Vittoria Baldino contro Arianna Meloni: "Conta più il merito o il sangue?"

Duro attacco della grillina. La risposta della sorella della premier: "Tu prendi 10mila € al mese, io lo faccio gratis"

di redazione politica
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Vittoria Baldino contro Arianna Meloni: "Ci parli di suo marito"

Scoppia la bufera tra Vittoria Baldino del M5s e Arianna Meloni di FdI. Sui social la grillina attacca la sorella della premier, chiedendosi se in politica conti più il merito o l'appartenenza di sangue. Una frecciata a cui Arianna ha risposto in maniera molto dura, accusando Baldino di essere diventata parlamentare "senza aver dimostrato di avere un consenso personale e senza avere alle spalle una particolare militanza" e rinfacciandole di percepire "10 mila euro al mese".

Non tarda ad arrivare la controreplica di Baldino. "Siamo alla difesa corporativa del familismo. Visto che lei ne fa una questione di soldi, potrei dire che - spiega Baldino a Il Fatto Quotidiano - finora ho restituito circa 150 mila euro della mia indennità. Ma se il tema è questo, Arianna Meloni ci potrebbe parlare di come la sorella viva da quasi vent'anni pagata dagli italiani. O magari ci parli di suo marito. Mi sembra si sia innervosita, ma io non sono mai stata nominata da nessuna parte da mia sorella; quello che ho, ho dovuto guadagnarmelo e lei della mia militanza non sa nulla".

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"La sua risposta - prosegue Baldino a Il Fatto - ha confermato che l’unica cosa che questa destra ha dimostrato di saper fare è tutelare se stessa e il suo gruppo. Si è trincerata dietro a una difesa corporativa del familismo, nonostante passino le giornate a parlare di merito. Resta una questione di opportunità, perché se vuoi essere inattaccabile non assumi determinate scelte, promuovendo o nominando persone vicine a te o alla tua famiglia. Da quando Meloni è premier, è un fatto che siano state piazzate in ruoli importanti parenti di noti esponenti di FdI e non solo. A questo punto consiglierei alla presidente del Consiglio di attivarsi per aprire sezioni di Sorelle d’Italia, Cognati d’Italia, e così via".