Tasse, taglio dell'Irpef per il ceto medio da aprile 2025. Il patto (ufficioso) tra i leader del governo. Esclusivo

Misura per decreto a marzo. Risparmio di 50 euro al mese

Di Alberto Maggi
(foto Lapresse)
Politica

Manovra e rinvio della riduzione dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% per il ceto medio. Ecco la verità


Forza Italia, con il suo segretario Antonio Tajani, ci ha provato fino all'ultimo, appoggiata dal vice-ministro dell'Economia Maurizio Leo. Ma alla fine ha prevalso la linea del rigore dei conti pubblici e della salvaguardia dei saldi di bilancio. Soprattutto per il rapporto con l'Unione europea, considerando le nuove regole del Patto di Stabilità e anche la crisi politica ed economica dei due principali Paesi del Vecchio Continente, Germania e Francia. Quindi obiettivo e input del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti condiviso dalla premier Giorgia Meloni è stato quello di non "esagerare" in questa fase, di non azzardare per tenere basso lo spread, ai minimi da anni, e quindi risparmiare sugli interessi del debito pubblico.

Ma il tanto atteso e poi rinviato taglio dell'Irpef per la classe media resta ed è dopo il vertice di governo di lunedì pomeriggio la priorità assoluta per l'inizio del 2025. Non solo perché insiste con un pressing fortissimo Forza Italia ma in quanto - come Affaritaliani.it è in grado di rivelare - i leader hanno preso un impegno, una sorta di patto ufficioso e non scritto, per far approvare un decreto che riduca l'aliquota dal 35 al 33% almeno fino a 50mila euro l'anno lordi e se possibile anche fino a 55 o 60mila, dal primo aprile del prossimo anno.

La misura per estenderla fino a 60mila, ha spiegato il titolare del Mef nel vertice di lunedì con i leader del Centrodestra, costa 4 miliardi di euro che al momento non ci sono. Dal primo concordato fiscale scaduto il 31 ottobre sono entrati 1,3 miliardi e con la riapertura che scade domani, 12 dicembre, si punta ad arrivare o a superare di poco i 2 miliardi complessivi. Poi ci sarà una ricognizione tempestiva della situazione dei conti e delle entrate, anche grazie alle feste di Natale e al turismo invernale, e già a fine febbraio, se come ci si augura saranno a disposizione altri 1,5-2 miliardi di extra-gettito, a quel punto il governo varrà per decreto la riduzione dell'aliquota Irpef per il ceto medio.

Poi in base ai numeri si vedrà la platea esatta, ma fonti dell'esecutivo e non di Forza Italia danno per certo al 99% che almeno fino a 50mila euro di reddito lordi all'anno l'aliquota calerà al 33% dal primo aprile 2025. Con un risparmio per un dipendente con uno stipendio medio di circa 50 euro al mese. Per ora, dunque, si è scelta la strada della prudenza, abbassando comunque l'Ires per le aziende (provvedimento voluto tanto dagli azzurri quanto dalla Lega) che assumono. Ma l'impegno, il patto informale tra tutti i leader del Centrodestra avallato da Meloni e Giorgetti e quello di intervenire per decreto a marzo, dopo il check sulle entrate di fine febbraio, è far scattare il taglio delle tasse per i ceto medio dal primo aprile (e stavolta non dovrebbe essere un pesce d'aprile).

L'obiettivo è arrivare fino a 60mila euro ma questo dipenderà dalle cifre che il Mef tempestivamente si è impegnato a condividere con i colleghi e anche dal contesto internazionale incerto: non solo le crisi economiche e politiche in Francia e in Germania ma anche la guerra Russia-Ucraina e l'esplosiva situazione in Medio Oriente. Ma il patto, informale, è stato siglato lunedì scorso. Tutti d'accordo (variabili geopolitiche internazionali permettendo). 

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