Ex-Ilva è scontro frontale pubblico-privato Urso: 'Arrivano i Commissari'

Ex-Ilva di Taranto: si va in amministrazione straordinaria e nei prossimi giorni saranno nominati i commissari. Dal coraggio mancato alle scelte ineludibili.

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La mancanza di coraggio, alcuni anni fa, affinché il Paese si riappropriasse di un asset produttivo strategico - per mancanza di rispetto delle clausole di sicurezza per la salute dei cittadini di Taranto - oggi diventa una scelta inevitabile ‘depotenziata’: dato che sarà determinata dalla mancanza di volontà del socio privato di maggioranza di un polo pubblico di investire nella stessa azienda.

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“Si va in amministrazione straordinaria e nei prossimi giorni saranno nominati i commissari” a dichiararlo è stato Pasquale Di Napoli (Confindustria Taranto – Sezione Metalmeccanica), uscendo dall’incontro con il governo, sottolineando che la procedura di amministrazione straordinaria prevale su quella del concordato preventivo avviata da Acciaierie d’Italia

Nelle prossime ore, massimo nei prossimi giorni, ha riferito il governo, secondo l’Ansa, "Saranno nominati i commissari straordinari per Acciaierie d'Italia, assicurando che la scelta ricadrà su figure che abbiano una professionalità e una competenza specifica nel settore siderurgico e una conoscenza diretta degli impianti".

Nomi certi non ce ne sarebbero e non ne sono stati fatti. Ma nella rosa all'esame ci sarebbero il commercialista Andrea Zoppini, l'esperto siderurgico Carlo Mapelli, ma anche i commercialisti Marco Costantini e Giovanni Bruno. L'obiettivo - ha spiegato il governo - è quello di garantire la continuità dell'azienda e darle rilancio.

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“E poi - ha aggiunto il ministro delle Imprese Adolfo Urso - si punta a una gara nel minor tempo possibile, perché si sono affacciati numerosi investitori italiani e stranieri". Nelle intenzioni del governo il commissariamento, con l'estromissione di Arcelor Mittal, dovrebbe fare da ponte per l'ingresso di nuovi investitori privati. Il ministro Urso ha portato l'esempio anche "Dei recenti accordi che riguardano il sito industriale di Piombino". Il riferimento è al recente protocollo siglato con gli ucraini di Metinvest, Danieli e Officine Meccaniche, per il rilancio del sito toscano. La strada è tracciata ma i timori rimangono.

Ai Sindacati il governo avrebbe illustrato i provvedimenti presi a tutela dei lavoratori a partire dalla cassa integrazione già garantita per tutto il 2024. E informato che il decreto legge “Disposizioni urgenti a tutela dell’indotto delle grandi imprese in stato di insolvenza ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria”, in fase di conversione in Parlamento, è suscettibile di ulteriori miglioramenti per garantire la continuità produttiva e aziendale dell’ex Ilva.

“Siamo sorpresi e delusi nel leggere sui media italiani che Invitalia ha chiesto al governo italiano di avviare il processo per porre Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria”. Inizia così la lettera inviata da Arcelor Mittal a Invitalia la sera del 18 febbraio, dove il gruppo dell’acciaio accusa Invitalia di non aver “condiviso questa intenzione nel consiglio di amministrazione di AdI Holding”, non informando successivamente “né AdI né Arcelor Mittal di aver intrapreso questa azione. Questa è una grave violazione dell’accordo di investimento”.

“Vi sono più interessi di più imprese multinazionali a investire sulla siderurgia in Italia, come hanno dimostrato anche i recenti accordi che riguardano il sito industriale di Piombino”, ha ribadito il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “Pensiamo che questa sia una vera sfida del sistema Italia”.

Sarà duro scontro con Arcelor Mittal e il governo lavora per definire tempi e modi dell'operazione, con il pressing costante di sindacati e aziende dell'indotto ricevuti in serata a Palazzo Chigi per fare il punto sulla situazione.

"L'amministrazione straordinaria è un salto critico, problematico - ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia - vogliamo dal governo la certezza di un percorso che non faccia affondare ulteriormente l'azienda".

Paure che riguardano anche l'indotto. Il rappresentante di Confindustria Taranto, Pasquale Di Napoli, ha spiegato che "Uno dei grandi drammi che si sta vivendo è che Acciaierie d'Italia, nella persona della Morselli, ha messo un veto totale sulla documentazione".

"In pratica, il governo non ha potuto sapere il quadro debitorio o la situazione degli impianti. A questo serviranno i commissari. SSi entra dentro per poi fare una gara, Perché se non entrano e capiscono la situazione, non possono prospettare ad eventuali investitori". Il percorso si presenta tutto in salita. Le avvisaglie sono quelle di una schermaglia che si potrebbe trasformare in una battaglia legale tra il Governo e Arcelor Mittal.

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato in precedenza: Ilva Taranto, la scelta coraggiosa (di A. Gelormini)

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