Spese militari, asse Draghi-Mattarella contro Conte: chi vota no è fuori
Il premier tira dritto sugli accordi Nato. Il M5s conferma la linea dura: si va alla conta in Parlamento. Il leader grillino ai suoi: "Posizioni distanti"
Spese militari, si va alla conta in Parlamento. Crisi in piena guerra
La questione delle spese militari rischia di far cadere il governo nel pieno della guerra in Ucraina. Le posizioni di Draghi e di Conte restano diametralmente opposte e inconciliabili dopo il duro confronto di ieri a Palazzo Chigi. Il M5s è intenzionato a votare no al provvedimento per far aumentare al 2% del Pil la spese per armamenti militari, tenendo fede agli accordi presi con la Nato. Se Conte - si legge su Repubblica - decidesse di mantenere la sua posizione, chiedendo di rinnegare un impegno internazionale assunto dall’Italia, allora Mario Draghi chiederà alla maggioranza di «contarsi in Parlamento». Il premier ha dalla sua anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Massima sintonia tra i due sul tema. Di fatto, è la promessa di un dentro o fuori.
Si tratta dell'annuncio di una potenziale fiducia - prosegue Repubblica - capace di ridisegnare l’attuale compagine di unità nazionale. E di spaccare il Movimento, che dovrà decidere se votare contro l’esecutivo in piena crisi internazionale, oppure ascoltare le ragioni dell’ala moderata capitanata da Luigi Di Maio. Una durezza che l’ex premier non si aspettava. "Il presidente del Consiglio non ha fatto un passo in avanti — si sfoga al termine del colloquio con i suoi uomini più fidati — ma io non ne ho fatto uno indietro. Le posizioni restano distanti. Neppure sul Def ha ceduto".