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Berlusconi, Tajani: "I figli decideranno che fare". Tentazione Marina leader

di redazione politica

Il ministro degli Esteri: "Ruoli per i figli di Silvio? Scelgono loro". Attesa per l'eredità oltre Fininvest, tra ville, navi, dimore storiche e opere d'arte

Forza Italia, Tajani: "Ruoli per i figli di Berlusconi? Decideranno loro cosa fare"

"Bisogna prima arrivare al Consiglio nazionale per eleggere il presidente. Io chiederò nel Comitato di presidenza che si tenga prima della pausa estiva", spiega Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, in una intervista al Corriere della Sera aggiungendo che "nessuno si sente il sostituto di Berlusconi. Sarebbe impossibile. Fino al giorno delle elezioni, cercherò di guidare Forza Italia senza timore di affrontare le difficoltà, e con la linea chiara che ci ha affidato Berlusconi".

"Sempre stato contrario alle correnti - spiega-, non credo ai personalismi ma alle persone e sono sicuro che tutti avranno qualcosa di importante da fare. Tutti, è la mia intenzione, saranno coinvolti, il movimento deve essere unito. Non partiamo da zero: siamo tutti sostenitori di questo governo. Come dimostrano i capigruppo, c’è già una rappresentanza Nord, Sud e Centro. E ripeto: ci sarà un ruolo per chiunque voglia lavorare". Sull'impegno diretto sul campo di uno dei figli di Silvio Berlusconi, Tajani afferma: "Saranno loro a decidere. Al momento Marina è stata molto chiara. Ci sono accanto, ci incoraggiano, ci danno sostegno, nel 'rispetto dei diversi ruoli'".

Marina Berlusconi leader? C'è la tentazione

Secondo il Corriere della Sera, esiste la tentazione di Marina Berlusconi. "È suo il nome scandito in piazza Duomo, mentre la bara del padre sta per partire per l’ultimo viaggio e, sul sagrato, restano cinque fratelli e una sola capofamiglia. La folla urla: Marina, Marina, Marina. Tutti sanno che Silvio Berlusconi e la primogenita si sentivano almeno tre volte al giorno; tutti ricordano che, ogni volta che il padre era sotto attacco, quella che scendeva in campo e lo difendeva sui giornali era lei".

"Per le sue uscite, precise e spietate, molti da anni la individuano come una possibile erede anche politica e anche dotata di leadership carismatica. Questo nonostante Berlusconi ripetesse che non avrebbe mai voluto che i suoi figli patissero quello che aveva patito lui. L’ipotesi lei l’ha sempre respinta, salvo nel 2014", ricorda il Corriere della Sera. "Intanto, si dice che sarà lei a decidere se a correre per il seggio lasciato vuoto dal padre sarà uno di famiglia, forse il fratello minore Luigi, forse zio Paolo, e che sarà sua l’ultima parola sulle liste delle Europee. D’altra parte, si diceva anche che ci sia stata lei dietro l’ultimo riassetto del partito e il ridimensionamento di Licia Ronzulli".

Berlusconi, l'atra eredità fatta di ville, navi e opere d'arte

Nel frattempo, si entra nel vivo per capire l'eredità di Berlusconi. Come ricorda il Corriere della Sera, non c’è soltanto Fininvest. "A chi andrà Villa San Martino ad Arcore, simbolo del potere berlusconiano? E la faraonica Villa Certosa in Sardegna che ha accolto in ciabatte e bermuda capi di Stato e potenti di mezzo mondo? Possiamo immaginare che Arcore sarà venduta? O gli appartamenti di Viale San Gimignano a Milano dove si trasferì negli anni Sessanta Rosa Bossi, mamma del Cavaliere?"

Secondo il Corriere della Sera, è "più facile che vengano divise tra gli eredi alcune proprietà da mettere sul mercato e dunque destinate ad essere «monetizzate». Tra queste il principale asset, la villa di Porto Rotondo che una perizia ha valutato 259 milioni ma che sul mercato potrebbe trovare acquirenti anche a prezzi molto superiori".

Sempre per il Corriere sono soltanto quattro gli immobili di cui l’ex leader di Forza Italia aveva la proprietà personale, non ingabbiati in una società e che dunque potrebbe aver attribuito direttamente agli eredi senza filtri azionari. Il primo è la dimora storica di Milano-San Gimignano. Il secondo è il villino «Due Palme» di Lampedusa (250 metri quadrati) di cui annunciò l’acquisto nel 2011 dopo essere atterrato sull’isola, assediata dagli sbarchi. Il terzo era uno dei rifugi preferiti da Berlusconi fuori dalla Brianza: Villa Campari sul Lago Maggiore, a Lesa, poco distante dalla casa che fu di Mike Bongiorno, trenta stanze, splendido parco, erba pettinatissima e porticciolo privato. E il quarto: le due stanze dell’eccentrico artista triestino Cesare Correnti.

Ci sono poi le opere d’arte, alcune —sottolinea il Corriere della Sera — di grande valore. "Tra i racconti leggendari su Berlusconi, anche quello di un hangar con 24 mila quadri".