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Politica
​​​​​​​Ideona: Previti, Cosentino, Dell'Utri, Formigoni... candidiamo esperti di politica e di galera

Dalle carceri alla giustizia: una fucina di idee brillanti. Il commento 

Qualche giorno fa, il direttore de “Il Foglio” ha intitolato il suo editoriale così: «La politica vuole occuparsi di carceri? Candidi uno qualsiasi dei 61.049 detenuti nelle patrie galere». Grande ideona! Peccato che essa, limitandosi ai soli detenuti nelle italiche galere, escluda dai papabili Ilaria Salis, esperta di carceri ungheresi, Chico Forti, perito di quelle americane e gli altri 2600 circa in carcere all'estero. Ciò non toglie merito alla “grande ideona”. A ben vedere, essa -però- si espone a riflessioni.

Per capirci meglio, come dimenticare l’on. Cesare Previti che si fece quattro giorni in una cella di Rebibbia nel maggio del 2006 e poi tre anni e sette mesi in affidamento ai servizi sociali in una comunità di Roma, quella di don Picchi? E l’on. Nicola Cosentino in carcere a Rebibbia per scontare una pena a 10 anni di reclusione? E gli oltre cinque anni scontati in galera dall’on. Marcello Dell’Utri? E l’on. Roberto Formigoni con un’esperienza di 5 mesi nel carcere di Bollate?

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Insomma, gli “esperti” ce li abbiamo già: sanno di politica e di galera. Candidiamo loro! Sapranno, certamente, che si sta meglio fuori e non si dimenticheranno dei compagni di sventura, anche se l’Italia è uno dei Paesi europei con più basso numero relativo di detenuti sulla popolazione (0,09%). Certamente sapranno degnamente rappresentarli. Ma siamo in tema di “grandi ideone” e, perciò, perché non prendere due piccioni con una fava? I nostri “esperti” ben potrebbero tornare ad essere parlamentari e, quindi…

Si dà il caso che due ex magistrati (un ex p.m. -Nordio- e un ex giudice -Mantovano) siano riusciti a realizzare il progetto di Licio Gelli e Silvio Berlusconi: la separazione delle carriere dei magistrati, che porterà, certamente molti benefici (quali e a chi, per ora non si sa) e renderà più veloci i processi (ma come, non si comprende).

Il progetto prevede due Consigli Superiori della Magistratura, uno per i giudici e uno per i p.m., dove la componente laica, ovvero i membri elettivi che attualmente vengono scelti per un terzo dal Parlamento in seduta comune, sarà interamente nominata con un sorteggio. Perché non sperare nell’estrazione di un nostro “esperto”?

C’è, poi, l’istituzione di una Alta Corte disciplinare, organo esterno ai due C.S.M., che assumerà la competenza sugli errori e i comportamenti dei magistrati, che attualmente sono trattati dalla sezione disciplinare del Csm. Sarà composta da 15 giudici di cui tre nominati dal capo dello Stato e tre estratti a sorte da un elenco stilato dal Parlamento. Anche qui potremmo sperare nell’estrazione di alcuni dei nostri “esperti”.

Sarebbe un gran risparmio di energie: i nostri “esperti” si impegnerebbero, senza dubbio, in favore degli ex colleghi galeotti e, nel contempo e soprattutto, potrebbero tenere a bada i magistrati, specie quelli che indagano o giudicano le presunte “porcate” dei “colletti bianchi”.

E se non fossero “estratti” i nostri “esperti”, si potrebbe sempre contare sull’estrazione di qualcuno dei 40 (sommando condannati, imputati e indagati) parlamentari (25 deputati e 15 senatori) eletti in questa legislatura. E avanti così, in attesa di altre “grandi ideone”.

 






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