Regionali, l'avvertimento di Bossi a Salvini e le manovre sottotraccia di Zaia
Bossi, in ogni caso, ha ottenuto il risultato che cercava: un avvertimento a Salvini proprio in vista delle regionali
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Roberto Mura, Antonello Formenti e Federico Lena sono i tre “congiurati” che hanno tentato ieri il putsch alla Regione Lombardia, dopo la fuoriuscita di un altro consigliere, Gianmarco Senna già passato a Italia Viva. La notizia si è propagata ieri come una folgore che ha illuminato il cielo scuro di Milano e si è schiantata a via Bellerio, sede storica della Lega.
Infatti la decisione dei tre è arrivata proprio in tempo per partecipare alle prossime elezioni del 12 e 13 febbraio con un proprio gruppo, come vuole il regolamento. Un minuto dopo sarebbe stato impossibile. I consiglieri avevano partecipato al raduno organizzato da Umberto Bossi a Pavia per lanciare il suo Comitato per il Nord, la qual cosa aveva scatenato le ire di Salvini. La reazione è stata immediata, questione di poche ore e il Comitato di disciplina e garanzia li ha espulsi.
A questo punto la domanda è stata: chi c’è dietro? Tutti si sono chiesti se dietro ci fosse Bossi oppure no e l’iniziativa fosse stata presa in autonomia. Ci ha pensato il capo organizzativo del Comitato Nord, Paolo Grimoldi, a sconfessare i tre anche a nome di Umberto Bossi che però ha poi chiesto il reintegro allo stesso Salvini. Attilio Fontana ha tirato un sospiro di sollievo perché temeva che il nuovo gruppo, a nome Comitato Nord, gli offrisse un appoggio che lo avrebbe messo in grande difficoltà.
Insomma la questione, come in tutti tentativi di golpe, è complessa e ancora non si capiscono bene le intenzioni, le modalità e soprattutto i fini dell’azione intrapresa dai tre, già da tempo critici con la Lega. È difficile pensare che abbiano agito in totale autonomia e magari volevano essere solo estremamente zelanti nei confronti del senatur oppure, ipotesi più probabile, si è trattato di un classico ballon d’essai per testare le reazioni di via Bellerio.
Quello che è certo è che i tre ora si trovano nei guai vista la smentita del Capo che probabilmente ha ordito il piano a loro insaputa. In ogni caso Bossi ha ottenuto il risultato che cercava e cioè un avvertimento a Salvini proprio in vista delle regionali, che sono il vero obiettivo di Bossi. C’è poi da considerare il fatto che anche i “governatori” Luca Zaia e in parte Massimiliano Fedriga non stanno certo con le mani in mano.
Soprattutto Zaia è molto attivo anche se democristianamente non mostra segnali di particolare ostilità verso il Capitano che però ingenuo non è e sa che la fronda c’è, e non sono solo “fantasie dei giornalisti”, come ebbe a dire qualche giorno fa, anche perché del Comitato sembrano fare parte parecchi consiglieri che siedono al Pirellone.
Zaia ha poi voluto chiarire il suo pensiero su quanto accaduto: “Nella Lega siamo stabili, ci saranno le stagioni congressuali. Quello che è accaduto in Lombardia a me fa piacere, che Bossi e quelli che hanno istituito il Comitato del Nord abbiano preso le distanze. Una cosa è la discussione, il confronto, un'altra roba un soggetto politico alternativo, che è insostenibile".
Invece Fedriga che sta lavorando ad una sua lista per il voto in Friuli che si terrà in primavera, dopo Lombardia e Lazio ha dichiarato: "Stiamo vedendo che molti cittadini, che non si riconoscono nei partiti nazionali del centrodestra, e che magari guardano anche ad altre parti politiche, apprezzano l'azione amministrativa che abbiamo svolto", così il governatore. Insomma i giochi sono cominciati.