Quirinale, "patto della cioccolata calda". Draghi ha messo il veto su Casini

Il premier ha detto a Salvini: "Nessun politico sopra di me, sì solo se si tratta di Mattarella". Così è uscito di scena uno dei favoriti. Retroscena

Politica
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Quirinale, Draghi ha incontrato Salvini per fermare Casini al Colle

La settimana di trattative segrete tra i partiti per eleggere il nuovo presidente della Repubblica si arricchisce di un retroscena. Sarebbe stato Draghi - si legge sul Giornale - a stoppare la candidatura di Pier Ferdinando Casini, il sogno è tramontato per colpa di una cioccolata calda. Venerdì 28 gennaio, in un appartamento di via Veneto, dépendance del ministero per lo Sviluppo Economico, padrone di casa Giancarlo Giorgetti, Mario Draghi ha incontrato Matteo Salvini e - sorseggiando appunto una cioccolata calda - gli ha spiegato perché per lui Casini non poteva andare bene come capo dello Stato. "Un conto è la conferma di Mattarella - gli ha spiegato -, un altro è avere un politico sopra di me al Colle".

Così - prosegue il Giornale - quella cioccolata è diventata estremamente amara per l’ex presidente della Camera. È stata proprio quella riserva sul nome «politico» espressa dal premier a permettere che entrassero in pista Belloni e Cartabia. Ma pochi giorni prima era stato lo stesso Casini a chiamare Draghi. "Caro Mario, ma tu sei contro la mia candidatura?". Ricevendo da Draghi una risposta in tipico stile gesuita, secondo i preziosi insegnamenti ricevuti in collegio: "Ma ti pare? Certo io preferirei il bis di Mattarella o un nome come quello di Giuliano Amato, ma non pongo veti su nessuno". Invece, il veto è arrivato eccome. Invece, il veto è arrivato eccome.

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