Autonomia differenziata, tavolo regionale con ANCI, Università e parti sociali
Prima tappa per il Tavolo regionale, voluto dalla presidente del Consiglio Loredana Capone, sulla riforma relativa all'Autonomia differenziata.
La presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, ha aperto e introdotto i lavori del tavolo sulle iniziative da assumere in merito alla riforma sull’Autonomia differenziata, attorno al quale ha chiamato a raccolta gli attori della comunità pugliese: dal mondo universitario alle organizzazioni sindacali e datoriali, dai consiglieri regionali al presiedente dell’Anci in rappresentanza dei Sindaci di Puglia.
“L’annuncio da parte del ministro degli Affari regionali di voler spingere l’acceleratore sul processo di Autonomia differenziata - ha esordito Loredana Capone - ci pone di nuovo di fronte alla necessità di un’Italia unita con diritti uguali per tutti i cittadini. Noi non siamo contro il federalismo, ma dobbiamo essere chiari sulle priorità e, dunque, sui due paletti necessari: non può esserci alcuna autonomia se prima non si interviene sui livelli essenziali delle prestazioni (Lep), in modo tutelare i cittadini di tutta italia, e sul fondo di perequazione, per garantire la risalita delle regioni più in difficoltà e, quindi, dell’Italia intera. Se continuiamo a rafforzare le regioni del nord e non assicuriamo, invece, a tutte le comunità d’Italia, gli stessi servizi, rischiamo di spaccare l’Italia definitivamente”.
“Per questa ragione - ha sottolineato la Presidente - è fondamentale parlarne, innanzitutto tra noi, maggioranza e opposizione, insieme, e contemporaneamente con i Comuni, le Province, le Università, le associazioni di categoria, i sindacati. Tutte le posizioni devono essere indagate e rispettate. Il processo di Autonomia differenziata non può essere calato dall’alto, ha bisogno di una riflessione che deve coinvolgere fino all’ultima cittadina e cittadino. Ha bisogno, quindi, di partecipazione".
"E questo è l’obiettivo di questa iniziativa del Consiglio regionale - ha ribadito - che oggi comincia per tradursi, alla fine del percorso, in un atto corale e concreto. Decideremo insieme quale sarà lo strumento migliore. È certo, però, che dobbiamo essere pronti al confronto, nessuno può andare avanti solo con la propria idea personale in rappresentanza di tutta la Puglia su un tema così importante. C’è un territorio, una storia, competenze, che sono indispensabili per avere, come Paese, la migliore soluzione possibile”.
“Tutte le bozze di legge circolate finora parlano ancora di “spesa storica” - ha proseguito Loredana Capone - ma è proprio quella che più ha danneggiato le regioni del sud. Siamo ancora in tempo per ragionare, insieme al governo nazionale, su criteri di equità. Ho molto apprezzato le parole del viceministro alla Giustizia, l’on. Francesco Paolo Sisto, che in un’intervista ha detto chiaramente che ci si potrà differenziare, tra nord e sud, solo dopo che saranno stati omogeneamente distribuiti i Lep. Unità nazionale significa che tutte le cittadini e tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri, e allora, un cittadino della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia-Romagna, deve avere le stesse possibilità di cura e di istruirsi di un cittadino della Puglia, del sud. Altrimenti aumentiamo il divario invece che diminuirlo. E questo richiede una chiara puntualizzazione su quelle materie che non sono delegabili”.
“Istruzione e Sanità, per esempio, possono essere materie delegabili esclusivamente alle regioni? A quelle già oggi più dotate addirittura? Delegare Istruzione e Sanità, non significherebbe creare altre regioni a Statuto speciale e dunque allontanarsi sempre di più dalla logica del federalismo voluta dalla nostra Costituzione? E invece noi abbiamo bisogno di raggiungere l’Unità nazionale sul piano dei servizi, solo dopo possiamo ragionare di materie che si possono ulteriormente specificare in carico alle regioni".
"Insomma - ha concluso la Presidente Capone - abbiamo bisogno davvero di un progetto che consenta alle regioni di poter fare più spesa e amministrarla meglio? Allora cominciamo a redistribuire le risorse nazionali per superare i divari: questa è la più grande priorità”.
Gli interventi che si sono succeduti hanno dimostrato elementi comuni sui quali si potrà continuare a lavorare. L’Autonomia differenziata, non è – né potrà mai essere - una semplice legge dello Stato. E’ un processo culturale, sociale, e quindi politico e istituzionale, che dovrà essere voluto e ritenuto utile per l’intera comunità nazionale.
Anche così inquadrato, dal dibattito è emerso che non è facile da realizzare, nemmeno sul piano più squisitamente tecnico poiché, a partire dalla modifica del Titolo V della Costituzione e fino alle ipotesi che riguarderebbero il ddl Carderoli - del quale a tutt’oggi non esiste nulla di ufficiale - gli ostacoli frapposti dalle diverse generazioni di legislatori, non appaiono di poco conto.
Occorrerà, quindi, misurarsi con l’argomento considerandolo una ipotesi di studio del quale verificare in primo luogo l’utilità per l’Italia e quindi, qualora questa fosse rilevata, la sua applicabilità. Comune a tutti, l’opportunità di pervenire a un atto formale del Consiglio regionale, da offrire poi come contributo al confronto con le istituzionali nazionali.
In chiusura la presidente ha assicurato che il processo partecipativo di coinvolgimento continuerà. Il tavolo tornerà a riunirsi nel brevissimo tempo.
Erano presenti: il presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano, il vicepresidente del Consiglio regionale, Cristian Casili, i consiglieri Marco Galante, Massimiliano Stellato e Luigi Caroli, le associazioni sindacali e datoriali, il presidente di Anci Puglia, Ettore Caroppo, il prorettore PoliBa, Fabio Fatiguso, i prof. Vincenzo Tondi Della Mura (Unisalento), Antonello Tarzia (Lum), Raffaele Guido Rodio (UniBa).
E proprio il consigliere regionale, Massimiliano Stellato, ha commentato a margine dell'evento: "Ho partecipato oggi all'interessante convegno sull'autonomia differenziata, organizzato dalla presidente Capone, che ringrazio, in consiglio regionale. Dal dibattito è scaturito un confronto proficuo grazie al contributo degli esperti, del mondo accademico, dei rappresentanti dei territori, delle imprese, del terzo settore, delle associazioni di categoria e sindacali".
"L'auspicio - ha concluso Stellato - è quello di condividere sul tema una posizione unitaria da approvare nel Consiglio regionale pugliese e, andando oltre, dare vita ad un percorso che porti agli 'Stati Generali del Sud', per costruire, insieme, proposte concrete per il rilancio del Mezzogiorno nella consapevolezza che l'unità nazionale deve restare un indiscutibile punto fermo".
Anche il capogruppo del M5S Marco Galante e il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili hanno commentato il varo del tavolo istituzionale per la riforma sull’Autonomia differenziata.
“Voglio ringraziare la presidente Capone - ha dichiarato Galante nel suo intervento - per questo importante momento di confronto. Parliamo di un tema su cui è fondamentale la massima condivisione in merito alle azioni da intraprendere. La posizione del M5S è sempre stata chiara: non vogliamo che in Italia si creino cittadini di serie A e di serie B, con una vera e propria spaccatura del Paese. Quando si parla di autonomia bisogna partire dai LEP, i Livelli Essenziali delle Prestazioni, ovvero quei servizi che lo Stato deve garantire in maniera uniforme per tutte le Regioni, in modo da garantire tutti i principi sanciti dalla Costituzione Italiana in tema di autonomie regionali".
"Non si può correre il rischio - ha continuato Galante - che aumentino le disparità su temi come sanità, istruzione, mobilità e infrastrutture. Il MoVimento 5 Stelle nel programma per le scorse politiche ha fatto un ulteriore passo proponendo la Riforma titolo V della Costituzione per riportare la salute alla gestione diretta dello Stato, soprattutto dopo questi due anni di pandemia che hanno dimostrato le criticità di avere sistemi sanitari diversi in ogni Regione. Quello di oggi è stato un primo incontro, a cui ne seguiranno altri perché il dibattito è necessario per arrivare ad elaborare un documento da approvare in Consiglio regionale, che possa essere il più possibile condiviso”.
Più critiche le considerazioni del consigliere regionale Luigi Caroli, delegato dal gruppo di Fratelli d’Italia a partecipare al tavolo convocato dal presidente Loredana Capone.
“Ho partecipato, a nome di tutto il gruppo di Fratelli d’Italia - ha detto Caroli - nonostante non ci fosse nessun motivo di urgenza, ma soprattutto non esiste una bozza del Governo sull’Autonomia differenziata, perché rispettiamo le Istituzioni - i presidenti del Consiglio Loredana Capone e della giunta Michele Emiliano - e con queste su un tema così importante si collabora a prescindere dal colore del Governo. Il confronto, poi, con l’Università e le organizzazioni datoriali e dei lavoratori è davvero prezioso in un momento come questo".
”Per questo sono rimasto a dir poco esterrefatto per essere stato l’unico consigliere regionale (oltre chiaramente Capone ed Emiliano) presente all’incontro. Della maggioranza si sono collegati da remoto solo Marco Galante del Movimento 5 Stelle e Massimiliano Stellato dei Popolari. Nessuno del Pd e di CON, nessuno che abbia considerato importante ascoltare il pensiero sull’Autonomia di Emiliano e Capone, che avrebbero potuto convocare questo incontro in un momento nel quale ci fosse stata una bozza sulla quale discutere, non certo - come avvenuto oggi - per esprimere questioni di principio o concetti generali con un sottofondo di base: opporsi a tutto ciò che viene dal Governo Meloni, dal centrodestra".
“Per questo l’invito, in modo particolare, al presidente Emiliano - ha ribadito Caroli - è quello di avere su questo argomento un approccio scevro a ogni tipo di pregiudizio politico. In sintesi: l’Autonomia non può essere accettata se la propone il suo amico Francesco Boccia e diventare pericolosa solo perché il ministro è del centrodestra"
“Da parte nostra un impegno: quello di collaborare con la Regione e il Governo nazionale perché l’Autonomia sia un’opportunità di sviluppo e crescita non solo per il Mezzogiorno, ma per tutta l’Italia”.
(gelormini@gmail.com)