Statali, smart working al 15% e vietato dall'estero. Stop al lavoro da casa
Attualmente la percentuale di lavoratori della pubblica amministrazione che opera da casa è di circa il 40%. Il ministro Brunetta rimanda tutti in ufficio
Statali, smart working al 15% e vietato dall'estero. Stop lavoro da casa
L'emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta. Preoccupa la variante delta e l'arrivo dell'autunno che potrebbe far aumentare i contagi nel Paese. Il governo spinge per far vaccinare più persone possibili mettendo l'obbligo del Green Pass per i lavoratori, ma c'è chi va anche oltre questa misura. Il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta - si legge sul Corriere della Sera - ha deciso di riportare quasi tutti gli statali in ufficio, mettendo fine di fatto allo smart working. Lo prevede la proposta messa a punto dall’Aran, l’agenzia governativa per la contrattazione. Il lavoro da remoto, dovrà interessare non più del 15% dei lavoratori. L’obiettivo è infatti riportare l’85% dei lavoratori in ufficio perché spesso il lavoro da casa si è dimostrato inefficiente.
L’accordo - prosegue il Corriere - disciplinerà anche le giornate nelle quali si potrà svolgere il lavoro agile, gli orari, i riposi e le forme di recesso. Tra le regole proposte anche il divieto di lavorare in remoto dall’estero, a meno che la sede di lavoro sia fuori dai confini. È evidente l’intento di dare una stretta al lavoro da casa, evitando che si trasformi in una sorta di vacanza. Questa modalità di lavoro, si legge nella proposta, è finalizzata «a conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e l’innovazione organizzativa garantendo, al contempo, l’equilibrio tra vita professionale e vita lavorativa».