"Su di noi un bavaglio di Stato. Con un'Italia sovrana tutti più forti"

Intervista a Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord e candidata elle elezioni europee con la lista Libertà

di Gabriele Penna
Laura Castelli
Politica

Europee, parla Laura Castelli

Laura Castelli risponde al telefono mentre è in macchina. Si sta spostando da Milazzo a Capo d'Orlando, la costa nordorientale della Sicilia viene battuta a tappeto. Sono le ultime e frenetiche ore della campagna elettorale, alle 24 dell’8 giugno il silenzio elettorale scatterà. Bisogna dare tutto fino all’ultimo. Anche un comizio in più, nell’ultimo giorno disponibile, può fare la differenza. Castelli, che corre con lista Libertà capitanata da Cateno De Luca “è fiduciosa” e conta di raggiungere la soglia del 4% che le permetterebbe l’ingresso nel prossimo Parlamento europeo.

“La gente non ha più fiducia nella politica, abbiamo incontrato persone che dicevano ‘non ne voglio più sapere’, - racconta Castelli - poi gli abbiamo spiegato che cos’è la lista Libertà, ossia persone che sono già state nelle istituzioni e dimostrano tutti i giorni come si risolvono i problemi, persone che hanno le mani libere, senza dover rispondere a finanziatori di campagna elettorale che poi chiedono favori”.

Avete scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lamentando una copertura mediatica quasi nulla, risposte dal Quirinale? Come è finita?

“È finita con un bavaglio di Stato. Ieri in due conferenza stampa, una a Catania e una Palermo, il sistema mediatico non si è presentato. Se non un giornalista. Avevamo cose importanti da dire, in particolare sulla sanità e il Patto di stabilità. Il governo ha votato a favore di questo patto e il Pd con le scelte del commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha scelto di sottoscrivere un Patto che non consentirà di certo di migliorare la drammatica situazione che oggi c’è nella sanità. E poi il tema della mafia: con il capitano Ultimo abbiamo fatto una proposta che portiamo avanti da mesi e riguarda i tasselli che mancano per fare veramente la lotta alla mafia. Abbiamo la sensazioni che questo tema non interessi a nessuno”.

Tornando alla copertura mediatica, ieri il vostro leader, Cateno De Luca, è stato intervistato da Enrico Mentana su La7, soddisfatti?

“È un nostro diritto, non c’è da essere soddisfatti o meno. Ringrazio sicuramente il direttore Mentana che come al solito si è dimostrato un signore e capisce l’importanza di rappresentare tutte le parti politiche però non è possibile dirsi soddisfatti dopo mesi di campagna elettorale totalmente silenziati e con un Agcom che sa benissimo che non viene tutelata una lista che è già presente in Parlamento e quindi per legge andrebbe tutelata con degli spazi che noi non abbiamo avuto, se non con una percentuale microscopica. E addirittura ci sono delle testate giornalistiche che preferiscono forse pagare le multe che verranno fatte dell’Agcom solo perché guadagnano di più con la pubblicità. Noi siamo un pericolo per alcuni sistemi partitici che preferirebbero che l’astensionismo aumentasse ancora di più”.

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Parlava di sanità, il governo ha dato il via libera in Cdm a un provvedimento che taglia le liste di attesa

“Ho fatto una prova: sono salita in macchina a Torino con mio papà che vive in una regione dove la sanità non esiste più. Secondo lui il Cup regionale non riduce le liste d’attesa, ma le allunga, perché nessuno sarà in grado di andare nel territorio a cercare il posto libero a pagamento, ma verranno messi in comune in un area geografica più grande. Bisogna andare a Bruxelles e spiegare che vanno tolte le spese per la sanità dal Patto di stabilità”.

Accetterebbe il Mes sanitario?

"Ennesima gogna che andrebbe aggiunta ai diktat del Patto di stabilità. Ricordo che i partiti di governo, insieme al Pd di Gentiloni, hanno accettato un Patto che porterà a miliardi di tagli. Il Mes sarebbe un indebitamento incredibile che non riusciremmo a restituire perché siamo un Paese che non cresce e non fa figli. Questo governo non ama la crescita, ma solo fare promesse che poi non mantiene come l’abolizione delle accise e il blocco navale".

La presidente del Consiglio Meloni ha presentato un esposto all’Antimafia sui flussi migratori anomali

"Se ne accorge tre giorni prima delle elezioni. La verità è che lei non racconta la verità agli italiani. La sua proposta sul blocco navale è irrealizzabile e non è capace di convincere l’Europa che l’Italia va aiutata in una situazione drammatica. Ricordo che quando ero al governo ho dato risorse ai comuni che sono seppelliti perché non hanno fondi per sostenere nemmeno la gestione dell’emergenza. Le denunce vanno bene ma, Meloni è presidente del Consiglio, non un cittadino normale, e ha un ministro degli Interni".

Voi vi riconoscete nella parola sovranismo?

"È una parola importante. Quando ti tolgono la libertà di scegliere e decidere come tutelare il tuo Paese come succede oggi con agricoltori e pescatori. Mi hanno raccontato storie agghiaccianti di direttive europee che non corrispondono a quelle che sono le nostre identità. Un altro esempio di mancata sovranità dopo quella monetaria è quella sulle spiagge attraverso la Bolkestein che oggi fa vendere le spiaggia italiane a grandi organizzazioni togliendoci la libertà di potere andare in spiaggia perché chi oggi sta comprando queste concessioni poi al cittadino chiede somme impossibili. Anche l’europeista più convinto dovrebbe capire che lasciare la sovranità all’Italia porta ricchezza e fa diventare più forte questa Europa”.

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