ARPAL, tensioni per rinvio discussione su proposta di legge

Rinvio della discussione sulla Proposta di Legge relativa all'Arpal, chiesto dal presidente del gruppo 'Con Emiliano', Giuseppe Tupputi in Consiglio regionale.

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Archiviata con la bocciatura dell'art. 1 della Proposta di Legge sul "Fine Vita", che ha  provocato l'immediata decadenza dell'intero testo. la patata bollente sul 'diritto alla morte' - come essa è stata definita dai banchi di chi l'ha contrastata - il Consiglio regionale pugliase ha  terminato i lavori, con  l'approvazione del rinvio  della Proposta di Legge relativa all'Arpal, chiesto dal presidente del gruppo Con Emiliano, Giuseppe Tupputi.

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Pressocchè opposte le  posizioni registrate in Aula con la maggioranza che  ipotizza la modifica della governance in tutte le Agenzie regionali, che verrebbero quindi gestite da un Consiglio di Amministrazione e l'opposizione che chiede invece l'eliminazione  di Arpal - come  succede in molte Regioni - con il trasferimento dei compiti fino ad oggi svolti dall'Agenzia, in capo all'Assessorato al Lavoro. 

Davide Bellomo, capogruppo della Lega in Consiglio regionale e neo deputato eletto ha subito stigmatizzato: “Sulla vicenda Arpal la maggioranza di sinistra sta mettendo in scena il festival della microfisica del potere. L’ennesimo rinvio della discussione sulla proposta di legge, per la modifica dell’assetto dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro, dimostra che dalle parti di Emiliano regna il caos più totale. Noi che siamo contrari ad una struttura come l’Arpal, e riteniamo, come da emendamento presentato, che comunque si debbano sempre prevedere per qualsiasi ruolo apicale requisiti di professionalità, onorabilità e autonomia, assistiamo ad una vicenda paradossale, dove la politica mostra il suo volto peggiore, tra dichiarazioni ufficiali e ufficiose, balletti di responsabilità, tra chi quel direttore generale lo ha votato, anche a dispetto dei curricula, e oggi vorrebbe mandarlo a casa, e chi non lo ha votato, facendosi scudo della segretezza del voto e oggi a parole vorrebbe sostituirlo".

"La verità - ha sottolineato Bellomo - è che una simile operazione, qualora fosse realmente questa la volontà della maggioranza, potrebbe essere fatta con una semplice mozione di sfiducia che, in maniera analitica, elencasse le cose inenarrabili che oggi il Pd ha scoperto sull’uomo al quale ha affidato un ruolo apicale così delicato. In un settore, quello delle politiche attive in materia di lavoro, di grande rilevanza economica e ancor di più sociale”. 

Altrettanto netta e incisiva la dichiarazione congiunta del gruppo regionale di Fratelli d’Italia (Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini, Francesco Ventola e il capogruppo Ignazio Zullo): “Dal Festival della microfisica del potere al Festival della macrofisica dell’ipocrisia è un attimo. Perché ormai la saga del poltronificio è diventato uno spettacolo fisso per il Consiglio regionale: lì dove per rimuovere il direttore generale dell’Arpal (che noi abbiamo tentato in ogni modo che non fosse nominato perché aveva il curriculum peggiore degli altri 35 concorrenti) la soluzione trovata è di triplicare le POLTRONE, non solo all’Agenzia del Lavoro, ma in tutte le Agenzie! Una moltiplicazione che fa invidia anche a quella evangelica se si pensa a quanti movimenti e partitini il presidente Emiliano riuscirà a sistemare nei consigli di amministrazione nella speranza di poter vincere le prossime competizioni elettorali".

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"Perché è bene ricordare anche ad alcuni colleghi del PD - hanno aggiunto i consiglieri FdI - che se oggi sono maggioranza è proprio perché la nomina di DG a un leader politico regionale prevedeva come contropartita proprio la presentazione di una lista elettorale a sostegno del candidato presidente Emiliano…  e quando si maneggia una materia come il LAVORO prendere voti diventa facile anche solo promettendolo! Quante volte lo abbiamo denunciato e oggi è davvero magra la consolazione di sapere che anche alcuni consiglieri regionali di maggioranza ci danno ragione".

“Per questo, semmai si fosse discussa la legge proposta dal consigliere Amati (legge sul 'Fine vita' ndr) -hanno precisato - noi avremmo messo ai voti un unico emendamento: l’abolizione dell’ARPAL e il trasferimento delle funzioni all’Assessorato al Lavoro. Accade anche in altre Regioni, anche nel Lazio governata dal Pd ma anche in Lombardia, Friuli, Abruzzo e Marche dove governa il centrodestra. Ma lì dove esiste Toscana ed Emilia Romagna il numero dei dipendenti oscilla fra i 400 e i 600. In Puglia sono 1.600!"

“Senza contare che l’opera tardiva, ma moralizzatrice di alcuni consiglieri del Pd - hanno concluso -andrebbe portata avanti anche in altre agenzie, società, fondazioni e asl regionali: come dire, il problema non è solo il direttore generale dell’ARPAL, il pesce puzza dalla testa e non dalla coda".

E la voce critica e in dissenso del consigliere PD, Fabiano Amati, torna a farsi sentire anche su questo punto: “Gran parte della maggioranza salva Cassano, forse per coprire tutte le coincidenze tra assunzioni all’Arpal, fede politica e parentele, e buca la legge sul fine vita. Due punti fondamentali, l’uno di buon andamento della pubblica amministrazione e l’altro sui tanto decantati diritti civili, peraltro propagandati nei programmi elettorali. Una combinazione di complicità, crudeltà, eversione e caos sono ormai gli ingredienti. Ma io farò di tutto per riportare il mio partito al governo delle cose serie e concrete, distaccandolo dai giochi di potere suggeriti dal Presidente Emiliano”. 

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“La legge di riforma dell’Arpal è stata ancora una volta rinviata - ha ribadito Amati - questa volta per preparare un nuovo poltronificio, consigli di amministrazione in tutte le agenzie, e per non assumere la responsabilità di una decisione chiara, rendendosi quindi complici di una situazione su cui ci sarebbe come minimo il bisogno di approfondire. Ma il buon andamento della pubblica amministrazione è un valore per tutti? Cosa pensano le persone di noi quando facciamo così? Questi sono i problemi".

"Ma oggi c’è di più - ha proseguito Amati - presi dall’obiettivo Cassano hanno sacrificato pure la legge sul fine vita, emblema dei diritti civili tanto proclamati e scarsamente praticati, mettendosi dalla parte dell’insensibilità e della crudeltà. E sul punto del fine vita è stata data pure una giustificazione risibile sulla mancata previsione dell’argomento nel programma elettorale regionale, come se l’esecuzione delle sentenze della Corte costituzionale possa essere oggetto di un programma elettorale e non una condotta lineare per non darsi all’eversione".

"Io ho giurato sul rispetto della Costituzione e delle leggi quando ho avviato la mia professione di avvocato, come posso dunque avallare un’idea con alla base la violazione della Costituzione e delle leggi? Come fa il Presidente Emiliano, che come me ha giurato sul rispetto della Costituzione e delle leggi, a ispirare questa clamorosa violazione abbandonando addirittura l’aula al momento del voto?  Come possiamo fingere su tutto e chiudere gli occhi sul fatto che il Ministero della salute ha espressamente chiesto alle regioni italiane di eseguire la sentenza della Corte costituzionale?"

"È un vero caos - ha concluso Amati - un clamoroso difetto di governo delle cose concrete, che mi porta purtroppo a combattere, senza sosta, contro una maggioranza elettorale trasformatasi purtroppo in opposizione ai bisogni e le aspettative dei pugliesi”.

Torna sul tema, con una dichiarazione a margine della VI Commissione consiliare, anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luigi Caroli: “Assunti dall’ARPAL, soprattutto nelle diverse campagne elettorali di questi ultimi due anni, e ora buttati letteralmente in mezzo a una strada: nessuno degli impegni presi da questa maggioranza di centrosinistra nei confronti di 107 ex lavoratori somministrati dell’Agenzia è stato mantenuto dal direttore generale Massimo Cassano, oggi per altro anche assente, così come l’assessore al lavoro, Sebastiano Leo, nella Commissione chiamata (dai sindacati) a discutere del loro futuro".

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"Un’assenza - ha spiegato Caroli - che la dice lunga sul totale disinteresse verso lavoratori che sono stati assunti, per breve periodo, mentre vi erano concorsi pubblicati e da espletare, ma ‘utili’ politicamente al centrosinistra. Nessuno escluso.Per questo motivo come Fratelli d’Italia ribadiamo la necessità di porre fine a questo ‘mercato’ del lavoro abolendo l’ARPAL, un’Agenzia che in molte Regioni non esiste, e che in Puglia è più fonte di polemiche e scandali che di aiuto al lavoro”.

Mentre il neo senatore di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo, decide di punzecchiare Carlo Calenda attaccando il bersaglio Emiliano: “Se il leader di Azione ieri si fosse fatto un giro nel Consiglio regionale pugliese non ci avrebbe messo molto a capire che il suo partito in Puglia altro non è che una propaggine proprio di quel Michele Emiliano che oggi Calenda ribadisce essere ‘il peggior governatore nella storia recente del Paese’.

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“Perché la seduta di ieri della massima assise regionale è stata tutta incentrata sulla difesa da parte di Emiliano del direttore generale dell’Arpal, Massimo Cassano, candidato di punta di Azione in Puglia alle ultime Politiche. Stia pur certo Calenda che se Cassano avesse realmente aderito ad Azione oggi non sarebbe più DG dell’Arpal, Emiliano lo avrebbe dato in pasto alla sua maggioranza per altro accontentando la fronda interna".

“Così come l’altro candidato sempre di Azione, il consigliere regionale Massimiliano Stellato - ha aggiunto Zullo - ieri non solo sedeva nei banchi della maggioranza di Emiliano, ma il giorno prima ha partecipato al vertice di maggioranza dove il ‘peggior governatore’ ha dato ordini di scuderia ai propri uomini".

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“Quindi stando alla nota di Calenda (o di fonti sue vicine, come recita il take dell’Ansa) Cassano e Stellato saranno prontamente espulsi da Azione? Il problema è che, forse, non sono mai entrati davvero e che in queste elezioni Politiche sono stati il ‘cavallo di troia’ di Emiliano nelle liste del suo peggior nemico politico. Il tutto alla luce del sole! A Calenda sarebbe bastato farsi un giro in Puglia per capire che quando Emiliano affermò in campagna elettorale: ‘meglio votare Cassano che il centrodestra’, non faceva un favore ad Azione, ma a se stesso. La speranza - ha concluso Zullo - era eleggere un SUO deputato fuori da Pd visto che il Pd Cassano non lo voleva…”

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato sul tema: 'Con Emiliano', Fine vita: ns. proposta in Parlamento - Arpal: no ghigliottina

 

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