Roma Expo 2030, Raggi assente a Parigi: che senso ha tenerla presidente?

Virginia Raggi – Presidente della Commissione - assente a Parigi. Meloni, Rocca e Gualtieri in Francia per la candidatura. Ipotesi Lombardi

Di Giuseppe Vatinno
Virginia Raggi (foto Lapresse)
Politica

Roma Expo 2030, Meloni, Rocca e Gualtieri a Parigi

“Credo che ci siano punti molto solidi nella candidatura di Roma, a partire dal tema del rapporto tra uomo e territorio, dimostrando che si possono costruire grandi opere senza per questo deturpare l'ambiente”, ha dichiarato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni alle agenzie, arrivando al centro congressi di Issy-les-Moulineaux, a Parigi, per sostenere la candidatura di Roma all'Expo 2030 nell'ambito della 172esima riunione dell'Assemblea generale del Bureau International des Expositions, ente intergovernativo che organizza le esposizioni universali.

Si tratta di una partita difficile perché la candidatura di Riad (Arabia Saudita) è favorita ma Roma ha ancora ottime possibilità di farcela.

Nella delegazione italiana c’erano anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ma non c’era la Presidente della Commissione Speciale Expo 2030, Virginia Raggi, una vera anomalia.

Roma Expo 2030, Virginia Raggi assente a Parigi

In realtà l’ex sindaca di Roma sulla questione Expo 2030 non ha mai toccato palla. Il suo è sempre stato un ruolo puramente formale, una casella da occupare solo per dare allora un contentino ai Cinque Stelle e a lei personalmente visto che a Roma è all’opposizione. L’assenza di ieri è particolarmente umiliante per la Raggi visto che il Presidente della Commissione doveva essere il perno su cui far ruotare l’incontro con il Presidente francese Macron. Tuttavia l’ex sindaca non solo non è stata invitata a far parte del gruppo che ieri si è recato a Parigi ma non è neppure stata mai citata.

I motivi sono facilmente intuibili.

Virginia Raggi dal suo scranno di semplice consigliera al Campidoglio non perde occasione di attaccare il sindaco Gualtieri, il nuovo Presidente della Regione Lazio Rocca e soprattutto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo governo. Dunque la Raggi è stata debitamente tenuta fuori dai giochi che contano e soprattutto non è stato ritenuto opportuno inserirla nella delegazione. Uno smacco che si aggiunge allo smacco di non contare ormai più nulla neppure nel Movimento Cinque Stelle, visti anche i suoi rapporti molto tesi con Giuseppe Conte che ne bloccò la candidatura in Parlamento. Del resto sarebbe stato inopportuno far giocare un ruolo ad una politica che è riuscita a classificarsi all’ultimo posto nell’ultima tornata delle amministrative romane, avendola i suoi cittadini duramente punita per la gestione della città durante il suo mandato. Infatti la Raggi si classificò, caso mai avvenuto, all’ultimo posto tra i candidati quando vinse Gualtieri. Ma ora si pone una domanda.

Visto che Palazzo Chigi e il Comune di Roma ritengono che la candidatura della Capitale abbia serie chances di vittoria, e visto che la partita è difficile, che senso ha tenersi una Presidente di Comitato Expo Roma 2030 che rema contemporaneamente contro il governo, contro la Regione Lazio e soprattutto contro il Sindaco Gualtieri?

In questo momento ci vuole uno sforzo comune e sincronizzato di tutti gli attori mentre la presenza della Raggi è divisiva. Tra l’altro, anche dal punto di vista dell’immagine di Roma nel mondo, che senso ha avere la sindaca che finì in prima pagina sul New York Times per lo stato di degrado della Capitale in un celebre articolo firmato da Frank Bruni?

Sarebbe un buon biglietto da visita internazionale?

Roma Expo 2030, l'ipotesi Roberta Lombardi

A suo tempo Matteo Renzi, ricordando il no della Raggi alle Olimpiadi di Roma 2024, disse che la sua elezione a Presidentessa della Commissione Expo Roma 2030 era come mettere “Dracula alla guida dell’Avis” e un po’ tutto il mondo politico – istituzionale storse il naso. Se si vuole proprio lasciare la presidenza all’opposizione ci sono figure molto più spendibili come ad esempio Roberta Lombardi che ha già un buon rapporto con il Pd essendo stata nella giunta Zingaretti proprio come assessore all’Ecologia. Proprio questa soluzione potrebbe tentare Giuseppe Conte nell’ambito dei nuovi rapporti instauratesi recentemente con la segretaria Elly Schlein sul “campo largo”, soluzione che la Raggi ha –tra l’altro-sempre avversato.

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