Riforma Csm, magistrati in politica. Partiti: "Norma ad personam per Garofoli"

La bozza della norma: ai magistrati prestati alla politica sarà consentito il ritorno tra i togati. Costa (Azione): "Mi hanno riferito che ha deciso Draghi"

Politica
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Csm, esplode il caso Garofoli. "Magistrato prestato alla politica"

La riforma del Csm voluta dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia sta creando un polverone tra i partiti. Leggendo la bozza della nuova norma è emerso un cavillo burocratico che ha fatto gridare allo scandalo. Il punto in questione, finito sotto la lente d'ingrandimento della politica, - si legge sulla Stampa - riguarda le famose «porte girevoli», ovvero il divieto per un magistrato di scendere in politica e poi tornare indietro alla toga. Sulla carta, tutti d’accordo. Ma il diavolo si nasconde nei dettagli, come ha scoperto il deputato Enrico Costa, di Azione: il blocco delle porte girevoli non funzionerebbe per i togati «prestati alla politica». E questo è proprio il caso del sottosegretario Roberto Garofoli, che ha infatti un curriculum lunghissimo di esperienze nei ministeri, ma è anche un prestigioso giudice amministrativo. Un classico caso di tecnico che attraversa la porta girevole. «Ma come può essere accettabile che il potere giudiziario stia dentro il potere esecutivo con capacità legislative?» si chiede Costa.

Una grossa grana - prosegue la Stampa - perché stavolta i partiti sono messi di fronte a una scelta che viene ricondotta al presidente del Consiglio in persona. "È una decisione di Draghi", così Costa s’è sentito dire quando, martedì sera, seduto di fronte alla ministra Marta Cartabia e al capo di gabinetto del premier, Antonio Funiciello, ha chiesto lumi sul perché di questo divieto dimezzato. "Il divieto vale solo per gli eletti" è la spiegazione che gli fornito la Guardasigilli. A sentire le ricostruzioni di queste ore, insomma, sarebbe stato Draghi a decidere così. Il che ha alimentato un sospetto che circolava già da tre giorni tra i partiti, ovvero da quando, lunedì, arrivata a Palazzo Chigi, e prima di vedere il premier, Cartabia si è a lungo soffermata con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli per studiare le modifiche alla riforma del Csm.

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