Economia, contraddizioni e paradossi nella Puglia che fa trend

Puglia e Basilicata tra le regioni più povere, ma il prezzo medio dei terreni cresce e restano mete ambite. Dati e analisi tra paradossi e contraddizioni.

Carlos Solito
PugliaItalia

Le Puglie si confermano tali - declinate al plurale anziché al singolare - non solo per composizione storica di più aree geografiche, ma in particolare per le molteplici facce che emergono dalle analisi politico-sociologiche, nonché economico-finanziarie, che ne delineano la controversa proiezione e le sorprendenti contraddizioni nel percepito quotidiano.

Puglia in cima ai desiderata tra le mete turistiche e vacanziere; al centro di polemiche e servizi giornalistici per il presunto caro-prezzi scoppiato durante l’estate; set continuo e a cielo aperto per Cinema e TV; approdo incessante per il jet-set e le relative imbarcazioni da sogno; leader di innovazione tecnologica e ai vertici per la produzione di energie rinnovabili.

Nel contempo, mentre l’economia italiana frena più del previsto, Puglia e Basilicata (la prima al 17esimo posto e la seconda al 15esimo) si confermano tra le regioni più “povere” per quanto riguarda il Pil pro-capite, reperito grazie alle ultime rilevazioni effettuate dall'Istat e calcolato sulla base del rapporto tra il Prodotto interno lordo (che misura il livello dei beni e servizi di una nazione, dunque il benessere economico di quest’ultima) e il numero di abitanti.

Un modo come un altro per assodare che la ricchezza si concentra in segmenti sempre più ristretti della popolazione. E per di più l’Istat, come altri indicatori, rivedono al ribasso tutti gli indici di crescita stimati in precedenza.

Nel secondo trimestre dell'anno l'economia italiana ha registrato una performance inferiore a quella della media europea e dei principali partner. Infatti, a fronte del -0,4% registrato dall'economia italiana, il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia ed è rimasto stabile in Germania.

A livello nazionale, invece, si acuisce il divario tra le regioni italiane del Nord e quelle del Sud in termini economici. Secondo i dati Istat e Mef e quanto riportato da “Trend-online” (giornale indipendente con focus su finanza ed economia), la regione “più ricca” è il Trentino Alto Adige, con un Pil pro-capite di 42.300 € mentre la più povera è la Calabria con 17.100 € (al 17esimo posto, come detto, troviamo la Puglia, con una popolazione di poco superiore ai 3 milioni e 900mila abitanti, con un Pil per singolo individuo di 19mila euro. In Basilicata la situazione economica è un tantino migliore con un Pil pro capite di poco più di 20mila euro).

Di contro, la bizzarria dei dati - secondo un’indagine di Coldiretti Puglia - vede crescere ancora il valore fondiario dei terreni in Puglia dell’1,5% in 1 anno, con i fenomeni inflazionistici che rilanciano la terra come bene rifugio, in uno scenario in cui la guerra in Ucraina ha accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale (sulla base dei dati forniti dal CREA-Centro di Ricerca Politiche e Bio-Economia U.O. Bari, sull’andamento del mercato fondiario in Puglia nel 2022).

Oltre alla crescita dell’1,5% nel 2022 rispetto all’anno precedente, con un picco dell’1,9% dei terreni in pianura, si registra - aggiunge Coldiretti Puglia - una media dei valori fondiari di 18.633 euro in Puglia, su una superficie agricola utilizzata di 1.250.823 ettari, il dato più alto d’Italia. 

L’ingente importo dell’investimento fondiario contrasta, per esempio, con la bassa redditività media delle attività agricole - denuncia Coldiretti regionale - che negli ultimi anni tra pandemia e guerra sono state costrette ad affrontare rialzi insostenibili dei costi di produzione non compensati dai prezzi dei prodotti. Mentre sono scarse le terre in aree vocate e che garantiscono alta produttività. Un altro elemento che mette in difficoltà gli agricoltori è la concorrenza degli impianti a terra per la produzione di energia che “consumano” terreni fertili. L’ultimo bando sull’agri-solare ha vincolato la realizzazione degli impianti sui tetti degli edifici rurali, ma negli ultimi anni molte terre sono state sottratte alla coltivazione.

(gelormini@gmail.com)

* Foto d'apertura a cura di Carlos Solito

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Pubblicato sul tema: Dati Istat, FDI: 'Puglia regione povera anche senza Autonomia differenziata'

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