Referendum, Calderoli: "E' boicottaggio, c'è un piano per farli fallire"

Il vicepresidente del Senato: "Ha ragione Affaritaliani.it. Vi spiego le ragioni dei miei sospetti"

Di Alberto Maggi
Roberto Calderoli Senatore
Politica
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Referendum Giustizia, Calderoli (Lega): "I sospetti che sia proprio così sono numerosi"

"Sono assolutamente convinto che sia proprio così". Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e uomo macchina della Lega che sta seguendo quotidianamente la campagna elettorale per i referendum sulla Giustizia del 12 giugno, promossi dal Carroccio insieme ai Radicali, afferma ad Affaritaliani.it di condividere in pieno quanto scritto dal nostro giornale ieri, ovvero che c'è un piano non scritto per far affossare i quesiti referendari non raggiungendo il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto.

"I sospetti che sia proprio così sono numerosi, basti pensare all'unico dei nostri referendum che non è stato ammesso, quello che prevede il principio per cui chi sbaglia paga ovvero la responsabilità diretta dei magistrati. Ho visto la volontà di chi veniva a firmare per i quesiti e il 90% lo faceva proprio per introdurre la responsabilità diretta dei magistrati in caso di violazioni. Non solo, sono stati anche dichiarati inammissibili i quesiti sulla cannabis e sull'eutanasia togliendo così di mezzo un forte potere attrattivo in termini di partecipazione al voto. Alla riforma Cartabia, che languiva nelle paludi del Parlamento, hanno messo il turbo e in quattro e quattr'otto è stata approvata alla Camera con l'obiettivo di dare l'ok al testo, identico, anche al Senato rapidamente. E questa riforma, che di innovativo non ha praticamente nulla, rischia di far saltare due o tre quesiti. E' evidente che l'accelerazione in Parlamento ha questo come obiettivo".

Calderoli aggiunge: "E' vero che i referendum sono stati accorpati alle elezioni amministrative, ma si vota in un comune su otto e soprattutto solo nella giornata di domenica 12 giugno. Si tratta del primo weekend con le scuole chiuse e con l'allentamento delle restrizioni anti-Covid, ovvio che in molti vorranno godersi una giornata di relax. Se si toglie la possibilità di votare il lunedì mattina le probabilità di raggiungere il quorum si riducono fortemente. Siamo di fronte a una congiura del silenzio che si aggiunge a un vero e proprio boicottaggio dei referendum. Se ne parla poco e se ne parla è solo per dire che tanto falliranno, tutto viene fatto per disincentivare la partecipazione popolare".

Chi c'è dietro questo piano di boicottaggio? "Una somma di responsabilità, non un unico soggetto. E' evidente che coloro che osteggiano maggiormente i referendum sono i magistrati, che ieri hanno scioperato contro una legge che dovrebbero applicare. Sciopero praticamente fallito visto che nemmeno il 50% ha aderito. In Parlamento c'è una maggioranza composita e sempre timorosa verso i magistrati che non riesce a fare quelle riforma che servono al Paese. Abbiamo sei milioni di processi arretrati, e ricordo che oltre all'imputato c'è anche la parte lesa. Tempi biblici pari a più del doppio dei Paesi civili con il pericolo che a causa della decorrenza dei termini responsabili di reati escano di galera. Di contro, abbiamo 1.000 carcerazioni all'anno di soggetti ingiustamente detenuti, più di tre al giorno. Lo Stato paga 28 milioni di euro all'anno in risarcimenti per ingiusta detenzione. E' giustizia questa? Credo proprio di no. Questa volta la riforma la può fare il popolo. E attenzione, io ho visto bene le storie di chi, innocente, è finito in galera per errori. Può capire davvero a chiunque. E' una battaglia che facciamo nell'interesse del popolo", conclude il senatore della Lega.

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