Talamone, pressioni su Simiani per interrompere la battaglia contro il Comune di Orbetello

L’esponente dem chiede al governo di estendere ai porti la proroga delle concessioni balneari, ma lamenta tentativi “esterni” per fermare la sua azione. Il dossier intanto finisce all’Anticorruzione

di Redazione

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Talamone, pressioni su Simiani per interrompere la battaglia contro il Comune di Orbetello

Ci ha messo la faccia. Uno dei pochi, senza dubbio l’unico a livello nazionale. Marco Simiani, deputato del Partito democratico, sta portando avanti una battaglia per tutelare approdi e porti turistici. In Parlamento ha presentato emendamenti per estendere le concessioni dei posti barca a quelle delle spiagge, in modo da ampliare il raggio d’azione del decreto balneari varato a settembre dal governo di Giorgia Meloni per evitare la procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea. La faccenda riguarda la direttiva Bolkestein e, a giudizio dell’esponente dem, eletto a Grosseto, l’esecutivo, con quel provvedimento, ha scontentato tutti. Simiani si riferisce alla scelta del governo di limitare ai soli titolari dei lidi l’applicazione della proroga al 30 settembre 2027. Rimostranze che il parlamentare del Pd ha messo nero su bianco in un ordine del giorno che è stato bocciato dalla Camera. Stessa sorte era toccata agli emendamenti. 

Un fronte comune, quello politico, che non trova alcuna giustificazione. Simiani non se la spiega, ma, ai suoi fedelissimi, ha confidato nei giorni scorsi di aver ricevuto forti pressioni dal territorio grossetano per lasciar perdere, insomma per abbandonare questa personale battaglia a tutela dei porticcioli. In particolare, la frazione di Talamone dove è in corso una discussa procedura (Affaritaliani sta seguendo tutto passo passo) per la trasformazione dell’attuale approdo in porto turistico. Simiani ha raccontato di aver ricevuto alcune telefonate, quattro o cinque, nei quali personaggi di spicco della provincia di Grosseto e di Orbetello, lo hanno invitato a chiudere la faccenda. Il diretto interessato, tuttavia, è andato avanti a testa bassa, portando la questione financo nell’aula a Montecitorio: «Ci sono approdi turistici in Italia, io per esempio sto seguendo la vicenda del porto di Talamone nel comune di Orbetello, in Toscana, in cui, oggi, invece di andare in deroga, già si sta pensando di mettere a bando alcune concessioni per darle a un unico gestore, penalizzando i piccoli natanti, facendo diventare quel porticciolo un condominio, senza dare la possibilità di partecipare a chi, fino a oggi, ha fatto la propria parte, magari attraverso un coinvolgimento diffuso» ha tuonato Simiani. 


Frattanto, dopo i ricorsi al Tar della Toscana presentati dal Consorzio il Molo di Talamone, quello che rappresenta l’80% degli attuali titolari delle licenze del porticciolo, esclusi dal piano del Comune, il dossier sul rifacimento della darsena della Maremma è finito all’Autorità nazionale anticorruzione. A segnalare il caso all’Anac, presieduta da Giuseppe Busia, è stato stamattina il Comitato Salviamo Talamone. «Auspichiamo che venga aperto un dossier in tempi rapidi da parte dell’Anac che potrebbe valutare anche i profili attinenti le norme sui servizi pubblici locali, in linea con quanto disposto dal decreto legislativo 201 del 2022. In particolare, il progetto di trasformazione dell'approdo in porto turistico, approvato con una serie di delibere comunali tra il 2023 e il 2024 e affidato alla società Porto Turistico Talamone, sembra essere stato concesso senza l'indizione di una gara pubblica. Tale scelta appare in contrasto con i principi di trasparenza, concorrenza e parità di trattamento previsti dalle normative nazionali ed europee. Il cuore della questione riguarda l'assenza di una procedura competitiva per l'assegnazione della concessione. Una scelta, quella dell’amministrazione comunale, che limita la possibilità per altri operatori economici di partecipare al processo, in violazione dei principi sanciti dalle direttive europee 2014/23/UE e 2014/24/UE. Queste direttive, infatti, impongono l’obbligo di trasparenza e concorrenza per le concessioni pubbliche di rilevante entità, requisiti che non sembrano essere stati rispettati. La giustificazione dell'affidamento diretto, basata sull'applicazione del dpr 509 del 1997, noto come “decreto Burlando”, risulta inadeguata e obsoleta nel contesto normativo attuale» denuncia il Comitato.

 

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