove sarebbero serviti interventi da parte dei precedenti esecutivi, come alcuni ministri del governo Draghi. Oggi, ministri come Matteo Salvini stanno portando avanti correttivi importanti sulle norme Ue, anche lavorando al fianco di governi di colori diversi, scettici sugli estremismi green. Quanto accaduto in Olanda, con il partito degli agricoltori nato dal nulla che stravince le elezioni locali cavalcando la protesta contro le follie ambientaliste, deve far riflettere tutti, e anche a Bruxelles molti sono spaventati da certi fenomeni, chiedendo di rallentare con la transizione marcatamente ideologica portata avanti da Timmermans. Al di là delle scelte dei partiti, di alchimie, teatrini, giochini delle alleanze, alle volte un po’ stucchevoli, noto nei cittadini una forte volontà di cambiamento, quando si tratta di Europa: le assurdità di certe norme e l’ipocrisia con cui la Commissione europea si è occupata di certi provvedimenti è sotto gli occhi di tutti, settori chiave sono in difficoltà e agricoltori pescatori lavoratori non riescono più a lavorare con norme Ue così complicate, che distruggono il lavoro anziché creare crescita e sviluppo, oltre a non essere efficaci dal punto di vista ambientale. I partiti del centrodestra hanno maturato in questi anni una propria sensibilità ambientale, oggi tutti crediamo negli obiettivi di lungo termine della transizione, ciò che però ci troviamo ad affrontare è un garbuglio di norme complesse e inestricabili che anziché portare benefici all’ambiente rischiano di rendere impossibile fare impresa in Europa, che già oggi è il continente cresciuto meno rispetto al resto del mondo nell’ultimo decennio. Il fallimento di Ursula Von der Leyen è sotto gli occhi di tutti e il passaggio necessario affinché ci sia vero coinvolgimento dei partiti di centrodestra è che il suo nome sparisca dai papabili per guidare la Commissione europea nel prossimo quinquennio. I danni che ha fatto sono enormi, bisogna voltare pagina al più presto".