Cronache

Denise, la madre: "La cerco viva". Commissione parlamentare: ora tocca al Pd

Piera Maggio non si arrende e continua a cercare la figlia scomparsa: "Fino a che non avrò una dimostrazione diversa, continuo a lottare per lei"

Denise Pipitone, Commissione d'inchiesta parlamentare: domani la proposta della calendarizzazione

L'ipotesi della calendarizzazione della Commissione d’inchiesta parlamentare su Denise Pipitone sembra farsi concreta. È attesa per domani la riunione dei capigruppo durante cui verrà avanzata la proposta della calendarizzazione della Commissione d'inchiesta sulla scomparsa di Denise. Il testo, approvato il 12 gennaio scorso, aveva poi subito un rallentamento dell’iter per inserirlo in calendario. Tuttavia, su Affaritaliani.it, l’onorevole Vittoria Baldino ha dichiarato: “Non mi risulta che anche altri gruppi abbiano chiesto calendarizzazione”.

Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, continua comunque a cercare sua figlia e la Commissione d’inchiesta parlamentare avrebbe lo scopo di fare luce sulle irregolarità delle indagini iniziate 17 anni fa. Ospite a Ore14, la donna si è rivolta ai politici, responsabili dell'istituzione della Commissione: “Vorrei che si immedesimassero: dopo 17 anni ancora nessuno sa dove sia Denise e che fine abbia fatto. Siate umani in questo senso”. “Visto l’entusiasmo iniziale - ha aggiunto Piera Maggio - non riesco a capire la lungaggine dei tempi. Qualche domanda me la pongo anche io”.

Perchè la Commissione d'inchiesta possa partire, una volta approvato il testo è necessario che il Capogruppo d’Aula ne chieda l’inserimento in calendario durante la conferenza. Dal momento che il primo firmatario della proposta è Alessia Morani, membro del Pd, spetta alla Capogruppo Debora Serracchiani portare avanti l'istituzione della Commissione per aprire l'inchiesta e indagare sul rapimento di Denise.

Numerosi i punti rimasti ancora non chiariti del caso Pipitone, che oggi vedono coinvolta anche l'ex pm Maria Angioni. Durante il processo che la vede imputata per falsa testimonianza è intervenuto il maresciallo dei carabinieri Francesco di Girolamo: “Ricordo che c'erano delle preoccupazioni relative alla presenza di qualche personaggio dentro al commissariato di Mazara del Vallo che aveva contatti indiretti con Anna Corona".

 

"Era il responsabile del commissariato", ha affermato Di Girolamo davanti al giudice monocratico del tribunale di Marsala. "Il nome non lo ricordo, ma sarà facile individuarlo, ce n'era soltanto uno", ha continuato il maresciallo, che all'epoca della scomparsa partecipava alle indagini, rilanciando così i sospetti sui primi mesi di indagine e i rapporti con Anna Corona.

Il carabiniere ha confermato di aver interagito spesso con la pm Angioni, tra i primi magistrati ad essersi occupati del caso Denise, senza però averle mai riferito “di essere stato inseguito dal personale del commissariato di Mazara del Vallo. Semmai in quel periodo c'erano tante forze di polizia, per cui la sera o la notte capitava di incontrare altre forze di polizia. Era facile di andare in un posto in cui volevamo fare delle attività, ma trovavamo altre forze dell'ordine".

Nel corso del processo contro Maria Angioni, accusata di false informazioni in merito alle indagini sulla scomparsa di Denise, il pm Roberto Piscitello ha affermato che farà richiesta dell’acquisizione di “altri mille articoli che dimostrano come l'imputata abbia messo in atto deliberatamente una serie di fesserie sull'operato della polizia giudiziaria e sulle indagini".

Perrino a Ore 14: "Denise Pipitone è un caso chiuso ma la commissione d'inchiesta può fare chiarezza"

Sul caso è intervenuto anche il direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino: "La politica deve riaccendere i riflettori sul caso Pipitone, perché le indagini hanno sbagliato parecchie mosse, si sono alternati tanti magistrati che si contraddicono tra di loro, ci sono intercettazioni che coinvologo tante persone di un certo livello e la commissione parlamentare può davvero essere utile per fare chiarezza. In più il caso è chiuso, quindi non andiamo a pestare i piedi ai magistrati se ne parliamo. E vogliamo esercitare il nostro diritto di critica".

Perrino infatti ha spiegato in studio di essere indagato per quanto detto a Ore 14 sul caso di Denise Pipitone, insieme ad altri giornalisti e ospiti, tra cui lo stesso Milo Infante: "Noi qui abbiamo parlato sommessamente del caso, abbiamo eccepito in quanto giornalisti su alcune cose che non sembravano chiare, e per questo sono indagato, ma continueremo a guardare le cose dal nostro punto di vista". 

Tornando alla commissione d'inchiesta, Perrino ha fatto presente che, "come abbiamo scritto su Affaritaliani.it, abbiamo avvertito da parte dell’onorevole Morani un certo raffreddamento, come una marcia indietro. Non rispondeva ai miei giornalisti o rispondeva a metà, diceva di avere altro da fare. Ma perché il Pd ha cambiato atteggiamento? Al momento non c’è una spiegazione, ma se domani farà partire la commissione d'inchiesta sarò contento di ricredermi".

 

 

 

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