Quirinale, Silvio fra i Grandi elettori:così attrae il centro e sogna il Colle

Romanzo Quirinale, Berlusconi pronto all’ennesimo colpo di scena: può rientrare fra i Grandi elettori grazie alle Regioni a guida Cdx (2 a trazione forzista)

Silvio Berlusconi
Politica
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Quirinale, fra i grandi elettori anche Silvio Berlusconi? Ipotesi concreta

Silvio Berlusconi fra i Grandi elettori. È possibile. E non è una cosa insignificante. Il 'dossier Quirinale' scalda il dibattito fra i partiti a poco più di due settimane dal primo voto per il Colle, fissato per il prossimo 24 gennaio. Se il toto nomi non è ancora in fase avanzata, sono tre gli aspetti su cui si accendono i fari: la possibilità che il presidente Mattarella resti - chiesta da una parte dei grillini - le sorti del governo Draghi, la scelta dei 58 grandi elettori che si uniranno a deputati e senatori per indicare chi dovrà arrivare - con il Covid che decide tempi e modi delle votazioni - allo scranno più alto della Repubblica. Costoro sono indicati dai consigli regionali (tre per ciascuno e uno per la Valle D'Aosta), e per prassi sono individuati fra gli eletti.

In genere a Montecitorio, che diventa per l'occasione seggio elettorale, sono delegati il presidente di Regione, il presidente dello stesso consiglio regionale, un esponente dell'opposizione. Ma nulla vieta, per la legge, che si possa indicare un altro nome. Tant’è che fra le ipotesi che circolano si parla, ad esempio, anche del fatto che Silvio Berlusconi possa entrare nel gruppo dei cinquantotto. Molise e Calabria hanno presidente forzisti. Donato Toma e Roberto Occhiuto. Per non parlare di tutte le regioni a guida centrodestra guidate anche grazie a Forza Italia

L’indizio arriva proprio da Forza Italia. È il senatore Elio Vito a scrivere sui social: "Credo sarebbe giusto che alle votazioni per il Quirinale partecipassero, come grandi elettori delegati dalle Regioni, anche i leader di partito attualmente non parlamentari, come Silvio Berlusconi, Carlo Calenda, Giuseppe Conte. Mi auguro che i partiti trovino un accordo in tal senso”. Questa sarebbe una mossa che concentrerebbe il voto dei centristi sull’ex premier. Difficile pensare che con Belrusconi impegnato in prima persona, i centristi ed ex forzisti riconducibili a Coraggio Italia di Giovanni Toti, alla fine non votino per lui. E se si parla di Toti si parla anche di Renzi. Da qualche giorno, infatti, è filtrato il patto stretto dai due nelle scorse settimane per intestarsi il ruolo di chi sarà "ago della bilancia". Ma dagli azzurri arriva una smentita secca: "È un'ipotesi mai esistita. Tanto piu che è europarlamentare".

Intanto la discussione si fa anche sul metodo con cui procedere e soprattutto sul futuro del governo Draghi. Matteo Renzi sottolinea: "Meloni ha bisogno delle elezioni perche' ha iniziato il calo nei sondaggi. La crisi di Conte e' conclamata e Di Maio aspetta solo le Amministrative di primavera per fargli le scarpe. Quanto a Letta, se non si vota deve fare il congresso e vincere le primarie, esercizio nel quale non ha grande esperienza. Loro vogliono il voto anticipato per esigenze personali. Io penso che invece le elezioni vadano fatte a fine pandemia e con il Pnrr impostato, nel 2023. Dopo di che Draghi sarebbe un perfetto presidente della Repubblica come e' stato un perfetto premier. Se vogliamo mandarlo al Colle, tuttavia, serve la politica. Perche' l'arrivo di Draghi non e' stata una sconfitta della politica ma un capolavoro della politica". 

Paola Taverna, vicepresidente del Senato e del Movimento 5 stelle, frena sul bis di Mattarella: "Alcuni senatori hanno espresso un auspicio considerato che tutti il M5S stima il Presidente della Repubblica. Ma le speranze di questi colleghi si scontrano con l'indisponibilita' del presidente Mattarella: di fatto sono considerazioni che a oggi non hanno una prospettiva concreta. Soprattutto, va precisato che istituzionalmente sono parole non opportune, perche' sembrano voler tirare per la giacchetta Mattarella". In M5s c'e' "solo un dibattito interno che in vista del voto per il Quirinale si e' fatto piu' vivace" mentre la candidatura del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: e' "irricevibile". In atto "c'e' un confronto con Pd e Leu per trovare un nome condiviso, ma la condivisione deve essere la piu' ampia possibile, coinvolgendo il centrodestra. Noi abbiamo piu' volte proposto un confronto su altri nomi", "ora sta a loro", aggiunge.

Una riunione sul Quirinale del Movimento si terra' la prossima settimana, ma nel frattempo diverse sono le fazioni in campo. E' la situazione emersa nelle ore scorse dalla galassia pentastellata, ancora e di fatto totalmente "al buio" sui nomi da mettere in partita. Se i senatori hanno lanciato il sasso nello stagno di un Mattarella bis - con la capogruppo Castellone che ha concluso l'assemblea degli eletti a palazzo Madama dicendo che riferira' la proposta al presidente M5s, Giuseppe Conte - si fa avanti anche un'altra ipotesi: Draghi al Quirinale e Di Maio o Franceschini a Chigi. Chi vorrebbe un Mattarella bis ritiene che l'attuale Presidente sia l'unico in grado di salvaguardare la missione del governo che ha fortemente voluto: campagna vaccinale e obiettivi del Pnrr. Inoltre, gli stessi parlano di "fantapolitica" rispetto all'ipotesi di premier diversi da Draghi.

 

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