Vaccino obbligatorio in due step. Ecco quando per tutti (over 18)

Vaccino obbligatorio, Governo diviso. Draghi verso i due step

Di Alberto Maggi
Politica
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Vaccino obbligatorio: per il sì Pd, Iv e Leu. No dalla Lega. Forza Italia cauta (ma per il sì)
 

Dopo Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, anche Maurizio Landini, numero uno della Cgil, chiede al governo di introdurre il vaccino obbligatorio per tutti perché "il contagio non avviene nei luoghi di lavoro o in ufficio". D'accordo anche il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, secondo il quale "è arrivato il momento di passare alla vaccinazione obbligatoria per tutti coloro che hanno piu' di 18 anni".

A questo punto gli occhi della politica sono tutti puntati sulla cabina di regia e sul Consiglio dei ministri di domani, mercoledì 5 gennaio. "La discussione è ancora aperta, al momento nulla si può escludere", spiegano fonti di governo ai massimi livelli. Di sicuro c'è l'estensione del Super Green Pass, quindi la vaccinazione, per tutti i lavoratori, settore privato e pubblico.

Partito Democratico, Italia Viva e LeU insistono nel chiedere al premier Mario Draghi "un atto di coraggio" con l'introduzione dell'obbligatorietà del vaccino dai 18 anni in su (salvo ovviamente le eccezioni di chi per problemi particolari o allergie non può ricevere dosi). Ma il governo è spaccato. La Lega è nettamente contraria. Il senatore Armando Siri ha usato parole molti forti su Affaritaliani.it, bollando i vaccini come "un mezzo fallimento", ma chi ha parlato con Matteo Salvini nelle ultime ore assicura che il leader leghista è e resta contrario all'obbligo per legge e si augura che il tema non arrivi nemmeno sul tavolo del Cdm.

C'è da dire, però, che i Governatori del Carroccio, anche se non si sono espressi in modo ufficiale, non vedrebbero l'ipotesi del vaccino obbligatorio come il male assoluto. E questo conferma quantomeno una diversa sensibilità all'interno della Lega, già emersa su Green Pass e restrizioni. A essere proprio spaccati sono i 5 Stelle. Riunioni su riunioni, ristrette e allargate.

In casa M5S si cerca faticosamente di definire una linea sull'obbligo vaccinale. Dopo l'apertura all'ipotesi dell'obbligo, arrivata durante l'ultima cabina di regia dal ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli (e rilanciata anche dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà), si è acceso lo scontro all'interno del Movimento 5 Stelle: l'ex sindaca di Roma Virginia Raggi, contraria all'obbligo vaccinale, si sarebbe attivata provando a compattare il fronte del no. Diversi i contatti con senatori e deputati da parte della consigliera comunale capitolina. Anche la capogruppo al Senato, Mariolina Castellone, avrebbe sollevato non poche perplessità sulla eventuale introduzione dell'obbligo vaccinale, parlando di intervento tardivo e non necessario in questo momento.

Cauta la posizione di Forza Italia, spiegata bene dalla ministra Mariastella Gelmini. “Forza Italia è sempre stata favorevole all’introduzione dell’obbligo vaccinale, ma nella maggioranza ci sono sensibilità diverse”, ha detto l'esponente azzurra, auspicando che le nuove misure in arrivo sul Super Green Pass siano abbastanza per alzare il numero dei vaccinati. In sostanza, il partito di Silvio Berlusconi, pur favorevole all'obbligo vaccinale, non preme sull'acceleratore per non spaccare il Centrodestra, consapevole del no di Salvini e della netta contrarietà di Fratelli d'Italia.

In definitiva, salvo colpi di scena, l'ipotesi più probabile è che ci siano due step: estensione del Super Green Pass per tutti i lavoratori già domani, nell'atteso Cdm, poi se nei prossimi dieci giorni, fino a metà mese, i numeri dei contagi e soprattutto dei ricoveri, in particolare in terapia intensiva, dovessero continuare a crescere a quel punto il premier romperebbe gli indugi varando un decreto legge con l'obbligatorietà del vaccino per tutti gli over 18.

Come spiegano fonti politiche, naturalmente non ci sarebbero le forze dell'ordine che obbligano a fare le dosi anti-Covid, ma verrebbero previste una serie di sanzioni (multe) per chi nonostante la legge continuasse a non volersi vaccinare. Una sorta di contributo al sistema sanitario nazionale, in sofferenza proprio a causa dei tanti ricoverati No Vax.