PD Puglia, Amati e Mennea approdo a Azione/Italia Viva

Nota congiunta di Marco Lacarra e Fiippo Caracciolo, sulla possibile fuoriuscita dal PD dei consiglieri regionali Fabiano Amati e Ruggiero Mennea verso Azione.

Amati Mennea
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In una nota congiunta Marco Lacarra, deputato e Segretario del Partito Democratico pugliese, e Filippo Caracciolo, Capogruppo PD in Consiglio Regionale, anticipano gli sviluppi della tensione all'interno del partito con la probabile fuoriuscita di Fabiano Amati e Ruggiero Mennea.

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“Se dovessero essere confermate le agenzie riguardanti il passaggio al gruppo consiliare di Azione/Italia Viva da parte dei due consiglieri regionali eletti con il PD, Amati e Mennea - si legge nella nota - non potremmo che prenderne atto. A quel punto, però, sarebbe inevitabile pensare che una decisione del genere nasca dalla volontà di distruggere, anche per il futuro, la attuale maggioranza faticosamente creata dal Presidente Emiliano col Movimento 5 Stelle e con le liste civiche che hanno sostenuto il centrosinistra alle elezioni politiche".

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"Il Partito Democratico pugliese - avvertono Lacarra e Caracciolo - non può consentire che i due consiglieri fuoriusciti facciano ancora parte della maggioranza di governo della Regione. Costruire il proprio gruppo a spese del PD rappresenta un oltraggio insuperabile alle ragioni che tengono insieme un’alleanza. Per queste ragioni il Partito Democratico in Puglia non potrà stringere nè ora nè in futuro alleanze con Azione e Italia Viva”.

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Intanto ariva la conferma dell'esodo e Lacarra e Caracciolo ribadiscono:  "La scelta di due consiglieri del Pd di aderire al partito di Calenda è una dichiarazione di guerra aperta alla maggioranza in Regione Puglia. In questa decisione c’è quanto di più scorretto si possa fare in politica, in quanto non si è passati in alcun modo dal sano confronto che in una coalizione dovrebbe essere alla base di ogni azione. Considerata la manifesta ostilità del partito di Calenda nei confronti del Movimento 5 Stelle, facente parte della maggioranza in Puglia, non sembra possibile alcuna convivenza civile tra i due consiglieri eletti con il Pd e ora passati ad altra sponda".

"Preso atto anche di quanto dichiarato da Calenda contro il presidente Emiliano - aggiungono - chiediamo che i due consiglieri vengano estromessi dalla maggioranza, in quanto impossibile continuare a lavorare con loro viste le premesse e nonostante la loro espressa volontà di rimanere nella maggioranza".   

L'occasione diventa propizia per altra nota del gruppo di maggioranza del M5S in consiglio regionale: "La Regione Puglia non può essere in un clima di perenne campagna elettorale. Non passa giorno che non si legga sui giornali, di fine anticipata della legislatura, candidati alla presidenza  già decisi per le prossime elezioni regionali e probabili accordi per le prossime elezioni. Serve invece concentrarsi su questa legislatura, dove vanno portati avanti provvedimenti importanti su temi come PNRR, liste d’attesa, caro bollette".

"Ora arriva la nuova programmazione comunitaria - scrivono i pentastellati - e abbiamo obiettivi importanti da raggiungere, per cui serve un cronoprogramma preciso. Emiliano deve essere chiaro per evitare che vengano forzate determinate situazioni che  portano a un continuo rincorrersi di voci. Bisogna portare a termine il mandato elettorale affidato dai cittadini per rispetto al voto che hanno espresso. Non possono esserci escamotage normativi, che ci vedranno assolutamente contrari, per trascinare la Regione in  caso di eventuali dimissioni del presidente, ma serve la piena volontà politica di misurarsi sui temi e le necessità dei pugliesi. La priorità è migliorare la qualità della loro vita”.

E sul caso specifico dichiarano: "Nella coalizione di governo della Regione Puglia non può esserci spazio per Azione e Italia Viva. Abbiamo chiesto su questo una posizione netta al presidente Emiliano, che è subito arrivata. Ancora oggi Calenda non ha fatto altro che esprimere disprezzo nei confronti delle scelte di questo governo regionale e del M5S. La scelta fatta dagli oramai ex consiglieri regionali del Pd, Amati e Mennea, passati ad Azione, li pone in antitesi con le forze di governo regionale".

"È inaccettabile che ora questi consiglieri pretendano di rimanere in maggioranza, dopo aver fatto da sempre opposizione interna. Il dubbio è che a loro interessi solo non perdere poltrone come quella della presidenza della commissione Bilancio. A questa Regione serve stabilità di governo e che le forze che compongono la maggioranza lavorino in maniera costruttiva nell’interesse esclusivo dei cittadini. Del resto la nostra visione progressista mal si concilia con la prospettiva affaristica e opportunistica che contraddistingue Azione e Italia Viva,  le cui posizioni sono distanti anni luce dai valori del Movimento 5 Stelle."

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A seguire arrivano anche le dichiarazioni dei Civici di Emiliano, attraverso la nota del capogruppo di 'Con Emiliano', Giuseppe  Tupputi, anche a nome di 'Per la Puglia' e 'Popolari con Emiliano: “Non pensino di fare in maggioranza come hanno fatto col PD. I democratici, ormai ex, Fabiano Amati e Ruggiero Mennea, e il civico Sergio Clemente, hanno preso la loro decisione e fatto la loro scelta, che è anche una scelta di campo, passando a quello che politicamente è definito Terzo Polo, di Calenda e Renzi. Ragione per cui non ci saranno più margini per stringere alleanze con loro, così come abbiamo chiesto al presidente Michele Emiliano".

"Mettendo per il momento da parte i giudizi di valore su tale scelta - aggiungono dal fronte civico - non passa certo inosservato che finalmente i due colleghi abbiano chiarito la loro posizione e lasciato un partito, il PD, dal cui interno erano diventati opposizione. Bene, ora non credano di poter cominciare a fare la stessa cosa dall’interno della maggioranza. Una maggioranza dalla quale, di fatto, si sono tirati fuori e che deve andare avanti compatta e coesa su un campo sgombero da equivoci e protagonismi, dove a eccellere non è certo la coerenza".

"Di contro - concludono - la maggioranza punta ad arrivare alla fine del mandato, avendo realizzato tutto quanto programmaticamente definito e pianificato, una maggioranza forte di posizioni chiare e definite, tenendo ben presente le sfide importanti, quelle che ci chiedono i cittadini pugliesi, affinché la qualità della vita, il benessere, il livello di occupazione nella nostra regione crescano, approfittando anche della grande occasione offerta dal PNRR". 

A stretto giro di comunicato arrivano, poi le riflessioni del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “La nostra è una coalizione che si basa su un programma condiviso e su intese politiche che sono il risultato di percorsi pubblici e trasparenti. La nostra maggioranza di Governo è composta da Pd, Liste civiche e Movimento 5 Stelle. Nessun dialogo politico è mai stato intrapreso con Azione e Italia Viva, che hanno fatto sempre una ferma opposizione alla nostra amministrazione sia prima che dopo le elezioni regionali".

"La scelta di due consiglieri regionali eletti col PD di aderire ad altra formazione politica in aperta contrapposizione al gruppo e alla segreteria del PD - sottolinea Emiliano - fa ben comprendere non solo che non vi sia spirito di leale collaborazione, ma tale scelta dei due consiglieri e del partito che li ha accolti appare come un atto ostile e scorretto nei confronti di uno dei partiti di maggioranza della Regione Puglia".

"Si aggiunga che il partito che ha accolto i due consiglieri - fa notare ancora Emiliano - è da sempre dichiaratamente ostile ovunque in Italia al Movimento 5 Stelle, che pure costituisce forza politica di riferimento della giunta regionale da me presieduta. L’uscita odierna, quindi, più che provocatoria e incoerente, dimostra un disprezzo per la politica come corretta e seria relazione tra i soggetti politici".

"Giudico pertanto la dichiarazione del leader politico nazionale e dei suoi neoadepti locali, di voler rimanere in maggioranza - spiega Emiliano - niente di più che una dimostrazione di mancanza di rispetto e di senso delle istituzioni politiche della Regione Puglia".

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"Dopo avere acquisito parere conforme da tutte le forze di maggioranza, non posso che estromettere formalmente dalla maggioranza tutti i consiglieri che oggi hanno aderito alla nuova formazione politica. In questo modo intendo confermare i rapporti di leale collaborazione e di rispetto istituzionale nei confronti del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle, di Con, di Per la Puglia e dei Popolari, di Sinistra Italiana che con efficacia e dedizione onorano con la loro azione il governo della Regione Puglia".

"Una posizione che peraltro rispetta prima di ogni cosa gli indirizzi dei cittadini e cittadine che ci hanno votato - conclude Emiliano - senza consentire l’elezione di nessun componente dell’aggregazione politica che invece oggi si è costituita utilizzando voti mai conquistati”.

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Francesco Boccia, senatore PD e responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale, commenta così la piega della vicenda: “Che Calenda interpretasse la politica come mercimonio è noto da tempo ed è sempre più evidente che sentendosi una sorta di Giovanni delle Bande Nere, quando scopre sui territori di essere solo un piccolo mercenario dei Parioli, perde la pazienza e somma agli insulti quotidiani la falsificazione della realtà".

"Vorremmo ricordargli - precisa Boccia - che la Puglia, che dice di essere stata frenata in questi anni, è la Regione del sud cresciuta più della media italiana e anche nel primo semestre 2022 la Puglia è al +5,6% di Pil con l’Italia del draghismo spinto, a cui il leader dei Parioli si ispira, che è al 3,4%. Almeno per questo dovrebbe avere l’intelligenza di non toccare temi come la crescita o lo sviluppo".

"Chiarito il minimo sindacale di verità - continua Boccia - gli ricordiamo che se pensa con i suoi ‘compagni di ventura’, un piccolo esercito di mercenari con i nuovi arruolati in Puglia freschi di cambio di casacca, di cambiare il corso delle decisioni degli elettori si sbaglia di grosso. In Puglia due anni fa abbiamo vinto le elezioni nettamente e con Azione non pervenuta. Completeremo il lavoro iniziato nel 2020 nel 2025, come da mandato popolare, nonostante le sue incursioni".

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"Se oggi pensa di entrare in Consiglio attraverso i mercenari deve sapere che la porta della maggioranza è sbarrata. L’alleanza di centrosinistra è autosufficiente grazie al voto degli elettori pugliesi e porteremo avanti con maggior determinazione le politiche di innovazione, quelle di sviluppo sostenibile e la lotta alle diseguaglianze che faranno crescere ancora di più la Puglia, nonostante le speranze nefaste di Calenda".

"Poi, quando vorrà confrontarsi davvero sulla storia dell’Ilva e della città - conclude Boccia - sa dove trovarci: tra la gente a Taranto, in piazza e per strada, come sempre è accaduto da quando la città prima nel 2006 con il dissesto e poi nel 2012 con le inchieste giudiziarie sui reati ambientali, e le conseguenze industriali, ha sempre e solo trovato dalla propria parte la politica dalla schiena dritta, che non piega la testa di fronte agli interessi di pochi”. 

(gelormini@gmail.com)

 

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