Quirinale, Toti: "Rischio franchi tiratori anche contro Draghi". Intervista

Toti: "Serve un accordo forte per un nuovo governo che salvi la legislatura fino al 2023"

Di Alberto Maggi
Politica
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Quirinale, Toti: "Berlusconi? Il Centrodestra non ha i numeri per eleggere il presidente della Repubblica e quindi il campo va allargato"

 

"Tocca a lui dirlo, prima o poi qualcuno formalizzerà le candidature e sapremo. Anche se il Quirinale non è una campagna elettorale, sono tutte cose sussurrate per ora. Però prima dell'inizio delle votazioni in Parlamento i partiti dovranno dichiararsi". Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo!, intervistato da Affaritaliani.it, risponde così alla domanda se Silvio Berlusconi sia candidato o no al ruolo di presidente della Repubblica.

"Non conosco le sue intenzioni, penso che stia facendo i conti sia numerici sia sulle sue energie e sulla sua voglia. Come è noto il Centrodestra non ha i numeri per eleggere il presidente della Repubblica e quindi il campo va allargato e non so quanto si potrà allargare sul suo nome. Poi come prerequisito c'è il fatto che il Centrodestra deve essere compatto in tutte le sue componenti e Salvini meritoriamente si è incaricato di lavorarci. Tutti dicono che i giochi si faranno dopo la Legge di Bilancio, a quel punto i player più grandi dovranno dichiararsi".

"Auspico, ed è quasi banale dirlo, un accordo di ampio respiro ed è quello che auspica anche un pezzo di Centrodestra, altrimenti Salvini non si sarebbe messo a fare le telefonate ai leader politici. O il Presidente viene eletto al primo turno con ampia maggioranza, modello Ciampi, o si arriva al quarto voto con il rischio frammentazione", sottolinea Toti. Ma Salvini come concilia il lavoro per un accordo ampio e la candidatura di Berlusconi osteggiata ufficialmente dal Centrosinistra? "Per il momento Berlusconi non è candidato e gli altri non hanno detto che non lo voterebbero. Siamo ancora nella notte di Hegel e le vacche sono tutte grigie, quando uscirà il sole ne vedremo alcune nere e altre bianche".

L'unico in grado di essere eletto al primo turno con una larga maggioranza sembra essere solo Draghi... "Certamente il premier ha una maggioranza di quell'ampiezza oggi che vota la fiducia al suo governo ed è facile immaginare che possa avercela anche per il Quirinale. Ma, come per Berlusconi, non conosciamo le aspirazioni di Draghi".

Non vede il rischio franchi tiratori contro Draghi per il timore che poi si vada a elezioni anticipate? "I franchi tiratori ci saranno certamente contro tutti i candidati alla presidenza della Repubblica, compreso Draghi. A meno che non ci sia un accordo politico forte che preservi la legislatura fino alla scadenza naturale con un nuovo governo e un nuovo premier che sostituiscano quelli attuali. Ma non so su quali basi e quanti partiti possano starci".

Insomma, aggiunge il presidente della Liguria, "è un discreto rebus, ma ricordo che sette anni fa fino a qualche giorno prima delle votazioni in Parlamento tutti davano per certa l'elezioni di Amato e allora c'era un kingmaker molto forte, Renzi, con il Pd al suo massimo splendore che veleggiava oltre il 40%".

Altri nomi per un accordo di ampio respiro sono proprio Amato, Casini, Severino, Cartabia... "Se ne sentono tanti, ma poi al Quirinale va uno solo e ci resta per sette anni". Calenda ha candidato la ministra Cartabia, che cosa ne pensa? "Sotto il profilo professionale e istituzionale la sua candidabilità è certamente concreta, al di là dell'elettorato passivo che hanno tutti i cittadini sopra i 50 anni. Ma in questo momento nessuno esclude personaggi di spessore, siamo alla tattica", conclude Toti.