Renzi: “L’inchiesta Open? Un processo politico”. "Il mostro" lancia la bomba
E' in Rete il finale dell'ultimo libro di Renzi, con un duro affondo sulla magistratura: “Le indagini hanno provato a sporcarne l’immagine della Leopolda”
“Il Mostro”, le ultime pagine sono in rete: ecco le anticipazioni
Venerdì è apparsa sulle pagine di molti giornali l’introduzione del nuovo libro di Matteo Renzi, oggi spunta online la conclusione. Il coinvolgimento nell’inchiesta Open è al centro dell'attenzione del leader di Italia Viva: “L’inchiesta Open si rivelerà per quello che è: un processo politico alla politica, come abbiamo detto. Alla fine l’unica cosa che mi fa male è che abbiano tentato di criminalizzare la Leopolda. Questo è un Paese dove la politica non va di moda. La Leopolda nel corso degli anni ha creato un modello, un format, ma soprattutto ha diffuso entusiasmo per l’impegno civile, contribuendo a trasformare idee in leggi”.
Poi l’affondo sulla Leopolda e sui tentativi che, secondo Renzi, la magistratura avrebbe compiuto per distruggerne l’immagine: “L’inchiesta Open ha provato a sporcarne l’immagine. A renderla una cosa brutta, negativa, dalla quale prendere le distanze. E questo mi fa male perché conosco l’idealità e la bellezza di tante persone che si sono scambiate speranze nei capannoni di quell’antica stazione ferroviaria. La Leopolda non è lo schermo di un’associazione a delinquere, come taluni media hanno cercato di far credere. La Leopolda è uno spazio di libertà bellissimo”.
Matteo Renzi querelato prima ancora dell'uscita del libro
Le polemiche alimentano la grande attesa per l’uscita de “Il Mostro”, un libro che si prepara a scuotere l’opinione pubblica e a far tremare non solo la politica, ma anche la magistratura. Renzi si prepara a fare nomi e cognomi, non a caso il sottotitolo del libro è “Inchieste, scandali e dossier. Come provano a distruggerti l'immagine”. "Il Mostro" non è ancora uscito e già c'è la prima querela: quella il vicepresidente del Csm, David Ermini, accusato dal leader di Italia Viva di aver bruciato materiale proveniente dalla procura di Milano.