Sgarbi e gli arredi notturni del suo ufficio. Il giallo delle opere spostate

Il sottosegretario ancora non si è dimesso, ma è già scattato l'inventario al ministero. I racconti dei funzionari del dicastero della Cultura

di redazione politica
Vittorio Sgarbi Gennaro Sangiuliano
Politica

Sgarbi e l'inventario al ministero della Cultura. I funzionari si preparano per le dimissioni e...

Vittorio Sgarbi non ha ancora formalizzato le sue annunciate dimissioni da sottosegretario alla Cultura, ma al ministero è già scattato l'allarme per le opere d'arte. "Di notte - svelano alcuni funzionari del suo dicastero a Il Fatto -Quotidiano - se ne andava in giro per tutto il ministero, come in preda a un raptus, in cerca di cose per arredare il suo ufficio. Il giorno dopo la gente veniva qui a reclamarli: quello era nel mio!". Che fosse la scala a chiocciola intarsiata per la biblioteca, il mappamondo della Sala della Meteorologia, dipinti o lampade che calano lungo il corridoio. Vittorio Sgarbi non si è ancora dimesso, ma al ministero c’è già un certo trambusto. Fonti qualificate riferiscono al Fatto che, in previsione del suo trasloco alcuni funzionari e perfino i carabinieri sono stati allertati di verificare preventivamente che tutti i beni che trovò quando prese possesso dell'ufficio ci siano ancora quando lo lascerà.

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Distinguendo - prosegue Il Fatto - tra quelli che ci portò lui stesso e quelli che si andò a prendere, fisicamente, nel palazzo perché a lui più graditi di quelli in dotazione all’ufficio. "Li voleva a tutti i costi nel suo ufficio perché fosse più "adeguato" e li andava a prendere e li spostava di persona, senza registrare alcuna richiesta ufficiale e facendo così infuriare i funzionari che tenevano il registro e la mappa dell'ubicazione dei beni". Il tema non è che possa essersi portato via qualcosa di "importante", perché dalla guardiania hanno escluso siano passati “oggetti voluminosi”, quanto la necessità di ristabilire "ordine" dopo il suo vulcanico passaggio. Le testimonianze in questo senso convergono. “Quel registro deve corrispondere perfettamente e ogni opera dovrà essere al suo posto”, riferisce uno dei funzionari che deve rimettere a posto le cose. Anche perché quella stanza tornerà presto a un altro funzionario, se è vero che Sgarbi non sarà sostituito e le sue deleghe torneranno in capo al ministro Sangiuliano. A proposito del ministro, proprio Il Fatto ha deciso di pubblicare la famosa prefazione dl libro su Prezzolini. Quella che Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio e proprietaria della casa editrice, aveva deciso di non pubblicare più, in appoggio al fratello.

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