Silvio Berlusconi e il rapporto con le donne
Aveva ragione la perfida Veronica, nel definire Berlusca malato? Credo di no
L'immenso successo di Silvio Berlusconi in tutto il mondo, è dovuto al fatto che, avendo tutti la stessa origine in ciascuno di noi alberga un più o meno grande Silvio Berlusconi
È entrato nella Storia
- aver "sdoganato" i "fascisti" di Fini @ C ed aver recuperato Bossi che voleva spaccare in due l'Italia. Da queste iniziative, coraggiose e rivoluzionarie per l'aria che tirava, nacquero le basi per il nuovo PCI (Partito Conservatore Italiano);
- è stato troppo leggero o timido in due occasioni storiche, che gli avrebbero permesso di passare alla Storia come grande Statista in campo internazionale: in occasione dell'incredibile, criminale attacco alla Libia di Sarkozy, nei bombardamenti della Bosnia e nell'attuale guerra in Ucraina. Fece delle dichiarazioni, si mostrò titubante, ma di fatto, non fece quello che avrebbe potuto fare: sostenere che l'appartenenza alla Nato s'è mostrata sempre più incompatibile con la nostra Costituzione e se gli Usa vogliono continuare a intervenire in tutte le controversie internazionali, lo facessero da soli o con chi ha una Costituzione che permette attacchi preventivi e in qualsiasi controversia in qualunque parte del mondo.
Vivere
vivere e amare la vita
vivere e desiderare una vita piena
vivere e accettare le sfide della vita
Vivere e desiderare una vita che non finisce
vivere e soffrire il declino
e continuare a sorridere
amare e desiderare d'essere amato.
Questo attacco, al primo ascolto, mi sorprese fino a quasi scandalizzarmi. Troppo lirico, troppo enfatico, troppo retorico. Man mano però che l'Arcivescovo procedeva, ne ho apprezzato sempre più il tono e la conclusione
(questo è stato l'uomo, pregi e difetti. Ora il giudizio spetta a Dio). Alla fine sono arrivato a giudicarlo perfetto.
L'attacco lirico descrive Berlusconi al meglio.
Non corteggiava solo le donne. Corteggiava tutti, perché voleva piacere a tutti ed essere amato da tutti. Il suo cruccio più grande era quando scopriva che c'era gente che non lo amava. Gli sembrava impossibile.
Per aver fatto il galante giocherellone, con una signora, cosa che ha fatto abitualmente fino alla fine, dicendole in pubblico e in presenza dell'allora moglie Veronica Lario "Signora, la sposerei immediatamente, se non fossi sposato e "con lei andrei ovunque", il 31 gennaio 2007 trovò su Repubblica, in prima pagina, l'inizio della sua fine. Veronica, non solo non l'amava più, ma metteva in piazza, sul giornale più antiberlusconiano che potesse esistere, i suoi giudizi velenosi "è un uomo malato, va con le minorenni. Non posso vivere con un uomo simile".
L'uomo che il 17 aprile scorso disse "Chiamatemi il Rieccolo", ora a detta anche di Ezio Mauro, cominciò a morire quel 31 gennaio del 2007. Delle compagne fisse che ha avuto, la Pascale s'è poi sposata con una donna e la Fascina, 33 anni, 53 anni più giovane di lui, 100 milioni di lascito... misteri della vita, misteri dell'amore.
Ho sempre ammirato la sua prima moglie, Carla Elvira Dall'Oglio, una vera Signora e forse la donna che l'ha amato di più, nonostante avesse visto suo marito Impazzire per la Lario e piantarla su due piedi. L'unica assente al suo funerale e quella che ha trovato la frase più bella e ancora piena d'amore: un abbraccio infinito.
Aveva ragione la perfida Veronica, nel definire Berlusca malato?
Credo di no. Eccezionale in tanti campi e sotto tanti aspetti, era un tipico e mediocre "masculo" italico che, grazie ai soldi, poteva ricorre all'usa e getta con le donne. Oltre al Viagra e simili di cui sicuramente avrà fatto uso, ricorreva anche all'efficace stimolazione naturale data dal cambio visivo e tattile della favorita.
Perciò gli sta bene il verso "vivere e desiderare una vita piena... da non morire mai.
Paolo Diodati. La solitudine del numero uno
Al nostro Presidente, moderno Re Mida: invito all’autoironia
07 Settembre 2009
Caro Presidente,
in tutta sincerità: di fronte alla tanto discussa solitudine dei numeri primi gemelli, a cui si è ispirato Paolo Giordano, la sua solitudine in questo periodo spingerebbe a parlare di solitudine assoluta del numero uno. In solitudine in una certa sfera affettiva, forse la più importante, la si vorrebbe rattristato e casto. Un suo incontro galante o amoroso spinge anche i ghibellini a chiedere interventi del Vaticano ancora più chiari nel condannarla. Braccato, spiato, contattato, illuso e raggirato da chi sfrutta un suo contatto, per averne un ritorno in danaro o in immagine. Insomma, attualmente credo che nessuno vorrebbe trovarsi nella situazione in cui si trova lei.
Sono tra gli italiani che le riconoscono, a prescindere dalla condivisibilità delle sue idee e azioni, i pregi della comunicativa, del calore umano e della simpatia. Sappia che sostenere questa innocente ovvietà mi procura, nell’ambiente iper-intellettuale in cui lavoro, oltre ai comuni inviti ad andare a fare quella cosa là, i più virulenti accidenti, accomunandomi a lei, nell’augurio di passare al più presto possibile a miglior vita. Migliore, si fa per dire, perché è ovvio dove: all’inferno.
Tra le doti che riconosco lei abbia spesso, sempre tra tante contestazioni, c’è quella dell’auto-ironia.
Ebbene, veniamo al dunque. Leggendo le dichiarazioni dell’avv. Ghedini sul Corriere, come strascico anche della famosa e incredibile esternazione (per quel che ne penso, veda Veronica e l’astronave, su TF), ci accingeremmo ad avere i resoconti di un processo in cui si dovrà dimostrare che lei è perfettamente funzionante dal punto di vista sessuale. Lei avrà tutte le attenuanti per reagire alle informazioni pecorecce di alcuni giornali, ma la prego: risparmi a lei, a noi tutti, un simile processo. Diventerebbe uno dei più famosi e ridicoli della storia. L’accusa e la difesa potrebbero esibire centinaia di escort disposte a dire tutto e il contrario di tutto. Con il rischio concreto di tirare in ballo la rigidometria.
Ricordo che in una classifica sul rendimento sessuale, al primo posto c’erano i macellai, all’ultimo gli universitari che non avevano fatto carriera. Lei se la batterà ancora con i macellai ma, signor Presidente, magari a 100 anni, si troverà a dover rispondere ancora una volta alla domanda: “Come va con le donne?” Mi permetto di consigliarle di prevenire sarcasmi, battute e nuovi processi, senza aspettare i 100 anni, ricorrendo all’autoironia. Ecco il consiglio.
«Come va con le donne? Se proprio vuole saperlo» dovrebbe spiegare «mi consenta una risposta non secca e un po’ velata, dato l’argomento. Al termine di una delle famose cene di lavoro, musica e poesia, dopo l’ultimo brindisi, mi avvicino alla donna, in genere la più bella, con cui ho già stabilito quel particolare feeling, quel intesa ambigua ed eccitante fatta di sorrisi, occhiate, splendidi preliminari anticamera di una delle più grandi gioie che ci ha regalato la Natura, e le chiedo, con aria ammiccante: “Gradisce un po’ di stracchino?” E lei, sbalordita: “Come, Presidente, dopo questa abboffata storica, i digestivi messicani e i superdigestivi dei frati camaldolesi, Lei mi offre lo stracchino?” E io, sfoderando uno dei miei migliori e famosi sorrisi, con l’aggiunta d’un malandrino occhiolino: “Alludo al mio stracchino…”. “Certosa?” “A volte… - con aria contrita - Certosino…”.* “Ah, che sogno, Presidente, allora certo che sì!” E qui, il culmine dell’autoironia. “Se le piace lo stracchino, ma veramente stracchino… la farò morire!”»
Questa la risposta da dare, spiritosa e, prima o poi, assolutamente realistica.
Oggi, domenica 6 settembre 2009, il Corriere riporta la sua speranza di essere ricordato come giusto e bravo. Nell’essere giusto, dovrebbe rientrarci anche l’essere saggio… Sia saggio. Questa auto-ironia o simili, Presidente, dovrebbe usarla adesso, subito, chiudendo per sempre un argomento al quale dovrebbe essere riservata la maggiore riservatezza, evitando un processo boccaccesco, pecoreccio, surreale, umiliante, degradante.