Riforme e giustizia: Licio Gelli il Profeta

La Storia ha dato ragione al Venerabile Maestro. Anzi lo ha addirittura superato

di Abelardo Golia
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Licio Gelli
Politica

Riforme e P2

Nei primi anni ’70 del secolo scorso, l’Italia fu attraversata dalle idee di un profetico visionario, avanti sui tempi: Licio Gelli, il Venerabile Maestro della loggia “coperta” Propaganda Massonica 2 (la famigerata P2).

Fascista dal 1937 al 1943, quando la sconfitta nazifascista comincia ad annunciarsi inevitabile, inizia a collaborare con i partigiani con i quali partecipa anche alla liberazione di prigionieri politici dal carcere di Villa Sbertoli. La frequentazione con frange marxiste induce, addirittura, il SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate, servizio segreto militare italiano, attivo dal 1949 al 1966) a sospettarlo di essere un collaboratore del PCI e di svolgere attività di spionaggio a favore dell’Impero Sovietico, venendo descritto come, “personaggio capace di compiere qualunque azione”. Si converte, successivamente, al “centrismo” diventando segretario del deputato democristiano Romolo Diecidue.

Iniziato alla massoneria nel 1963, in breve tempo ne scala i gradi principali, riuscendo a iniziare alla P2 un consistente numero di soggetti titolari di cariche pubbliche, politiche, finanziarie, amministrative, i nomi di alcuni dei quali sarebbero stati noti soltanto “all’orecchio” di Gelli. Benché per molti si trattasse soltanto di un’ulteriore e ben frequentata sede di affarismo politico, nel corso degli anni Settanta la P2 si contraddistinse per finalità eversive, tra cui il Piano di rinascita democratica redatto da Francesco Cosentino su istruzioni dello stesso Gelli in persona” (tratto dall’articolo “Storia di una dittatura annunciata”, firmato nel 2019 da Luca Cellini, redattore ed editorialista di Pressenza).

Tra i nomi più famosi degli “iniziati” si trovano Silvio Berlusconi, Enrico Manca, Luigi Mariotti, Fabrizio Cicchitto, Duilio Poggiolini, Roberto Calvi, Michele Sindona, Maurizio Costanzo, Massimo De Carolis, Vito Napoli, Gustavo Selva, Roberto Gervaso. I loro “curricula” ne assicurano la rappresentanza di ogni schieramento politico.

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La P2 fu sciolta per Legge (art. 5, Legge 25 gennaio 1982, n. 17), in quanto dichiarata associazione segreta con finalità eversive.

Tra i provvedimenti più urgenti previsti dal piano Piano di Rinascita Democratica della Loggia P2, vi era:

1) separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti (FATTO).

2) ridurre a giudicante la funzione pretorile (FATTO).

3) introdurre la responsabilità civile, anche per colpa, dei magistrati (CI SI STA LAVORANDO ALACREMENTE).

4) introdurre il divieto di nomina sulla stampa dei magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari (QUASI FATTO).

5) introdurre esami psicoattitudinali preliminari per l’accesso in carriera (QUASI FATTO).

6) riformare il Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (CI SI STA LAVORANDO).

7) ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati (CI SI STA LAVORANDO ANCHE PER INDIVIDUARE CHI DEFINISCE IL MERITO).

Insomma, la Storia ha dato ragione al Venerabile Maestro. Anzi lo ha addirittura superato. Infatti, grazie all’art. 3, lett. a, della legge 17 giugno 2022, n. 71, gli avvocati potranno valutare la carriera e lo stipendio dei magistrati. Proprio così.

Malgrado tutto questo, in una intervista recentissima, il Guardasigilli, compiacendosi della separazione delle carriere e dei CSM, ha dichiarato «Quello che conta è la distanza nei Csm. Oggi i pubblici ministeri, cioè gli accusatori, danno i voti ai giudici. Quando cerchiamo di spiegare questa stravaganza ai colleghi stranieri ci prendono per matti».

Salvo smentite, ha detto esattamente questo.

Non ha pensato che, quando dirà ai magistrati stranieri che quelli italiani sono sottoposti ai voti degli avvocati, qualcuno di essi -magari il famoso giudice di Berlino- anziché “prenderlo per matto”, potrebbe prenderlo a pernacchie.