Scontro governo-pm, le mosse di Mantovano nel Csm. Fedelissimi in posti chiave

La rete strategica, riconducibile al sottosegretario, per gestire le nomine nelle procure

di redazione politica
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Governo, Mantovano e le nomine nelle procure. Lo scontro con le toghe e le mosse del sottosegretario

Lo scontro tra governo e magistratura prosegue. L'ultima vicenda in ordine di tempo riguarda il rinvio a giudizio del sottosegretario alla Giustizia Delmastro, nonostante i pm spingessero per l'archiviazione del caso Cospito. Un'altra vicenda che ha acceso gli animi. Per questo, in gran segreto, l'esecutivo cerca di mettere alcuni suoi fedelissimi in posti chiave come le procure e a orchestrare queste strategie in vista delle nomine - si legge su Repubblica - sarebbe proprio uno dei fedelissimi di Meloni, il potentissimo sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano. Lui in fondo è pur sempre un magistrato e dunque è normale che si occupi del suo mondo. Mantovano è sempre stato al centro della politica giudiziaria dell’esecutivo, con più di un occhio e di un orecchio all’interno del Consiglio superiore della magistratura. È Mantovano, infatti, il punto di equilibrio dell’intesa che nei fatti esiste tra i membri laici del centrodestra e Magistratura indipendente, la corrente conservatrice all’interno del Consiglio.

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Intesa che - prosegue Repubblica - nei fatti sta decidendo, a botte di maggioranza, le nomine sulle poltrone cruciali della magistratura italiana. "In fondo è quello che è sempre successo", commenta uno dei membri del Consiglio, "ma quello che sorprende è piuttosto la percezione dell'influenza che si ha rispetto ai movimenti di Mantovano". Daniela Bianchini, consigliera laica in quota Fratelli d’Italia, è considerata gli occhi del sottosegretario all’interno del Consiglio. Avvocato familiarista, è componente del Centro studi Rosario Livatino e docente a contratto alla Lumsa, l’università vicina alla Santa Sede. Ed è proprio il Centro studi Livatino il cuore delle relazioni di Mantovano. Il vice presidente è Mimmo Airoma, magistrato stimatissimo e procuratore capo di Avellino. Airoma non ha mai fatto vita di associazione. Ma ha presentato domanda per diventare segretario generale del Csm, nomina che si deciderà a breve. A Lecce, la città di Mantovano, dopo la promozione di Leonardo Leone de Castris alla procura generale di Bari, bisognerà scegliere un nuovo capo. E il favorito sembra essere il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia, ex collaboratore di Meloni ai tempi del ministero della Gioventù, tra il 2009 e il 2010.