Vannacci, 536mila voti ma non si sente leghista. "In Ue farò il sabotatore"

Il generale è stato votato da un elettore del Carroccio su quattro, ma la sua nomina ha creato una spaccatura all'interno del partito

di redazione politica
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Politica

Lega, il caso Vannacci non è chiuso. Salvini deve parare i colpi sul fronte interno

Roberto Vannacci ha convinto un elettore della Lega su quattro. Sono state ben 536mila le persone che hanno scritto il suo cognome sulla scheda elettorale, numeri altissimi che gli hanno consentito di essere eletto al Parlamento europeo. Ma il generale si è candidato da indipendente e non si sente legato al partito. Da outsider, e nemmeno iscritto al Carroccio, - riporta La Repubblica - il generale ha salvato la sorte traballante della Lega e già promette di essere un "sabotatore. Con Salvini costruiremo qualcosa di sbalorditivo...". Vannacci si gode il trionfo e cerca casa a Bruxelles. "Grazie a tutti per la fiducia e il coraggio. Non ci accontenteremo di una vittoria, ma arriveremo alla Decima", altro riferimento al gruppo militare fascista, la Decima Mas, appunto.

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Ma Salvini ora - prosegue La Repubblica - deve parare i colpi di un fronte interno che Vannacci non glielo perdona. Il generale ha sistemato gli affari. L’Esercito non lo vuole più, e tanto meno il ministro della Difesa. È stato quindi un trionfo, suo personale. L'operazione Vannacci è stata un successo per Salvini, ma è anche - riporta Il Corriere della Sera - una sorta di croce, una specie di pericolo vivente, il fantasma di una cambiale umana dalla scadenza ignota. Che cosa succederebbe, e se lo chiedono anche fior di salviniani convinti, se partisse una sorta di resa dei conti nel Carroccio e Vannacci aprisse bocca per dire la sua? E ancora, quanto è "controllabile" Vannacci? Di più, e se la "macchina Vannacci" si ribellasse alla stanza dei bottoni di Salvini celebrando il cantiere di una forza politica tutta sua, che succederebbe? In attesa della resa dei conti in casa Lega, ecco la risposta del generale ai tanti dubbi dei militanti leghisti: "Roba da politici e io non sono un politico".