Economia
Caso Talamone, faro di Fazzolari sul dossier di Orbetello
L’amministrazione comunale toscana vuole rifare il porticciolo della Maremma, calpestando il decreto balneari. Ma il dossier finisce a Palazzo Chigi
Orbetello nel mirino: il porto turistico e le concessioni balneari
È proprio vero che le peggiori preoccupazioni sono in casa. E per Giorgia Meloni la regola pare funzionare alla perfezione. Vuoi per il caso di Gennaro Sangiuliano, vuoi per gli strappi della Lega e di Matteo Salvini sul sovranismo, vuoi, ancora, per le fughe in avanti di Forza Italia sullo ius scholae: il premier è impegnato più con i guai nel suo campo che con gli attacchi delle opposizioni. In effetti, gli ultimi sondaggi confermano che la migliore assicurazione sulla vita per l’esecutivo di centro destra è rappresentata proprio dai partiti di centro sinistra: tant’è che Fratelli d’Italia ha guadagnato, in due anni, il 3,5% dei consensi. E qualche grana “interna”, alla premier, arriva anche dal territorio. C’è chi, per esempio, pare intenzionato a fare orecchie da mercante rispetto al decreto balneari: è il caso del Comune di Orbetello. I lettori di Affaritaliani conoscono bene la vicenda.
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L’amministrazione di centro destra della cittadina lagunare si è messa in testa di trasformare l’approdo di Talamone, gioiello della Maremma, in porto turistico. Il caso è arrivato sulla scrivania del potente sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, braccio destro del presidente del consiglio, e se ne stanno occupando anche alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia. Il faro di Palazzo Chigi è puntato su Orbetello. La questione non è affatto lineare. Del resto, l’iter burocratico è stato avviato in piena estate, con un bando pubblicato a cavallo di Ferragosto, e adesso la faccenda è stata spedita al Tar della Toscana perché gli atti di Orbetello sarebbero pieni zeppi di errori, sia dal punto di vista della procedura sia per quanto riguarda il rispetto delle norme sulla trasparenza. Il blitz favorisce, infatti, solo un piccolo gruppetto di operatori, mentre taglia fuori l’80% degli attuali titolari delle concessioni, tra cui associazioni sportive dilettantistiche.
Quello delle licenze è il punto cardine: il sindaco Andrea Casamenti e l’assessore Luca Teglia hanno promesso agli “esclusi” di voler rinnovare fino al 30 settembre 2027 le concessioni in scadenza a fine dicembre, in linea con le norme del governo nazionale. Solo parole, però. Nessun atto concreto né formalizzazioni di dichiarazioni rilasciate più volte nel corso di riunioni informali. In assenza di documenti ufficiali, dunque, dal 1 gennaio le licenze passerebbero in blocco alla srl Società Porto Turistico di Talamone che ha ricevuto, il 20 agosto, semaforo verde al progetto. Alla fine della giostra, dunque, il decreto balneari verrebbe calpestato e Talamone potrebbe subire una clamorosa speculazione sulle licenze. Il rischio di creare un pericolo precedente su scala nazionale è concreto. Ragion per cui, non è escluso un intervento dall’alto. Per fermare la giostra.