Giustizia, il Pd alza il livello dello scontro su Affaritaliani.it: "Con Meloni siamo un regime autoritario"
Parla Walter Verini capogruppo Dem in Commissione Antimafia
"Il ministro della Giustizia Nordio, invece di tutelare l’indipendenza costituzionale della Magistratura, assume in prima persona l’incarico di bastonare questa indipendenza"
"Qui non siamo a tre indizi che fanno una prova, ma davanti a prove schiaccianti: questo Governo, questa destra mal tollerano l’indipendenza della Magistratura, la separazione dei poteri". Lo afferma ad Affaritaliani.it Walter Verini, segretario della Commissione Giustizia del Senato e capogruppo del Partito Democratico in Commissione Antimafia.
"Se la Magistratura applica norme del diritto europeo, prevalenti su quelle nazionali (come nel caso dei “paesi sicuri” e della farsa delle deportazioni albanesi) i giudici sono nemici e “fanno politica”. Se si apre un confronto, anche aspro, su progetti di legge e l'ANM dice la propria opinione, ecco la minaccia della Commissione d’Inchiesta sulla Magistratura. Se questa sostiene, giustamente, che non solo in politica ma anche nella giurisdizione non è vero che “uno vale uno”, ecco la proposta del sorteggio dentro la “riforma finale” come sinistramente l’ha chiamata Nordio in Parlamento. Se si invoca il rispetto per l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura, se si sostiene quanto sarebbe stato meglio applicare le riforme fatte al tempo della Cartabia, sperimentarle sul campo, intervenire sui problemi reali degli uffici giudiziari (più magistrati e cancellieri, stabilizzazione Uffici del Processo e Magistratura Onoraria, digitalizzazione, processo telematico con Applicazioni non improvvisate, etc...) ecco arrivare la separazione delle carriere", sottolinea l'esponente Dem.
"Un totem, una scelta solo politica per un problema virtuale. Oggi i passaggi di funzione possibili sono solo uno (1!) in carriera. Sono solo una ventina l’anno su novemila magistrati. Molta parte della giurisdizione, poi, sostiene quanto sia utile, invece, una cultura unitaria della stessa, a 360 gradi: chi ha fatto il giudicante farà meglio il requirente e viceversa. Se inoltre si rileva quanto, nei dibattimenti e negli esiti, siano oltre la metà le assoluzioni rispetto alla richiesta delle Procure, confermando come la favola dell’appiattimento dei giudici sui pm sia, appunto, una favola, se si rileva tutto questo, ecco la separazione delle carriere. Con il risultato di creare un corpo separato di magistrati tutti dediti all’accusa, solo all’accusa, con meno garanzie per i cittadini (oggi un pm è tenuto a cercare tutte le prove: a carico e discarico) e con una proiezione di sottomissione di questo corpo al Governo di turno", osserva Verini.
"Come non bastasse, ecco spuntare fuori la proposta di ripristinare l’immunità (impunità) parlamentare, per politici, ovviamente, perseguitati dalla Magistratura. E gli ultimi episodi confermano questo: il Procuratore Capo di Roma, compie un atto dovuto e riservato, che la Presidente del Consiglio (a differenza di suoi predecessori) decide di spettacolarizzare e trasformare in manganello contro quel magistrato, il quale si vede poi colpito ("massacrato" ha scritto qualcuno) sul piano personale. In perfetto stile dei regimi autoritari, nei quali si colpisce e delegittima la persona per non confrontarsi con gli atti e le sue idee. Con il paradosso che un ministro della Giustizia come Nordio, invece di tutelare l’indipendenza costituzionale della Magistratura, assume in prima persona, tra un balbettio e l’altro, l’incarico di bastonare questa indipendenza. Ripetendo il copione nei confronti della Corte Penale Internazionale e dichiarando così anche guerra all’Europa", attacca il senatore del Pd.
"Sì, è un allarme autoritario. La Corte penale, la Magistratura italiana hanno e avranno molti limiti, molti difetti. Ma da trent’anni c’è una parte della politica che persegue questo disegno di superare la separazione dei poteri. E spesso, la Magistratura è costretta a rispondere con atti di difesa. A volte sbagliati, a volte con “eccessi” di legittima difesa, ma motivati e comprensibili. Sì, questa destra è intollerante ai contropoteri, ai controlli (lo stesso accade per il giornalismo d’inchiesta). Vorrebbe ridimensionare perfino peso e ruolo di Parlamento e Presidente della Repubblica, con tentazioni di semplificazione e rischi per i principi della democrazia liberale e della Costituzione", conclude Verini.
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