Primarie Pd, con Elly Schlein segretaria è rivoluzione: tutti i nomi
Svolta storica nel centrosinistra: è la prima segretaria-donna del Pd. Ora cambia tutto (o quasi). Il piano per evitare le scissioni
Primarie Pd: il voto dei simpatizzanti ribalta il risultato dei circoli. Esito storico: Schlein batte Bonaccini
Elena Ethel Schlein è la prima segretaria donna del Pd. Ci sono voluti quasi 16 anni di storia e dieci segretari uomini che non hanno mai vinto nemmeno un'elezione nazionale, per arrivare al cambiamento. Elly, come da sempre tutti la chiamano, lo rappresenta non solo dal punto di vista del genere: lo è per una questione generazionale, per le scelte sessuali delle quali ha ritenuto di parlare in pubblico, per il dissenso manifestato uscendo dal partito ai tempi del primo inciucione con Berlusconi, salvo poi rientrarvi quando Letta ha posto le basi per una rigenerazione. E almeno questo merito va riconosciuto all'ormai ex segretario, con tutte le critiche che anche noi gli abbiamo riservato.
Elly Schlein rappresenta il cambiamento soprattutto per i metodi e per aver rivitalizzato un partito dall'encefalogramma quasi piatto, schiacciato dai continui fallimenti elettorali, dal tracollo del 25 settembre, dalle recenti regionali in Lazio e Lombardia e da sondaggi da brivido. No, per evitare il colpo di grazia non basta fingersi morto, ma si deve mobiiltare il popolo. Elly Schlein lo ha fatto, portando ai gazebo drappelli di sostenitori che da tempo si erano arresi alla rassegnazione. Totalizzare oltre un milione di partecipanti alle primarie del Pd è un dato di tutto rispetto, coi tempi che corrono.
Vinta nettamente la sfida nei circoli, dove aveva pesato soprattutto l'ampio sostegno trasversale da parte delle diverse correnti, Stefano Bonaccini è dovuto ripartire da zero a zero con le primarie aperte, una sorta di avventura in mare aperto senza nemmeno la bussola, viste le diverse incognite dettate dalla congiuntura politica. Certamente, Schlein sapeva di contare un'ampia fetta di quel centrosinistra che non si riconosce nel Pd (o almeno non sempre), ma che è riuscita a cambiarne il corso della storia. Bonaccini aveva già sparato le sue cartucce tra gli iscritti e aveva quindi le sue buone ragioni per temere il confronto aperto.
Il tema di fondo era di tipo numerico: quanti “simpatizzanti” avrebbero preso di assalto i gazebo, in tempi di astensionismo record e gigantesca sfiducia verso la politica? Se la curva della partecipazione avesse proseguito naturalmente verso il basso, Bonaccini avrebbe vinto con le mani in tasca. Invece il sorprendente dato delle ore 13.00, con l'affluenza già schizzata alla soglia dei 600.000 votanti, aveva fatto suonare l'allarme rosso. Contemporaneamente sono entrati in fibrillazione entrambi i comitati: all'unisono è partita una raffica di telefonate e messaggi WhatsApp finalizzata a scuotere gli indecisi e mobilitare fino all'ultima freccia nella faretra. Il risultato finale ha spazzato via ogni dubbio, prestandosi a una lettura politica molto chiara, ma da scomporre punto per punto:
A sinistra il cuore batte ancora
Il Pd non è affatto morto, anche se ha fatto di tutto per sembrarlo. Nonostante sondaggi drammatici, ha tenuto botta anche alle ultime regionali, mantenendo una percentuale dignitosa e resistendo all'Opa da un lato di Conte e dall'altra di Calenda/Renzi. Queste primarie rappresentano un'ulteriore prova di orgoglio: il corpaccione sarà pure stanco e ferito, ma a sinistra c'è ancora un cuore che batte. Il Pd continua a rappresentare la principale forza di opposizione alla destra-centro di governo.
La primavera del Pd che rinasce
Stefano Bonaccini merita il massimo rispetto: è un ottimo amministratore locale, un politico di professione e dal pedigree PCI di quelli nobili, di quando ancora esistevano le scuole di politica che filtravano gli incapaci, interdendo loro l'accesso alle stanze del potere. E' anche un grande signore, come ha dimostrato con uno dei concession speech più nobili che la politica italiana ricordi. Ma gli elettori lo hanno visto come l'ennesimo capo della “ditta”, una scelta di continuità che il Pd di oggi non poteva permettersi. Vanno benissimo le best practice dei territori, ma ai Dem serviva uno scossone: basta coi soliti noti, con gli eletti sovrapposti agli organismi dirigenti e i capocorrente sempre impegnati a decidere tutto in riunioni ad alto tasso di testosterone. Il popolo del centrosinistra ha scelto l'azzardo ragionato di Elly Schlein: giovane, donna e con un passato da scissionista civatiana, caratteristica – quest'ultima – che ha provocato qualche travaso di bile ai più ortodossi, ma non certo agli elettori.
La segreteria di Elly Schlein – i nomi
“Elly Schlein è la novità, ma dietro di lei ci sono i soliti noti: Franceschini, Boccia, Zingaretti, Bersani...”. In questa obiezione, vagamente misogina, si nascondeva soprattutto la mancanza di visione di chi non conosce bene la nuova segretaria del Pd, che fin dai primi passi della sua candidatura ha messo alla porta chi proponeva il proprio sostegno in cambio di una poltrona prossima futura. Certo, ora dovrà dimostrare coi fatti di saper governare un partito già dilaniato dagli scontri di corrente ed è per questo che un ruolo di peso andrà subito offerto proprio a Stefano Bonaccini, col quale peraltro ha già governato in Emilia-Romagna. Il partito non si può spaccare tra vincitori e vinti, altrimenti sarà un partito a metà. Cedere alle furbe lusinghe di Maria Elena Boschi, per conto del Terzo Polo, sarebbe da ingenui. Non è più tempo per queste dicotomie: semmai bisogna allargare il consenso, ma in questo Schlein pare giù sulla buona strada. Eletta la segretaria, ora inizia la partita della segreteria, puzzle ben più composito.
Chi è Elly Schlein, nuova leader della sinistra femminista, radicale e ambientalista
Chi vince, oltre a Elly Schlein?
Antonio Misiani, già viceministro all'Economia, vede crescere esponenzialmente il proprio peso interno al partito, avendo coordinato egregiamente la mozione vincitrice. Con lui, saranno certamente protagonisti del nuovo corso anche Francesco Boccia, fondamentale per la tenuta della Puglia, contro i più potenti esponenti locali, e Pierfrancesco Majorino, da tempi non sospetti vicinissimo alla Schlein. Le ha leamente manifestato il suo sostegno anche durante la campagna elettorale per la Lombardia, quando sarebbe stato più conveniente tacere per non scontentare nessuno. D'altra parte, già l'idea di scendere in campo per una partita così difficile era stata una dimostrazione di coraggio e generosità.
Scommessa vinta anche per il vicesegretario uscente, Peppe Provenzano, per Chiara Gribaudo, Chiara Braga Marco Furfaro e Stefania Bonaldi, nonché per i rientranti di Articolo 1, guidati da un Pierluigi Bersani che ha esplicitamente fatto il tifo per la candidata “meno compromessa” col passato renziano. Il fantasma di Matteo Renzi ha lungamente aleggiato su questo congresso. Con Bonaccini, perde Pina Picerno, ma anche gli ex Area Dem che non hanno seguito Franceschini nella scelta di dare sostegno a Schlein, da Piero Fassino a Patrizia Toia. Incassa un duro colpo anche Lorenzo Guerini, che prima di ogni altro leader di corrente aveva schierato tutta la sua Base Riformista nel plotone di Bonaccini. La comunanza di intenti era tale che si parlava di scioglimento dell'area che fu renziana, già pronta a confluire in Energia Popolare, qualora da mozione congressuale fosse diventata maggioranza del partito. La sconfitta alle primarie invece rimette tutto in gioco, con voci di uscite eccellenti. Nella squadra degli sconfitti ci sono anche dei nomi altisonanti, da Vincenzo De Luca ad Antonio De Caro, passando per Giorgio Gori, Dario Nardella e Brando Benifei.
Riposizionamenti in corso: chi conta di più?
LA PREVISIONE DI AFFARI Elezioni, il Pd guarda già al futuro: si pensa a Elly Schlein nuova segretaria |
Se Elly Schlein opterà per una segretaria di tipo unitario, certamente ne farà parte anche Paola De Micheli. Qualche dubbio in più riguarda Gianni Cuperlo, che non ha fatto apparentamenti ufficiali ne' con lei, ne' con Stefano Bonaccini. Nonostante il magro risultato nelle sezioni, certamente una figura come la sua non potrà essere esclusa da un percorso di rigenerazione del Pd, soprattutto se verrà confermata l'ipotesi di una segreteria di tipo unitario. Sembrano destinati a stare più sullo sfondo sia Goffredo Bettini che Nicola Zingaretti, ricompattati sul sostegno alla candidata vincente, ma che in un'ottica di disfacimento delle vecchie correnti non paiono più inamovibili come un tempo.
Elly Schlein e le prime scelte: alleanza con M5S o Terzo Polo?
Il nodo più problematico del nuovo corso del Pd riguarda le alleanze. Se Bonaccini è un riformista che avrebbe volentieri riaperto il canale privilegiato con Calenda e Renzi, Schlein è più incline al dialogo con Conte, sostenuta peraltro da big come Orlando e Bersani. C'è però un (grosso) problema di numeri, sia interni che esterni. Per poter pensare di contendere il Paese alla destra-centro ci vorrebbero anche i voti del Terzo Polo, operazione politicamente difficilissima. D'altra parte, sbattere la porta in faccia a Calenda/Renzi significherebbe mettere un bazooka nelle mani di Bonaccini, che al primo passo falso potrebbe presentare il conto alla neoleader. Schlein avrà la forza necessaria per tenere insieme le varie anime del complesso universo democratico e, quindi, dare un futuro a un partito che sembrava morto? Questa è la prima vera sfida della sua segreteria, ma dopo il tracollo delle ultime politiche nessuno poteva sperare in un compito più semplice. E lei di certo non pare spaventarsi.
I SEGRETARI NELLA STORIA DEL PD, DAL 2007 – 2023
1) Walter Veltroni: 27 ottobre 2007 - 21 febbraio 2009
2) Dario Franceschini: 21 febbraio 2009 - 7 novembre 2009
3) Pier Luigi Bersani: 7 novembre 2009 - 20 aprile 2013
4) Guglielmo Epifani: 11 maggio 2013 - 15 dicembre 2013 (reggente)
5) Matteo Renzi: 15 dicembre 2013 - 19 febbraio 2017
6) Matteo Orfini: 19 febbraio 2017 - 7 maggio 2017 (reggente)
7) Matteo Renzi: 7 maggio 2017 - 12 marzo 2018
8) Maurizio Martina: 12 marzo 2018 - 7 luglio 2018 (reggente), 7 luglio - 17 novembre 2018
9) Nicola Zingaretti: 17 marzo 2019 - 14 marzo 2021
10) Enrico Letta: 14 marzo 2021-26 febbraio 2023
11) Elly Schlein: dal 27 febbraio 2023