Riforma della giustizia, sì dal Cdm. "In vigore prima del prossimo Csm"
Cartabia: "La Magistratura sia più severa con se stessa"
Giustizia, Draghi esclude la fiducia in Parlamento sulla riforma
Il consiglio dei ministri ha approvato gli emendamenti al disegno di legge sulla riforma della Giustizia. Tra questi una stop alle cosiddette 'porte girevoli' per le toghe e la riforma del Consiglio superiore della magistratura.
Csm: Cartabia, riscritto il capitolo delle 'porte girevoli' - "Abbiamo messo mano al sistema elettorale del Csm, riscritto il capitolo delle cosiddette 'porte girevoli' per i magistrati che entrano in politica, modificato in modo incisivo le modalita' di nomina del Csm e dei vertici apicali per evitare 'nomine a pacchetto' e accordi non virtuosi e affrontato anche diversi altri temi, come la valutazione di professionalita'". Lo ha detto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ilustrando in conferenza stampa a palazzo Chigi i punti chiave della riforma dell'ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura.
Cartabia, magistratura sia piu' severa con stessa - Quella dell'ordinamento giudiziario e del Csm e' una "riforma esigente nei confronti dei giudici ma che risponde ad una esigenza della magistratura di essere forse un pochino piu' severa con se stessa, perche' questa richiesta di recupero della credibilita' viene anzitutto dall'interno". Cosi' il ministro della Giustizia Marta Cartabia in conferenza stampa ribadendo che la riforma "e' frutto di un confronto e un dialogo iniziato mesi fa, che ha coinvolto anche la magistratura che e' stata ascoltata nelle sue richieste".
Csm: Cartabia, riforma esigente che va incontro anche a toghe - "La riforma sul Csm e' frutto di un confronto e di un dialogo avviati molti mesi fa anche con il coinvolgimento della magistratura che e' stata ascoltata nelle sue richieste. E' una riforma esigente nei confronti dei giudici che risponde inanzitutto, e chiedo scusa per il gioco di parole, a una esigenza della magistratura di essere piu' severa con se stessa". Cosi' la ministra della Giustizia Marta Cartabia in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Cartabia, entro anno decreti attuativi riforme penale e civile - "L'estate scorsa sono state approvate due grandi leggi delega di riforma del sistema penale e civile. Stiamo lavorando ai decreti legislativi: abbiamo preso l'impegno con l'Europa per portarli a termine entro la fine dell'anno ed io confido che possiamo arrivare anche prima, specie sul penale; stiamo lavorando alacremente". Lo ha detto il ministro della Giustizia Marta Cartabia in conferenza stampa a palazzo Chigi.
Csm: Cartabia cita Mattarella, recuperare fiducia - La riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura “era ineludibile” anche “per accompagnare, stare a fianco della magistratura in questo percorso di rinnovamento e pieno recupero della fiducia e della credibilità, su cui ancora pochi giorni fa il presidente della Repubblica ha fatto un richiamo importante nel suo messaggio alle Camere”. Così la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, in conferenza stampa dopo il Cdm.
Csm: Cartabia, riforma per maggioranza magistrati e cittadini - La riforma del Csm "era dovuta ai tantissimi magistrati che lavorano silenziosamente ogni giorno e lo dobbiamo ai cittadini, che hanno diritto a recuperare la piena fiducia nei confronti della magistratura". Lo ha detto il ministro della Giustizia Marta Cartabia in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri sottolineando che norme "piu' adeguate e rigorose" possono sostenere la magistratura nel percorso di recupero di credibilita'.
Cartabia, riforma Csm per recupero credibilita' magistratura - "La riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm era ineludibile per la scadenza a luglio del Consiglio ora in carica, ma anche per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilita'". Lo ha detto il ministro della Giustizia Marta Cartabia in conferenza stampa a palazzo Chigi.
Giustizia: Draghi, impegno partiti a sostenere riforma Csm - Sulla riforma del Csm "c'e' l'impegno di tutti i ministri a sostenerla con i loro partiti". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa al termine del Cdm.
Giustizia: Draghi, discussione su Csm molto ricca e condivisa - La riunione sul Csm "e' stata una discussione ricchissima e molto condivisa che ha raggiunto alcuni obiettivi importanti, a cominciare dalla condivisione dell'impianto fondamentale della riforma, la delimitazione di aree in cui permangono differenze di vedute e l'impegno ad adoperarsi con i capigruppo per approvare la riforma in tempo utile per l'elezione del prossimo Csm". Cosi' il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa al termine del Cdm.
Giustizia: Draghi, niente tentativi di fiducia, ci vuole condivisione su riforma Csm - Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa al termine del Cdm ha chiarito che sulla riforma del Csm "ci sara' il coinvolgimento dei partiti: niente tentativi di porre la fiducia, ci vuole condivisione e rispetto del Parlamento".
Giustizia: Bongiorno, oggi punto partenza, vera riforma con referendum - “Quanto approvato dal Consiglio dei Ministri di oggi in materia di riforma della Giustizia è solo un punto di partenza. Il testo dovrà essere migliorato in Parlamento, così come assicurato dal premier Mario Draghi, ma un cambiamento radicale sarà possibile solo grazie ai referendum”. Lo dice la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile del Dipartimento Giustizia della Lega.
Giustizia, Fonti M5s: soddisfatti, ritorna impianto Bonafede - "La riforma del Csm portata in cdm ritorna al testo dell'ex ministro Bonafede e contiene quel fondamentale principio che abbiamo sempre sostenuto: lo 'stop' alle porte girevoli fra politica e magistratura senza eccezioni. Esamineremo il testo in Parlamento, con l'auspicio di approvarla definitivamente prima del rinnovo delle cariche al Csm, ma intanto possiamo dirci soddisfatti". Così fonti del MoVimento 5 stelle.
I PUNTI CHIAVE DELLA RIFORMA
Secondo quanto prevede la bozza della riforma del Csm approvata dal Cdm, i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno ricoperto cariche politiche elettive (da parlamentare nazionale ed europeo, consigliere e presidente di giunta regionale, a consigliere comunale e sindaco) al termine del mandato "sono collocati in posizione di fuori ruolo presso il ministero di appartenenza oppure, per i magistrati amministrativi e contabili, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero sono destinati allo svolgimento di attività non direttamente giurisdizionali, né giudicanti né requirenti".
I magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno solto incarichi apicali nei ministeri o incarichi di governo non elettivi (capi di gabinetto, segretari generali presso i ministeri o ai capi dipartimento), al termine di queste esperienze per tre anni non potranno svolgere funzioni giurisdizionali, prevede sempre la bozza. La loro destinazione sarà individuata dai rispettivi organi di autogoverno. La stessa disciplina si applicherà ai magistrati che si sono candidati in politica ma non sono stati eletti.
Un sistema elettorale misto, basato su collegi binominali, che eleggono cioè ciascuno due componenti del CSM, ma che prevede anche una distribuzione proporzionale di 5 seggi a livello nazionale, è quello indicato nella bozza della riforma del Csm. Non sono previste liste, ma candidature individuali. I componenti del Csm tornano come in passato a 30: 20 togati e 10 laici.
Poi ancora: nel sistema elettorale misto previsto per il Csm trova spazio anche il sorteggio. Servirà ad assicurare che in ogni collegio binominale sia raggiunto il minimo previsto di 6 candidati e per riequilibrare le candidature del genere meno rappresentato.
La bozza di riforma del Csm introduce anche il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati ma solo in un caso: quando cioè il Consiglio dell'Ordine abbia fatto una segnalazione formale di comportamenti scorretti da parte del magistrato che si deve valutare. In questi casi il voto degli avvocati presenti nei Consigli giudiziari sarà unitario.
Mai più magistrati che svolgono in contemporanea funzioni giurisdizionali e incarichi politici, anche se in un territorio diverso. La bozza della riforma del Csm all'esame del Consiglio dei ministri introduce il divieto di esercitare funzioni di giudice o pm mentre si ricoprono incarichi elettivi e governativi. Divieto che vale sia per cariche elettive nazionali e locali, sia per incarichi di governo a tutti i livelli. La norma era stata annunciata dalla ministra Cartabia nei mesi scorsi quando si era aperto un dibattito sul caso di Catello Maresca, consigliere comunale a Napoli e contemporaneamente giudice a Campobasso.
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