Cronache
“E’ tempo di legalizzare la cocaina”, lo dice The Economist bibbia liberista
Non è una provocazione ma un invito che il prestigioso settimanale fa al presidente USA Joe Biden. Ecco perché è una follia. Cosa ne pensate?
Cocaina legale, sì o no? La strada che consiglia The Economist. Cosa comporterebbe?
“Joe Biden è troppo timido. E’ tempo di legalizzare la cocaina. I costi del divieto superano i benefici”. Questo il titolo e il sottotitolo di un editoriale apparso nell’ultimo numero che The Economist, bibbia mondiale dei liberisti, dedica al tema dopo che il 6 ottobre Biden ha perdonato i circa 6.000 americani condannati per possesso di una piccola quantità di marijuana.
“Da quando Richard Nixon ha lanciato la ‘guerra alla droga’ mezzo secolo fa, il flusso di cocaina negli Stati Uniti è aumentato”. Ecco uno dei passaggi chiave dell’articolo che mette il dito nella piaga: la guerra alla droga lanciata dagli Stati Uniti è fallita.
“Tra il 2000 e il 2020 gli Stati Uniti hanno investito 10 miliardi di dollari in Colombia per sopprimere la produzione, pagando le forze armate locali per irrorare le piantagioni di coca con erbicidi dall'aria o per sradicare i cespugli a mano. Inutilmente: quando la coca viene sradicata da un pendio, si sposta su un altro”.
In sostanza avere la cocaina come merce illegale non fa che avvantaggiare la criminalità organizzata e rendere ancora meno sicuro lo stupefacente. La proposta della rivista: “La vera risposta è la piena legalizzazione, che consente ai non criminali di fornire un prodotto rigorosamente regolamentato e altamente tassato, proprio come fanno i produttori di whisky e sigarette. (La pubblicità dovrebbe essere vietata)”.
Ma ha senso equiparare la cocaina all'alcol o alle sigarette?
Chi scrive conosce la potenza di una droga che non ha neanche un farmaco per il trattamento della dipendenza? Anche per l’eroina c’è: il metadone.
Fa più male l’alcol o le sigarette è un tema dibattuto da decenni. Ma equipararvi la cocaina denota una mancanza di conoscenza da lasciare basiti.
Vorrebbero metterla su un bancone per la vendita come un prodotto da commercio?
Immaginate cosa comporti rendere disponibile la cocaina come alcol e sigarette!
Nel 2015 il rapporto “Global statistics on alcohol, tobacco, and illicit drug use” spiega che malattie, disabilità e morti premature legate al consumo di alcolici e sigarette sarebbero costate alla popolazione mondiale un totale di oltre 250 milioni di anni di vita. Molti di più rispetto alle “poche” decine di milioni di anni persi a causa di droghe e sostanze illecite, certo. Ma rendere la cocaina un prodotto da banco non farebbe seguire lo stesso iter con una sostanza che ha un potenziale 100 volte più elevato?
C’è chi è morto alla prima assunzione, sono eventi di cronaca noti. “Il consumo di cocaina aumenta di quattro volte il rischio di morte riscontrabile nelle persone che non assumono la sostanza stupefacente”, spiega una ricerca spagnola del 2014. Il decesso, avvenuto anche in persone alla prima assunzione, in realtà potrebbe non essere un evento improvviso, ma soltanto la ‘spia’ che segnala la presenza di una disfunzione vascolare in precedenza mai diagnosticata, spiegano i ricercatori. La cocaina ha infatti effetti sul cuore, sul sistema circolatorio e sul cervello devastanti che possono manifestarsi anche sul breve periodo.
“La legalizzazione disdegnerebbe le bande. Ovviamente, alcuni troverebbero altre entrate”, scrive The Economist, “ma la perdita dei profitti della cocaina aiuterebbe a frenare il loro potere di reclutare, acquistare armi di fascia alta e funzionari corrotti. Ciò ridurrebbe la violenza legata alla droga ovunque, ma soprattutto nella regione più colpita, l'America Latina”.
Anche questo è tutto da provare. Prima dell’avvento della cocaina esisteva la criminalità organizzata ed esisterà anche se la cocaina passasse in disuso. Il campo dell’illegale e dei reati organizzati è ampio e complesso e prevede sempre nuovi mercati e poi ci sono sempre quelli fiorenti, dalla prostituzione al riciclaggio del denaro, dalle mazzate per il controllo del territorio allo smaltimento illegale di rifiuti, solo per citare i più prevedibili per non nominare le attività considerate legali.
La verità è che per la cocaina, come per il problema delle tossicodipendenze, non vi è alcuna attività di prevenzione e di informazione adeguata fatta dagli Stati. La cocaina è rimasta un “territorio” lasciato all’illegale in toto. E non si è mai andati oltre la contrapposizione repressione/legalizzazione. La gente si droga oggi con la cocaina e con altro e continuerà a farlo anche domani, che sia legale o meno, ma trasformare uno stupefacente così potente in un prodotto da banco alla pari di alcol e sigarette metterebbe in moto un processo di “normalizzazione” dagli esiti non prevedibili.
Dopo la legalizzazione (almeno in alcuni Paesi “civilissimi”) dell’eutanasia per i bambini, l’Intelligenza Artificiale che regola cosa sia lecito dire e comprare e cosa no e la medicina come sistema terapeutico che dà diritto a lavorare la cocaina verrà equiparata ad un’aspirina perché ce lo dicono i liberisti?