Gas, price cap dinamico e temporaneo? Europa egoista che se ne frega...
Gas, la Commissione europea - lacerata al suo interno - si inventa una soluzione ridicola e inutile
Germania e Olanda campioni di egoismo
"Non sarà possibile proteggere tutti dalle conseguenze economiche della guerra". E' stato quantomeno onesto, drammaticamente onesto, il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo, presentando la sottospecie di proposta dell'esecutivo di Bruxelles sul famigerato, agognato e sognato tetto al prezzo del gas. La Commissione, lacerata al suo interno, si inventa il price cap dinamico e temporaneo al gas, al fine di "evitare un'eccessiva volatilità dei prezzi e prevenire picchi estremi sul mercato dei derivati energetici". Così almeno si legge nella bozza del nuovo pacchetto di misure contro il caro energia.
L'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) "avrà il compito, sulla base delle relazioni presentate dalle autorità nazionali competenti, di coordinare l'applicazione di questo meccanismo in tutta l'Unione e di documentare le divergenze". Tra le misure ipotizzate da Bruxelles, c'è anche quella di sviluppare un nuovo indice di prezzo complementare per il gas naturale liquefatto che sia alternativo rispetto al Ttf di Amsterdam. A raccogliere le informazioni necessarie alla creazione del nuovo benchmark entro al fine del 2022 sarà l'Agenzia Ue per la cooperazione tra i regolatori energetici (Acer): "l'indice dovrebbe essere disponibile in tempo per la prossima stagione di riempimento degli stoccaggi all'inizio del 2023", rivela il documento.
E' la terza volta che la Commissione europea prova a proporre il price cap al gas, e la montagna partorisce il topolino. Mario Draghi ha iniziato ad aprile a chiedere un tetto europeo al prezzo dell'energia, come risposta alla guerra e alle sanzioni contro la Russia, ma Bruxelles non è in grado di decidere. Rinvia e si divide, mentre le aziende italiane chiudono e le famiglie fanno la fame, a causa dell'egoismo di alcuni Paesi europei. Uno su tutti, guarda caso, proprio la Germania della presidente Von der Leyen.
Nel documento congiunto prodotto dai 27 ministri dell'Energia europei che si sono riuniti a Praga la scorsa settimana e che si rivedranno il 20-21 ottobre per il Consiglio europeo emerge un quadro di profonda divisione rispetto alla scelta di “applicare un tetto massimo o un corridoio al prezzo del gas sul mercato all'ingrosso". "Le opinioni divergono su questa opzione" e sul fatto che "tale misura sia possibile ed economicamente efficiente o se possa portare a razionamento, arbitraggio o sussidi", si evidenzia nel testo, che chiede di studiare l'opzione di modificare i riferimenti all'indice Ttf nei contratti pertinenti attraverso una misura legale e/o regolamentare dell'Ue" rimarcando, però, come anche in questo caso "le opinioni siano differenti".
Molto semplice. La Germania, che ha appena varato un piano da 200 miliardi di euro contro il caro bollette, se ne frega della solidarietà europea e, potendo fare deficit a sproposito (a differenza dell'Italia), si oppone al price cap perché teme di non trovare il gas sul mercato per il prossimo inverno, potendo permettersi di comprarlo a prezzi più elevati. L'Olanda, di fatto un'appendice della Germania, si oppone e segue Berlino perché la sede del TTF è situata proprio in Olanda ed è uno snodo centrale per il mercato europeo e strategico che consente il trasferimento del gas tra i Paesi più grandi come Francia, Germania, Norvegia, Italia e Gran Bretagna.
Il combinato disposto dell'asse Berlino-Amsterdam, più i loro amichetti del Nord-Europa, paralizza l'Europa, la rende di fatto impotente e prigioniera degli egoismi di quei Paesi, come la Germania del socialdemocratico Olaf Scholz, che guardano con la puzza sotto il naso al nascente governo guidato da Giorgia Meloni in quanto (si teme) anti-europeo. Poi sono loro i primi a rendere inutile e perfino dannosa questa sottospecie di Europa unita. Senza dimenticare che quasi dieci anni fa fu Frau Angela Merkel da Berlino Est a spingere per restare dipendenti dal gas russo. Un capolavoro. Viva l'Europa, insomma...