Politica
Brunetta: "Basta smartworking, si torni a lavorare in presenza". È polemica
Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha acceso il dibattito sullo smartworking dicendo che "è ora di superarlo e tornare in presenza"
"La pandemia è stato uno shock che ha richiesto misure straordinarie. Lo smart working, sia nel pubblico sia nel privato, è stata una grandissima sperimentazione sociale che è riuscita a tenere in piedi il Paese. Mi congratulo con il governo Conte Due, che è riuscito a farla partire in quelle condizioni drammatiche e straordinarie" ma ora "grazie ai vaccini, grazie alla campagna dell'ottimo Commissario Figliuolo, stiamo tornando verso la normalità".
Lo afferma il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in una intervista al Giornale. "Il metabolismo del Paese è cambiato. Che senso ha continuare con le stesse misure nate per resistere alla pandemia? Che senso ha mantenere ancora questa cappa di straordinarietà quando il Paese chiede che venga accompagnato verso la crescita con tutto il suo capitale umano? Già prima della pandemia esistevano montagne di arretrati. Negli ospedali, nei tribunali, negli uffici comunali.
Tanti freni allo sviluppo, al benessere, alla giustizia. La pandemia ha moltiplicato questo cumulo di arretrati e di ingiustizie. Adesso abbiamo bisogno di dare gambe alla crescita, anche 'riempiendola' di capitale umano. Il lavoro in presenza è l'anima di questa rinascita. L'assenza è ancora più pericolosa nel privato, perché rischia di essere prodromica ai licenziamenti di massa. È un mio grande timore".
E sottolinea: "Sul capitale umano pubblico come catalizzatore dello sviluppo del Paese ho scommesso sin dall'inizio. Ho riavviato il rinnovo dei contratti, ho sbloccato i concorsi per quasi 35mila posti, definito nuove modalità di reclutamento secondo le best practice internazionali. I primi bandi per il personale Pnrr sono già stati pubblicati: per 8.171 addetti all'ufficio del processo e per 500 funzionari che dovranno lavorare alla governance dell'attuazione degli investimenti e delle riforme previste dal Piano.
A questo si aggiunge una grande necessità di formazione, come una ricarica delle batterie: sto lavorando a un programma formativo da 1 miliardo che possa dotare i dipendenti pubblici delle competenze indispensabili per affrontare le tre transizioni - ecologica, digitale e amministrativa - che porteranno l'Italia nel futuro".
Pa, D’Attis (FI): "Bene Brunetta, si torni al lavoro in presenza"
“La rivoluzione gentile del ministro Brunetta va avanti. Il ministro, con un lavoro straordinario, sta portando una ventata di aria fresca nella pubblica amministrazione, riavvicinandola ai cittadini, rendendola efficiente e moderna. Sostengo convintamente la sua battaglia per il ritorno al lavoro in presenza: lo smart working, fondamentale nelle fasi acute della pandemia, può certamente essere una eccezione ma non la regola. Solo così si potranno garantire servizi migliori ai cittadini, favorendo al contempo la ripresa delle attività economiche che ruotano intorno agli uffici pubblici e che in questi lunghi mesi sono state duramente penalizzate. Avanti così, per ritornare il prima possibile alla normalità”. Lo scrive in una nota il deputato di Forza Italia, Mauro D’Attis.
Dieni: "Brunetta non può eliminare lo smartworking per vendere più caffè"
"Non si può ridurre o eliminare lo #smartworking per vendere più caffè o capi di abbigliamento . Non è questo che deve ispirare il ministro della #pa . @renatobrunetta non si torni al medioevo". Lo scrive su Twitter la deputata M5S, vicepresidente del Copasir, Federica