Sabino Cassese si rivede sul CorSera: attacco a FdI e alla Meloni

L'ex ministro per la Funzione pubblica fa le pulci al partito della Meloni, partendo dai malumori "interni". La componente dei “gabbiani” chiede un congresso

Di Giuseppe Vatinno
Sabino Cassese e Giorgia Meloni
Politica

Sabino Cassese contro FdI e Meloni: il professore punta ad entrare nel governo in un eventuale rimpasto? Il commento 

Sabino Cassese (89) è un grand commis storico della Repubblica italiana. Giurista insigne, è stato anche Ministro della funzione pubblica nel governo Ciampi e giudice della Corte costituzionale. Grande conoscitore dei meccanismi della burocrazia conduce una duratura e mirata attività pubblicistica dalle pagine del Corriere della Sera, il più autorevole quotidiano italiano.

Lo abbiamo lasciato ad un editoriale del 22 giugno scorso che è particolarmente ostile al governo per quanto riguarda “l’assenza di una strategia di politica legislativa e la mancanza di filtri, che possano depurare richieste che chiaramente arrivano a Palazzo Chigi da ogni parte”. Un tema molto tecnico, mirato. L’articolo si concludeva con la stoccata finale contro la Meloni: “Io penso che si sia dato mano libera all’azione dei topi nel formaggio”.

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Attualmente Cassese è a Capo del comitato di esperti che gestisce l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Clep) preliminari per l’approvazione dell'Autonomia differenziata, nominato dal ministro leghista per le Regioni Roberto Calderoli. Il Clep è un organismo sui generis che ha subito molte defezioni da quando è stato creato, tra cui quella clamorosa di Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio. Inizialmente c’erano ben 61 esperti per trovare le soluzioni migliori. Cassese però precedentemente –prima della nomina- aveva molto elogiato Giorgia Meloni dicendo che la sua politica era “da trenta e lode”

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Fatta salva la scienza giuridica -ma soprattutto amministrativa- dell’ex giudice della Corte Costituzionale c’è da chiedersi il significato politico del suo agire. I suoi editoriali sono sempre mirati e compaiono quando servono, ricordando in questo Mario Monti che ha sempre utilizzato il prestigio del Corriere per parlare a suocera affinché nuora intenda. Il sospetto che ad un osservatore smaliziato delle cose politiche di questo Paese può venire in mente è che Cassese non sia molto contento del suo ruolo allo sconosciuto Clep e che comunque abbia ben altre ambizioni.

Forse il professore punta ad entrare nel governo in un eventuale rimpasto o “rimpastino” che comunque dovrebbe avvenire e per questo sta punzecchiando con una certa assiduità la Meloni e l’esecutivo, per dire: “Io ci sono!”. Infatti il tema dell’editoriale di ieri 27 agosto aveva come titolo: “Tweet e ricerca del consenso, ma questa è politica?”. Dietro ad una generica critica ai partiti si celava invece un forte attacco a Fratelli d’Italia che “non celebra congressi dal 2017” e prende lo spunto da alcuni malumori generatesi ultimamente con la nomina della sorella del premier, Arianna Meloni ai vertici politici del partito stesso.

La componente dei “gabbiani” che fa capo a Fabio Rampelli avrebbe chiesto appunto un congresso. Arianna Meloni ha subito risposto che: "In FdI non esistono gruppi o correnti. Se uno con la storia di Rampelli volesse chiedere un congresso, lo farebbe in prima persona. Non è accaduto. Anche perché non si è capito a che servirebbe oggi un congresso: c'è una leader indiscussa, la linea politica è condivisa, lo spazio per lavorare c'è in tantissimi ruoli e organismi". Però Cassese mette zizzania. C’è qualcuno dietro di lui a tirare le fila? Inoltre fa notare che se una volta gli iscritti ad un partito erano l’8% della popolazione ora sono solo il 2% e quindi-la conclusione logica- è che i partiti sono delegittimati dal punto di vista democratico, soprattutto –come il caso di FdI- quando non celebrano da anni i congressi.

Cassese però non si ferma alla filosofia astratta e scende nel pragma dell’azione concreta. E spara un siluro contro il ministero della Cultura diretto molto bene da Gennaro Sangiuliano: “Tuttavia, i partiti, più deboli ed oligarchici sono, più allungano le loro mani sullo Stato. L’ultimo decreto-legge del governo, numero 105, pubblicato il 10 agosto scorso, prevede una radicale riorganizzazione del ministero della Cultura e dispone che «gli incarichi dirigenziali generali e non generali decadono con il perfezionamento delle procedure di conferimento dei nuovi incarichi». Non contento incita anche l’opposizione a reagire “non solo con i tweet” ma chiamando la piazza.

Insomma Cassese ce l’ha con Fratelli d’Italia e il ministro della Cultura che invece si sta segnalando per iniziative e mostre veramente interessanti come quella sulle riviste italiane del primo novecento. Ne abbiamo parlato qui (leggi qui l'articolo). Quindi, come diceva Gaetano Caltagirone a Franco Evangelisti, uomo di Giulio Andreotti, dovremmo dire: “A Sabi’, che te serve?”.

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