Boccia, una macchinazione contro Meloni? I sospetti in casa Fratelli d'Italia. Dimissioni del ministro per "togliere ombre, inevitabili"

Ordine di non parlare nel partito della premier, ma dietro le quinte spiegano che...

Di Alberto Maggi
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E a qualcuno, anzi a molti, in Fratelli d'Italia viene in mente l'editoriale di metà agosto di Alessandro Sallusti sul complotto che avrebbe dovuto colpire Meloni...


Prima della lettera di dimissioni irrevocabili del ministro Sangiuliano l'ordine arrivato dall'alto ai parlamentari di Fratelli d'Italia era quello di non parlare del caso. Ma fonti ai massimi livelli di FdI spiegano ad Affaritaliani.it che è semplicemente impossibile che in tre mesi, Boccia, abbia fatto tutto questo da sola.

Registrazioni, occhialini con telecamera e tutto il resto. Il sospetto, fortissimo, nel partito di maggioranza relativa è che si tratti di una manovra per colpire non solo e non tanto Sangiuliano - costretto a dimettersi dalla premier per "togliere le ombre e per una questione di opportunità politica - ma soprattutto il governo di Centrodestra e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Foto compromettenti pronte a uscire e poi non pubblicate da diversi settimanali? Insomma, qualcosa in casa FdI non torna.

Certamente Sangiuliano, come ha ammesso al Tg1, ha fatto un errore, ma, forse, potrebbe anche essere caduto in una trappola. Almeno così la pensano nel partito del capo del governo. E fonti di FdI raccontano che ci sarebbero persone, consulenti, vicini ad ambienti di Centrosinistra, non solo del Partito Democratico, e ad alcuni giornali e siti contigui alle opposizioni che avrebbero giocato un ruolo importante in questa vicenda. L'impressione in casa FdI è che dietro non ci sia solo Rosaria Maria Boccia ma una strategia orchestrata per colpire il governo e Meloni. Impossibile fare chiarezza fino in fondo.

Troppi gli interrogativi, troppi i lati non chiari di questa vicenda. Ma la sensazione in Fratelli d'Italia è forte che dietro non ci sia una semplice relazione extra-coniugale ma anche un'operazione politica per colpire mediaticamente il governo e, attraverso Sangiuliano, indirettamente la presidente del Consiglio. Guarda caso oggi Meloni non è andata a Verona per il summit G7 dei presidenti delle Camere basse, presieduto da Lorenzo Fontana, ma è rimasta a Roma collegandosi solo via video. Per poi costringere Sangiuliano a lasciare.

Imbarazzo per il caso Sangiuliano e voglia di evitare le domande dei giornalisti? E a qualcuno, anzi a molti, in Fratelli d'Italia viene in mente l'editoriale di metà agosto di Alessandro Sallusti sul complotto che avrebbe dovuto colpire Meloni attraverso la sorella Arianna. Ma non solo attraverso l'ex del ministro Francesco Lollobrigida. Uno più uno a volte fa tre. Anche in questo caso?

E, non a caso, arrivano le parole dell'avvocato dell'ormai ex ministro della Cultura. "Se si è trattato di un piano studiato? Non sappiamo, dobbiamo verificarlo. Non escludiamo nessuna ipotesi rispetto a questo", ha detto il legale di Gennaro Sangiuliano, Silverio Sica. In merito ai soldi pubblici, ha precisato che "non ci sono stati nemmeno per un caffè. Questa è una vicenda privatissima che si è trasformata, in base alla logica della doppia morale, in una vicenda politica".

 

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