Price cap gas, Olanda-Germania fanno da sole: il piano per affondare l'Italia

Germania e Olanda hanno presentato a Bruxelles un piano congiunto per evitare il Price Cap. Ecco come cercheranno di affossare l’Italia e gli altri Paesi Ue

di Antonio Amorosi
Politica

Crisi energetica e price cap sul gas, come Germania e Olanda "distruggono" il mercato interno dell'Ue

Germania e Olanda hanno presentato a Bruxelles un piano congiunto per evitare il Price Cap, il famoso tetto al prezzo del gas, che già 17 Paesi della UE sembrano intenzionati scegliere come soluzione alla crisi energetica. E’ quanto trapela da Praga.

Il documento congiunto è stato presentato durante un Consiglio informale dell'energia dell'UE tenutosi proprio nella capitale Ceca, dove i 27 ministri dell'Energia si stanno incontrando per discutere la risposta dell'UE all'aumento dei prezzi di gas e elettricità.

Alle spalle di Olanda e Germania ci sarebbe anche la Norvegia che non sembra così disinteressata agli esiti del summit, visti gli extraprofitti incamerati dalle proprie imprese da inizio crisi.

Il documento espone 10 punti ma i passaggi chiave sono 3: riduzione del fabbisogno di energia di ogni Paese della UE; acquisto del gas a livello di Unione Europea con ridistribuzione nei singoli Paesi; accelerazione sulle rinnovabili con investimenti UE massivi previa semplificazione di tutte le procedure di accesso.

Queste misure dovrebbero "calmare i mercati", ha affermato il ministro dell'Energia olandese Rob Jetten prima della seconda giornata di colloqui informali di mercoledì. Se sull'ultimo punto, le rinnovabili, potrebbe aprirsi scenari nuovi a livello continentale lo snodo è determinato dagli altri due punti e soprattutto da quello sugli acquisti comuni.

La centralizzazione degli acquisti a livello UE, con la predefinizione del fabbisogno, metterebbe in mano proprio alla Commissione Europea guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen i "rubinetti" dell’energia.

Da un lato la Germania annuncia 200 miliardi di euro sul piatto per difendere le proprie imprese e i propri cittadini, dall’altro vuole che tutto il potere di gestione dell’energia sia coordinato dalla commissione guidata dal proprio leader europeo. La UE potrà così decidere quando chiudere e quando aprire i “rubinetti”, a seconda della convenienza e della pianificazione prevista. Ma così facendo Paesi l’Italia e gli altri meno forti nella UE rischiano di vedere minata alla fonte la propria autonomia e libertà. Energia vuol dire vita e possibilità di produrre.

Con questo piano le minacce preelezioni italiane di Ursula von der Leyen, “vedremo il risultato delle elezioni in Italia, ma se le cose andranno in una situazione difficile, come nel caso di Polonia e Ungheria, abbiamo gli strumenti”, acquistano un valore ancora più preoccupante e sinistro.

A questo punto sarà facile prevedere il tam tam dei media mainstream che racconteranno l’egoismo di Paesi come l’Italia che non vogliono aderire ad un piano europeo tanto lungimirante.

Secondo il documento congiunto, l'UE ha bisogno di uno sforzo coordinato su un pacchetto d'azione per far fronte alle scarse forniture di gas e agli acquisti non coordinati dai Paesi dell'UE, che hanno fatto salire i prezzi dell'energia. Certo!

E affinché gli acquisti congiunti funzionino, le società energetiche e i grandi consumatori di gas industriali con potere d'acquisto devono essere coinvolti nel processo, sostiene il documento.

L'Europa dovrebbe anche sfruttare il suo peso sui mercati globali del gas per concludere contratti di fornitura a lungo termine, spiega il documento, e potrebbero offrire ai Paesi produttori di gas maggiori incentivi per abbassare i prezzi.

Tutto vero. Ma perché evitare di mettere un tetto ai prezzi e consegnare i nostri destini nelle mani di questa UE in modo acritico?

A livello politico è già partita la rumba.

Parlando ai giornalisti a Praga, il direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale per l'energia Fatih Birol ha dichiarato: “Per questo inverno abbiamo bisogno di molte cose, ma la cosa di cui abbiamo più bisogno è la solidarietà tra i Paesi dell'Unione Europea e, se non dimostriamo solidarietà all'interno dell'Europa, se falliamo questa prova di energia, le implicazioni potrebbero essere oltre l'energia". E ancora: "Il prossimo inverno potrebbe essere anche più difficile di questo inverno"

Il riferimento è al dato che se i depositi di gas dell'UE sono attualmente quasi pieni la situazione potrebbe diventare più difficile il prossimo anno, a causa della probabile indisponibilità del gas russo.

Il governo austriaco si sta allineando ai progetti dei governi olandese e tedesco.

Il provvedimento tedesco sui 200 miliardi aveva già causato dure reazioni al penultimo vertice dei leader dell'UE del 7 ottobre, dove il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki aveva accusato la Germania di "distruggere" il mercato interno dell'UE sovvenzionando le proprie imprese e opponendosi a un tetto paneuropeo sui prezzi del gas.

 

 

 

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