Politica
Europee/ "Agcom penalizza Sud Chiama Nord": Cateno De Luca scrive a Mattarella
Scontro tra l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e il partito Sud Chiama Nord, guidato da Cateno De Luca, sulla mancata visibilità mediatica
Elezioni europee/ "L'Agcom sta falsando le elezioni europee penalizzando la lista Libertà: non applica i principi enunciati nella sua stessa delibera". L'appello del leader di Sud Chiama Nord Cateno De Luca e della presidente Laura Castelli a Mattarella
Scontro tra l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e il partito Sud Chiama Nord di Cateno De Luca, in corsa alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno con la Lista Libertà. Al centro la visibilità mediatica che la lista Libertà, messa al pari di Pace Terra e Dignità e Alternativa Popolari, pur avendo tutti i requisiti, non sta ricevendo. In questo modo, "l'Autorità rischia di falsare le elezioni, non applicando i principi enunciati nella sua stessa delibera". Per questo motivo Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord e federatore della lista Libertà e Laura Castelli, Presidente di Sud chiama Nord, si appellano oggi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, richiedendo un aiuto e un intervento immediato per ristabilire "equilibrio".
"Illustrissimo Presidente Sergio Mattarella, scriviamo a Lei, garante della nostra carta Costituzionale, in quanto sta succedendo un fatto molto grave che, incidendo fortemente sulla visibilità mediatica della nostra lista, rischia di falsare le elezioni europee che si svolgeranno settimana prossima, 8 e 9 giugno. L’Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nell’enunciare un chiaro criterio nella DELIBERA N. 90/24/CONS, non lo ha poi adottato nella tabella diffusa in allegato a tutti gli operatori delle telecomunicazioni. O meglio: lo ha adottato per tutti tranne che per la lista Libertà", denunciano De Luca e Castelli.
Così infatti recita l’articolo 8 comma 4 della delibera, "'I tempi vengono valutati tenuto conto del numero dei voti conseguiti alle ultime elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati, nonché del numero dei seggi di cui dispone, alla data di indizione delle elezioni di cui al presente provvedimento presso il Parlamento europeo e/o presso il Parlamento nazionale, e, nel periodo successivo alla presentazione delle candidature, anche in proporzione al numero complessivo di circoscrizioni in cui il soggetto politico ha presentato candidature'".
Nel caso specifico, infatti, spiegano De Luca- Castelli, "nella tabella che l’Agcom allega, viene attributa la % pari a zero e il minutaggio pari a zero a 3 liste: Libertà, Pace terra e Dignità e Alternativa Popolare. Questa scelta dell’autorità, non solo azzera completamente il tempo di presenza televisiva di 3 liste, ma nei confronti della lista Libertà non rispetta nemmeno la necessità di distinguere quelle liste che hanno ottenuto voti al rinnovo della Camera dei deputati e hanno ottenuto seggi al Parlamento nazionale".
Infatti, ricordano, "la lista Libertà, presentata dal partito Sud chiama Nord - De Luca Sindaco d’Italia, possiede l’esenzione della raccolta firme proprio in quanto al rinnovo del Parlamento Nazionale ha eletto 2 Parlamentari, ottenendo circa 300 mila voti. Dunque è evidente che avrebbe diritto a un trattamento diverso rispetto ad Alternativa Popolare e Pace terra e dignità. Davanti a questi fatti, ci risulta chiaro che la lista Libertà, presente in tutte le circoscrizioni, ad oggi è stata gravemente danneggiata. Non è accettabile ricevere lo stesso minutaggio in televisione e radio della lista “Pace terra e dignità” e della lista “Alternativa Popolare” in quanto non presentano gli stessi requisiti enunciati all’art. 8 comma 4".
"Chiediamo un intervento di tutela affinché gli organi preposti si adoperino immediatamente, per risarcire e ristabilire un equo trattamento nei confronti della Lista Libertà, in linea ai principi costituzionali. Pensiamo che sia doveroso avere riattribuito il tempo che in queste settimane illegittimamente ci è stato tolto. Ci appelliamo a Lei Presidente Mattarella, affinché l’Italia non si distingua in chiave Europea come Paese di regime che invece di tutelare il pluralismo, lo sopprime", concludono Cateno De Luca e Laura Castelli.