Governo, scostamento da 30 mld entro fine mese. Intervento su carburanti e...

Governo, scostamento di bilancio entro fine mese. 30 miliardi per aiutare le imprese maggiormente colpite dalla guerra e dalle sanzioni

Di Alberto Maggi
(foto Lapresse)
Politica
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Governo, scostamento di bilancio entro fine mese. Nel mirino le accise per frenare la corsa del prezzo dei carburanti

Di ufficiale non c'è ancora nulla. Ma, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, è quasi certo che - vista la grave situazione che colpisce in particolare alcuni settori economici e il continuo aumento dei prezzi dei carburanti, legato all'invasione della Russia in Ucraina - entro la fine del mese di marzo il governo approverà un nuovo scostamento di bilancio.

Il premier Mario Draghi, che in occasione dell'ultimo intervento contro il caro-bollette aveva evitato la strada di fare altro debito per non compromettere la trattativa con Bruxelles sul Patto di Stabilità, questa volta sarà costretto a cedere. Prima di tutto perché la situazione sta davvero diventando pesante, soprattutto per alcuni settori con l'aumento ormai quotidiano dei prezzi dei carburanti. E, in seconda battuta, perché praticamente tutte le forze politiche della maggioranza, seppur con sfumature e toni diversi, si stanno orientando verso la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio.

La Lega è certamente in prima fila, ma Movimento 5 Stelle e Forza Italia non sono da meno. Maggiore cautela nel Pd e nei centristi di Italia Viva. Il Carroccio chiede una cifra imponente, fino a 40 miliardi di euro. Probabilmente, spiegano fonti qualificate ad Affaritaliani.it il premier Draghi e il ministro Daniele Franco opteranno per un intervento attorno ai 30 miliardi. Anche perché ormai la strada dei risparmi nelle pieghe del bilancio statale è stata ampiamente percorsa.

Trenta miliardi di euro entro fine marzo per poi varare un decreto all'inizio di aprile che contenga misure specifiche e forti per fronteggiare la crisi di alcuni comparti, quelli più colpiti dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni economiche alla Russia. Prima di tutto, ovviamente, il prezzo della benzina. Su questo fronte si punta ad abbattere in modo consistente le accise, anche perché alcune ipotesi sul tavolo della politica parlano di un gasolio a tre euro al litro (se non di più) che metterebbe letteralmente in ginocchio il settore dell'autotrasporto, della pesca e dell'agricoltura (già oggi fortemente penalizzato).

Possibile poi un altro intervento per contenere i prezzi delle bollette di gas e luce, che colpiscono tanto le famiglie quanto le imprese. Misure di sostegno mirate, poi, a quelle imprese che stanno subendo più delle altre gli effetti della guerra e delle sanzioni, come le aziende che lavorano direttamente con le materie prime, i cui prezzi sono fuori controllo. Non è da escludere che l'esecutivo provi anche ad aumentare le aree coltivabili proprio per cercare di ridurre la dipendenza dall'estero su alcuni prodotti agricoli essenziali per la filiera alimentare. Infine c'è anche da prevedere il finanziamento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori di quelle imprese in crisi e costrette a bloccare la produzione.

 

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