Scontro governo-magistratura, Mattarella prenda in mano la situazione

Le Istituzioni sono rappresentate da uomini e donne che possono sbagliare. E qualche volta, purtroppo, consapevolmente

di Ezio Pozzati

Sergio Mattarella

Politica

Scontro governo-toghe, Mattarella prenda in mano la situazione

Indipendentemente dagli interessi di ciascuno di noi, a tutti è data la facoltà di accogliere e seguire idee politiche che più possono soddisfare il proprio credo. A nessuna persona deve essere fatto divieto di esprimere la propria opinione, ma ci sono alcuni casi in cui, solo per educazione e per rispetto per lavoro che facciamo o per chi rappresentiamo occorre essere molto “riservati”.

Faccio un esempio di vita vissuta. Prima di iniziare il periodo militare (di leva) già partecipavo alla vita politica della mia città, quando indossai la divisa mi fu comunicato che non era “consono” per un militare fare politica; ciò non valeva solo per noi, ma per tutte quelle persone che avevano le stellette.

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Di questo ne sono sempre stato cosciente e ho sempre rispettato questo “consiglio”. Per venire al punto direi che ultimamente ci sono dei rapporti fra le Istituzioni non proprio idilliaci. Una polemica è sorta perché un Magistrato ha scritto che la Meloni è più pericolosa di Berlusconi. Che sia un togato di parte? Ebbene si potrebbe pensare che se lo fosse non sarebbe imparziale (quello che è richiesto per questa professione) e poi se anche fosse di parte dovrebbe essere così “democratico” da accettare chi, pro tempore, governa.

I cittadini sono chiamati alle urne e se un partito raggiunge il 26% dei votanti e forma una maggioranza parlamentare per governare è suo diritto. Perché rode tanto?

Me ne sono fatto una ragione: sappiamo tutti che oggi non è più possibile parlare di eversione (è un termine che descrive genericamente l'atto di sconvolgere o rovesciare un ordine o un potere precostituito o lo status quo, solitamente mediante espedienti violenti e con l'utilizzo di strumenti o atti terroristici o rivoluzionari. Wikipedia.it) perché il popolo ha decretato che questa coalizione ha il diritto/dovere di governare il Paese e, vorrei ricordare, che se sono cambiate le maggioranze parlamentari i casi sono due: o chi si è presentato ed ha vinto è molto bravo oppure è per manifesta incapacità dimostrata dagli altri.

Oggi chi pronuncia le parole: “in nome del Popolo Italiano” dovrebbe, sempre, avere la consapevolezza del grande potere che ha. Ed ecco la formula di giuramento per i magistrati dell'Ordine giudiziario ed amministrativo, per gli avvocati e procuratori dello Stato e per i notai è stabilita come segue: "Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana e al suo Capo, di osservare lealmente le leggi dello Stato e di adempiere con coscienza i doveri inerenti al mio ufficio”.

Tutti quando siamo stati coinvolti nelle Istituzioni militari, dopo la formula di rito, abbiamo gridato: “lo giuro!” oppure sulla bandiera, con la spada e la Costituzione di fianco. Se posso esprimere un pensiero direi che chiunque, sia esso un fattorino o il Presidente della Repubblica, ricevendo uno stipendio dallo Stato ha “l'obbligo di servirlo” valutando, in modo consapevole, che quello che gestisce (siano beni materiali o immateriali) non gli appartiene perché è della Comunità.

Il nostro ordinamento prevede che tutti possano diventare Deputati, Senatori o Ministri, quello che importa al cittadino è che venga esercitato qualsiasi “potere” pubblico al fine di migliorare la qualità della vita di ciascuno di noi.

A questo proposito Vi invito a leggere (se non l'avete ancora fatto) un libro: “La favola delle api” scritto nel 1705 da Bernard de Mandeville che con una similitudine, ma in modo chiaro ed ironico, ha messo in parallelo il “mondo” delle api e quello degli umani.

Come mia abitudine ho commentato annotandolo così: “siamo sicuri che è stato scritto nel 1705?” Dice il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “le Istituzioni devono sempre collaborare fra loro” e ha perfettamente ragione. Però le Istituzioni sono rappresentate da uomini e donne che possono sbagliare e qualche volta, purtroppo, consapevolmente.

Allora mi appello direttamente al Presidente Mattarella: “Sig. Presidente, Lei ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio Supremo di Difesa, presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, per favore prenda in mano la situazione e rimetta o faccia rimettere le caselle ognuna al suo posto, anche se sarà un lavoro molto delicato e certosino, ma la Sua influenza e la Sua autorevolezza sicuramente porteranno a quella collaborazione che tutti noi auspichiamo”. Grazie anticipatamente.

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